Giuseppe Pinto (ReggioLab) denuncia “il disagio infrastrutturale cittadino”

"Non ci sono più parole per descrivere lo stato di disagio in cui sta sprofondando, giorno dopo giorno, sempre più la nostra povera Reggio Calabria. Una città colabrodo. Martoriata dall'incuria e dall'incapacità amministrativa di chi preferisce le conferenze spot e i messaggi social ad una passeggiata sopralluogo nel territorio comunale e alla programmazione di interventi che diano risposte concrete alle esigenze del territorio. E così, mentre le strade continuano ad essere devastate da buche voragini e perdite fognarie ed idriche, la spazzatura ci sovrasta, la manutenzione ordinaria diventa quasi sempre straordinaria e postuma a disastri grandi e piccoli, intere zone della città restano a secco di acqua. Ma il primo cittadino felice (beato lui!) annuncia, dopo inaugurazioni e sbandieramenti vari, che nei prossimi giorni anche il centro storico sarà servito dalla diga del Menta, mentre quartieri interni, come Reggio Campi, restano per settimane a secco. E capita perfino che in rioni popolosi come Vito non vi sia un accesso stradale adeguato a garantire l'intervento veloce dei mezzi di soccorso. E' l'amara constatazione e di Giuseppe Pinto coordinatore di ReggioLab – Agenzia del cittadino, che spiega: "È successo quello che ho sempre temuto: un'ambulanza è rimasta bloccata per 10 minuti, un lasso di tempo lunghissimo in una situazione di emergenza, all'interno di una coda di automobili, interminabile e ingestibile per mancanza di strade alternative. È accaduto la sera di qualche giorno fa sull' unica strada comunale che collega Vito al centro della città. Mi auguro di cuore che la persona trasportata a sirene spiegate verso l'ospedale metropolitano stia meglio - prosegue Pinto - ma il problema esiste e può ripetersi in qualsiasi momento perché la sede stradale di Vito è stretta ed è sufficiente incrociare un mezzo pesante, un'auto parcheggiata male o una funzione religiosa nella chiesa parrocchiale per interrompere la circolazione con tutti i rischi e i pericoli connessi. Che fare, dunque? - si interroga Giuseppe Pinto che prosegue, spiegando - "Ovviamente non è possibile allargare l'unica strada esistente ma certo è che, nel corso dei decenni, sono state ideate e progettate diverse strade con l'obiettivo di far uscire Vito dall'isolamento. Tuttavia, nonostante i soldi pubblici spesi per espropri e progettazioni, tutto è finito nel buco nero delle lungaggini burocratiche e del vuoto amministrativo e questo quartiere, che dista 2 chilometri scarsi da Palazzo San Giorgio, sembra essere nel cuore dell'impervio Aspromonte".

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"Ma andiamo con ordine" - incalza Pinto - "La via Lia Pentimele Vito festeggia quest'anno il quarantennale della sua ideazione ma, come ho già avuto modo di dire, rappresenta la più vergognosa opera incompiuta. Questa strada, che doveva divenire simbolo di rinascita del quartiere, si è fermata all'incrocio con la via Veglia. I terreni sono in possesso dell'Amministrazione comunale sin dal 2014, quando è stato completato l'iter degli espropri. Due i mutui accesi con la Cassa DD.PP. per il suo completamento, uno di 700.000 euro è stato estinto nel 2011, mentre l'altro di 500.000 euro è stato utilizzato in parte per pagare gli espropri e i progettisti.

Altra strada che attende di essere realizzata è quella che collega la piazza Eremo Botte con la facoltà di Agraria. Anche in questo caso era stato accesso un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti di 350.000 euro. Anche qui le procedure di esproprio erano già state ultimate, ma nulla di fatto. "Invece, per la strada di nuova realizzazione, con l'ampliamento dell'esistente via Veglia, era stato accesso un mutuo di 340.000 euro che ha consentito di operare gli espropri e per completarla era stata sollecitata un'ulteriore copertura finanziaria.

Analoga situazione per la strada di collegamento tra la Facoltà di Agraria e la Via Sant'Antonino bypassando la stretta via della Vittoria, la cui procedura di esproprio è stata completata nel marzo 2014 con un mutuo di 240.000 euro e nell'aprile 2018 con delibera della Giunta municipale era stato approvato il progetto definitivo esecutivo. Ad oggi per questa opera così importante non è stata avviata la procedura d'appalto perché non è stato nominato il Rup.

In conclusione, Pinto afferma: "E ovvio che ciascuna amministrazione comunale dia priorità agli interventi che ritiene maggiormente opportuni rispetto alla propria visione di città, ma è altrettanto ovvio che prima di tutto debba indispensabilmente garantire servizi e infrastrutture essenziali alla vita stessa del territorio, tanto più quando progettazioni e finanziamenti sono già stati espletati ed individuati da tempo.