Concorso agli Ospedali Riuniti: 3 anni a Naccari, prescritta Valeria Falcomatà

naccaridemetrio 500di Claudio Cordova-3 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Non si salva dalla condanna l'ex sindaco facente funzioni di Reggio Calabria ed ex assessore regionale al Bilancio, Demetrio Naccari Carlizzi. Il Tribunale di Reggio Calabria lo ha condannato, nell'ambito del processo per le presunte irregolarità nel concorso per l'assegnazione del posto di dirigente medico presso il reparto di dermatologia degli Ospedali Riuniti.

Scattata la prescrizione per la moglie di Naccari, Valeria Falcomatà.

Il Tribunale di Reggio Calabria ha inoltre condannato, Igino Postorino, Giuseppe Crisalli e Giuseppa Caserta a 2 anni ciascuno (pena sospesa). Assoluzione, invece, per Domenico Mannino (difeso dall'avvocato Antonella Smiriglia Fava), Paolo Vazzana e Antonino Bonura.

Seppur con pene meno gravi rispetto a quelle richieste, il Tribunale ha quindi avvalorato l'impianto accusatorio portato avanti dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci, che nel corso del dibattimento e poi della propria requisitoria, ha cercato di far emergere lo spaccato assai intricato riguardante il modo di intendere la Cosa Pubblica da parte di chi occupa postazioni di potere.

Il Tribunale ha quindi considerato falsato il concorso, ma, riqualificando il fatto in abuso d'ufficio ha dovuto dichiarare la prescrizione per la Falcomatà. La commissione, infatti, è stata condannata a due anni di reclusione: la sentenza ha inoltre dichiarato la falsità del verbale di nomina della commissione giudicatrice che ha sancito la vittoria del concorso di Valeria Falcomatà.

Un concorso che, secondo l'impostazione accusatoria (evidentemente accolta dal Tribunale), era stato fatto su misura affinché a vincerlo fosse Valeria Falcomatà, moglie di Naccari, nonché sorella dell'attuale sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Un caso che scoppierà dopo la denuncia della dottoressa Maria Carmela Arcidiaco, rappresentata dall'avvocato Francesco Albanese, convinta di aver subito l'alterazione del concorso pubblico per dirigente medico di primo livello che sarebbe dovuto andare – secondo quanto denunciato dalla dottoressa Arcidiaco e secondo la Procura – ad appannaggio di Valeria Falcomatà. Secondo l'accusa, infatti, sarebbe stata creata una commissione giudicatrice compiacente, proprio per favorire i coniugi Naccari-Falcomatà, rispettivamente cognato e sorella del sindaco Giuseppe Falcomatà, propostosi all'opinione pubblica come homo novus della scena politica reggina.

Naccari, peraltro, denuncerà la dottoressa Arcidiaco. Una denuncia su cui già il pm Mauro Tenaglia (precedentemente in servizio presso la Procura reggina ndr) aveva posto diverse censure, poi avvalorate dal Gip Massimo Minniti, che nelle tredici pagine che chiudono la porta in faccia a Naccari darà ampiamente atto di come la dottoressa Arcidiaco "abbia illustrato una serie di circostanze fattuali ponendole all'attenzione dell'A.G. per le successive valutazioni di competenza". Già la stessa Procura aveva messo nero su bianco di credere alla versione della dottoressa Arcidiaco, che, assistita dall'avvocato Francesco Albanese, renderà diverse dichiarazioni testimoniali che per gli inquirenti sono "puntualmente riscontrate". Come elemento principale, infatti, vi è la registrazione che la dottoressa Arcidiaco effettuerà, all'insaputa dei protagonisti dei presunti abusi.

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Inevitabile, dunque, che sia il dibattimento, sia le discussioni delle parti, abbiano avuto al centro del contendere la veridicità del racconto della dottoressa Arcidiaco. Elemento principale del procedimento, le sue dichiarazioni e le sue registrazioni, anche se lo scenario sarebbe emerso anche da alcune intercettazioni, in cui Naccari avrebbe rivestito il ruolo di "dominus" indiscusso del concorso. La vicenda del concorso in ospedale creerà non pochi imbarazzi alla famiglia Naccari-Falcomatà. Sia per il caso in sé, sia per le intercettazioni in cui Naccari userà parole durissime nei confronti del giornalista Michele Inserra, che su "Il Quotidiano del Sud", sarà uno dei più attivi sul caso: "Si venderà gli organi, si venderà... si venderà un piede, hai capito? Lui sa perché si venderà la casa, ammesso che ce l'abbia e anche direttore" dirà Naccari, sfogandosi.

Ancora una volta, un procedimento che svela la melassa cittadina: politici, parenti di politici, professionisti, manager nominati dalla politica. Tutti uniti da una inestricabile rete relazionale che soffoca Reggio Calabria. Toccherà ora all'Azienda Ospedaliera valutare se vi siano gli estremi per annullare il concorso che ha portato alla vittoria Valeria Falcomatà.