Omicidio boss Marando, condannati a 30 anni di carcere i 5 imputati

toghe 500altraCondannati i cinque imputati accusati di aver ucciso il boss di Platì, Pasqualino Marando. Accogliendo quanto richiesto dal pm antimafia Giovanni Calamita, il gup Niccolò Marino ha inferto ì 30 anni di reclusione a Rosario Barbaro, detto "u Rosi" classe, 1940, Domenico Trimboli classe 1981, Saverio Trimboli detto "Savetta" classe, 1974 , Natale Trimboli detto "u Stella" classe 1968 e Rocco Trimboli inteso "u Nando", classe 1967. Pasquale Marando (classe 1963), scomparso nel 2002, capo dell'omonima 'ndrina attiva tra Platì ed il Piemonte, era irreperibile dal 2002; il suo corpo infatti, non venne mai rinvenuto ma per la Dda dello Stretto sarebbero stati gli esponenti della famiglia Trimboli che agirono con l'autorizzazione di Rosario Barbaro, presunto capo della locale di 'ndrangheta di Platì, animato dall'intento di ridimensionare i Marando, che insidiavano la sua leadership sul territorio. Stando all'inchiesta condotta dai Carabinieri reggini, su coordinamento dei pm Calamita e Antonio De Bernardo, l'omicidio del boss Marando si inquadrava nella violenta faida scatenatasi nell'ambito della cosca Marando-Trimboli per contrasti sulla gestione e la spartizione dei proventi del traffico internazionale di droga che avevano portato i Marando a colpire duramente i Trimboli per riaffermare la loro supremazia nell'ambito del sodalizio mafioso. Lo scontro fu interrotto a seguito dell'intervento della struttura sovraordinata del "Crimine". Così l'omicidio di Marando portò ad un nuovo equilibrio nei rapporti di forza tra le cosche di Platì, rafforzando proprio i Barbaro. Pasquale Marando, il cui cadavere non è stato mai ritrovato, sarebbe stato ucciso il 27 gennaio del 2002 per una vendetta attuata, secondo l'accusa, da Saverio Trimboli, inteso Savetta con il concorso di altri esponenti della cosca Trimboli e con l'assenso di Rosario Barabaro, capo locale di Platì, in contrasto con Marando per questioni di supremazia mafiosa sul territorio. L'omicidio avvenne all'interno di un'abitazione di Platì, dove Marando, all'epoca latitante, era stato portato per partecipare ad una riunione che sancisse un chiarimento con i Trimboli. Una riunione da cui non uscirà vivo. A raccontare genesi ed epilogo dell'omicidio sono stati i "pentiti" Rocco Varacalli, Angelo Salvatore Del Monte, Roberto Moio, Antonio Femia alias "Titta", Rocco Marando e Domenico Agresta, alias "Micu McDonald", rispettivamente fratello e nipote del boss morto ammazzato. Agresta all'Antimafia ha riferito del ruolo di Rosario Barbaro e specifica di averlo saputo direttamente da Saverio Trimboli, alias "Savetta". Ecco le sue dichiarazioni.

--banner--

Agresta: "Saverio Trimboli ha passato parecchio tempo al bar con Rosario Barbaro il quale lo spronava a uccidere quella notte Pasqualino Marando perché lo aveva per le mani e perché, se non lo avesse fatto, sarebbe stato mio zio Pasqualino Marando a uccidere tutti loro primo o poi. Questa circostanza me l'ha riferita direttamente Saverio Trimboli davanti a mio zio RosarioMarando". Nel successivo interrogatorio del 13 gennaio spiegava anche i motivi di rancore di Barbaro nei confronti di Pasquale Marando: "Per come riferitomi sia da mio padre, sia da mio zio Natale (che però era contro mio zio Pasqualino), sia dai miei cugini Agresta (in particolare da
Domenico), che da altri miei familiari, i rapporti tra mio zio Pasqualino e Rosario Barbaro erano sempre stati pessimi; preciso che Rosario Barbaro, i Perre, i Barbaro "nigri" avevano il "benestare" a comandare a Platì da parte dei Papalia e dei Barbaro "castani"; questo assetto di potere però non era gradito a mio zio, che tendeva di fatto a comandare su tutti (peraltro aveva lui stesso doti di 'ndrangheta altissime), non riconoscendo il potere dei Barbaro-Perre e spesso umiliandoli, facendogli pesare il suo maggiore spessore criminale e vessandoli in vario modo,· so, per averlo appreso dalle persone che ho detto prima, che, ad esempio, Barbaro Rosario ed il suo gruppo non potevano nemmeno intraprendere un traffico di droga o importare una partita all'insaputa di mio zio Pasqualino (se ciò avveniva mio zio li puniva, una volta arrivando a far gambizzare la persona che aveva fornito lo stupefacente), né potevano infiltrarsi in qualche appalto senza il suo consenso (cosa che avvenne in relazione ad una galleria che si stava scavando nella montagna di Platì, allorché mio zio si unfuriò e fece addirittura bloccare i lavori, al punto che rimase un "buco" nella montagna dove noi passavamo con i motorini o dove si facevano passare le pecore al pascolo,· non so se poi questi lavori sono stati completati dopo la morte di Pasqualino); i contrasti erano tali che mio zio Pasqualino fece avvisare Barbaro Rosario ed i suoi accoliti che li avrebbe uccisi e fatti sparire". Altre informazioni, circa il presunto ruolo di mandante ed istigatore assunto da Rosario Barbaro, venivano fomite al collaboratore Agresta da Michele Virgara, definito un testimone oculare dei fatti: "preciso ancora che secondo Michele Virgara l 'incontro doveva essere finalizzato a raggiungere la pace e fino alla sera tutto era andato bene, avevano mangiato e scherzato tutti insieme; Saverio Trimboli non sembrava intenzionato ad uccidere, però durante la notte è uscito ed è andato al ristorante di Rosario Barbaro "u rosi da massara" dove questi «gli ha fatto il lavaggio del cervello» gli ha fatto cambiare idea con frasi del tipo «se non approfitti adesso Pasqualino ucciderà voi», così Saverio quando è tornato in casa ha ucciso mio zio. Lo stesso racconto me lo faceva mio cugino Domenico Agresta, per averlo appreso da Domenico Trimboli e lo stesso racconto mi è stato fatto da mio zio Rosario in carcere, facendomi intendere che era stato proprio Saverio Trimboli con quel racconto a fargli capire che la responsabilità dell'omicidio era da attribuire a Rosario Barbaro "u rosi da massara". Saverio Trimboli con me in carcere si limitò ad ammettere nei termini che ho detto la sua responsabilità per l'omicidio senza aggiungere molti particolari. All'alba Saverio Trimboli è tornato nella casa e ha trovato mio zio Pasqualino Marando sveglio che si stava facendo la barba, a questo punto gli ha sparato(..). Preciso che, ma è una mia opinione, che nella casa quella notte non ci fosse anche Natale Trimboli perché in questi casi si evita di far partecipare due fratelli insieme, per evitare il rischio di essere ammazzati in due della stessa famiglia. Peraltro ritengo che il giubbotto, e quindi le armi, di cui mi ha detto mio cognato Giuseppe Molluso, le avessero Saverio Trimboli e Domenico Trimboli, che non sono tra loro fratelli. Qualcuno mi ha raccontato che dopo averlo ucciso Saverio Trimboli abbia pianto, perché comunque gli era affezionato. Quindi hanno preso il corpo e lo hanno caricato su una Punto e lo hanno portato lungo la strada che va al Calvario, strada dove ha la casa la sorella di Saverio Trimboli, moglie del fratello di mia zia Caterina (moglie di mio zio Antonio Agresta): hanno oltrepassato la casa e, dove inizia l'Aspromonte, lo hanno seppellito. Lo hanno seppellito in quella zona in quel luogo che non mi è stato detto ma vicino a dove aveva la terra Antonio Trimboli. Mio cugino Luigi Marando, figlio di Pasqualino, voleva avere il corpo di suo padre, ma i Trimboli hanno risposto che glielo avrebbero dato se lui avesse fatto avere loro i corpi di Rosarioe Antonio Trimboli. Mio zio è stato ucciso intorno al 2002. Dalla sua morte in poi, tutti hanno iniziato a parlare male di lui dandogli tutti i torti, anche se li aveva fatti arricchire tutti. Prima della morte, invece, tutti stavano con lui, o per paura o per interesse. Dopo l'omicidio di mio zio Pasqualino Marando, non subito ma dopo un po' di tempo quando la tensione è calata, sempre su ambasciata di mio padre, di Domenico e Antonio Papalia, di mio zio Antonio Agresta e di Ciccio Barbaro detto Castano, che erano tutti in galera, è stato ordinato che bisognava riappacificarsi e non doveva più morire nessuno. In caso contrario, se fosse stato ucciso qualcuno, o da una parte e o dall'altra, sarebbero stati uccisi tutti i miei zii, o i Marando o i Trimboli. C'è stata quindi una riunione della 'ndrangheta, non a Platì, ma non so dire dove, a cui so che hanno partecipato Rosario Barbaro detto Massara, Pasqualino Papalia, mio zio RosarioMarando, Nunzio Novella, qualcuno degli Aquino ma non so chi, Domenico Barbaro detto Castano mi pare. C'erano anche persone che non erano di Platì ma che avevano la stessa dote di mio zio Pasqualino. Era una riunione non del locale di Platì, ma del «Crimine». Mi sembra fosse presente anche Antonio Pelle detto Gambazza. Durante la riunione hanno fatto dare la mano a mio zio Rosario Marando con Saverio Trimboli e Natale Trimboli, facendo promettere loro che non sarebbe più capitato nulla. Infatti così è stato".