Monasterace (RC), uccise la moglie Mary Cirillo per gelosia: Giuseppe Pilato era capace di intendere

cirillo maryEra "pienamente capace di intendere e di volere" Giuseppe Pilato, l'uomo che nel 2014 uccise la moglie Mary Cirillo per gelosia nei confronti della donna.

Lo hanno stabilito i periti Marco Marchetti e Simona Traverso, nominati dai giudici della Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria davanti ai quali si sta celebrando il processo di secondo grado.

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L'uomo è stato condannato all'ergastolo in primo grado.

Movente dell'omicidio, secondo quanto é emerso dalle indagini, la gelosia di Pilato nei confronti della moglie. Pilato è stato quindi riconosciuto di aver ucciso volontariamente la donna, con l' aggravante dalla premeditazione. L'uomo dopo avere ucciso la moglie nell'appartamento della coppia, a Monasterace si diede alla fuga e si costituì ai carabinieri il 23 agosto successivo. Mary Cirillo venne uccisa, come confermò l'autopsia, all'interno della sua abitazione con due colpi di pistola: uno in bocca, sparato dal basso verso l'alto, l'altro alla tempia. Una vera e propria esecuzione per la quale, oggi, c'è un solo imputato, il marito della vittima, Giuseppe Pilato. Secondo la ricostruzione degli inquirenti al momento del delitto in casa c'era il figlio minore della coppia, di poco più di un anno; sulla scena del crimine, però, sopraggiunse in un secondo momento anche la figlia maggiore, di soli dieci anni, che per prima rinvenì la madre, priva di vita, in una pozza di sangue nel pomeriggio del 18 agosto. Al momento dell'arresto dichiarò di non ricordare nulla, confessando solo alcuni anni dopo.

Una sola pista per gli investigatori, quella passionale, a cui portarono una serie di indizi, da cui emerse che Pilato era affetto da una vera e propria ossessione verso la moglie e non accettava di separarsi, nonostante lei fosse intenzionata a farlo.
Una vita infelice quella dei coniugi Pilato-Cirillo negli ultimi tempi nonostante la presenza di quei splendidi bambini avuto durante il matrimonio . Mary, infatti, poco prima di essere uccisa, era oggetto di minacce, pedinamenti, controlli asfissianti da parte del marito che era arrivato persino a rubarle il telefono per controllare tutti i suoi movimenti.