di Mario Meliadò - Abbiamo registrato sugli aliscafi la verità di Liberty Lines. Sostanzialmente notizie ufficiali dal Ministero Liberty Lines non ne ha avute, per questo motivo sa di dover interrompere il servizio e, ovviamente, deve anche avviare il licenziamento collettivo delle oltre 70 unità alle sue dipendenze.
Le notizie non finiscono qui perché è da giorni che informalmente si sa che il Ministero, retto da Danilo Toninelli, era intenzionato ad affidare non una proroga a Liberty Lines, appunto, ma ad affidare un incarico temporaneo a Bluferries. I soliti bene informati dicono che ormai questa è la direzione presa e ci sarebbe anche una data massima: il 31 dicembre 2018.
Sostanzialmente, entro quella data il governo Conte andrebbe ad effettuare quella procedura ad evidenza pubblica per la concessione del servizio (magari di nuovo triennale, come accaduto per Liberty Lines) e nel frattempo gli stessi collegamenti li effettuerà Bluferries che è la compagnia competente per Rfi, la società del gruppo Ferrovie dello Stato che si occupa di reti.
Ma gli stessi collegamenti? Questa è una bella domanda perché è difficile dire, considerato anche che ci sarà un noleggio a pagamento in capo alla Bluferries di una nave per il collegamento veloce che attualmente la società non possiede, se i collegamenti rimarranno gli stessi. E dal punto di vista numerico e anche dal fondamentale punto degli orari dei collegamenti da Reggio verso Messina e da Messina verso Reggio.
Per non sbagliare, abbiamo chiesto ai soliti bene informati e ci hanno detto che non è la prima volta che ci si trova di fronte a una situazione del genere. E per capirci, giusto prima del triennio di concessione affidata a Liberty Lines, che scade domani 30 settembre, fino ad allora c' era stato subito prima un periodo di interregno e anche in quel caso era stata la Bluferries ad accollarsi con proprio onere, così come ora andrebbe a onere della Bluferries e non del Ministero dei Trasporti, anche il noleggio di questo aliscafo per effettuare il collegamento. Ed è proprio per questo ci dicono queste gole profonde che il Ministero retto da Toninelli ha scelto questa soluzione e non già la proroga in capo a Liberty Lines. Perché è vero che si tratta di due soluzioni entrambe provvisorie ma attenzione, in un caso la cosa al Ministero viene fuori gratuitamente. Invece, la Liberty Lines avrebbe continuato a pretendere competenze pro quota per i mesi del periodo di proroga. Quindi la differenza ai fini dell'erario c'è sicuramente. Abbiamo però cercato ulteriori riscontri. Sarà che è sabato, ma l'ufficio stampa di Rfi era indisponibile alle varie numerazioni possibili.
Carte ufficiali non ne sono arrivate a nessuno. Non sono arrivati incartamenti ufficiali certamente al personale che sul territorio svolge concretamente il servizio di attraversamento da una sponda all'altra. Non è arrivato incartamento di alcun tipo del Ministero agli amministratori pubblici delle due sponde. Non è arrivato neppure alle sigle sindacali che pure informalmente si dicono a conoscenza degli sviluppi.
Dunque per il momento, al 29 settembre, Liberty Lines è fuori. Invece, Bluferries sa soltanto che dovrà provvedere dall'1 ottobre a svolgere lo stesso servizio, proprio perché lo scopo annunciato, sostanzialmente a mezzo stampa da Toninelli, è quello di evitare la pur minima interruzione del servio. Come però non è ancora certo.
Abbiamo chiesto, così come può farlo ciascun utente, prima alla biglietteria che però non ci ha risposto al telefono. Poi abbiamo avuto più fortuna chiamando il contact center. Il contact center, che ha una competenza sovra ordinata, ci ha risposto con candore che dei dettagli dello svolgimento del servizio (quando mancano 48 ore scarse) loro non sanno nulla. Non sanno quante corse ci saranno, non sanno se gli orari rimarranno gli stessi o se invece cambieranno. All'utente che chiamava hanno consigliato di richiamare quanto meno domani, se non direttamente lunedì perché è un "work in progress" , così hanno detto, e "aspettiamo da un momento all'altro di poter avere ulteriori elementi". Naturalmente, per essere ancora più certi di questa insicurezza di quadro generale, abbiamo verificato anche sul sito web di Bluferries che naturalmente non reca taccia dell'inizio di questo servizio. Invece c'è un altro flash in cui si informa la clientela di una variazione degli orari per l'esercizio delle unità bidirezionali ma non per il collegamento veloce ma per le navi traghetto non sull'asse Reggio Calabria-Messina ma sull'asse Tremestieri-Villa san Giovanni
Insomma, l'idea complessiva che non solo un giornalista ma qualsiasi utente si può fare ad oggi è di una grande approssimazione.
Inutile dire che i sindacati sono sul piede di guerra. L'approssimazione con cui il governo centrale ha approcciato la scadenza di questo triennio di concessione del servizio aliscafi è stata da più sigle sindacali duramente censurata perché ovviamente era notorio che il triennio di concessione sarebbe scaduto domenica 30 settembre 2018.
E invece il governo si è fatto trovare totalmente impreparato, proprio perché è arrivato tardi sulla palla, diremmo con una metafora calcistica. Ma d'altro canto, la cosa che convince di meno in assoluto è poi la soluzione che è stata adottata in concreto dal ministro Toninelli. Che probabilmente per un calcolo di cassa, questo lui non lo ha mai spiegato finora, ha optato per un'assegnazione temporanea del servizio a Bluferries, non tenendo conto però della differenza in termini occupazionali. Infatti, è per il momento solamente un "pourparler" che Bluferries andrebbe ad attingere al bacino dei lavoratori Liberty Lines per circa 25 unità. Ma in tutti i casi, anche ove questa voce di corridoio accreditata corrispondesse a verità, rimane la circostanza che il personale fin qui utilizzato per la medesima tratta è di oltre 70 unità. Nel saldo occupazionale ci sarebbero almeno 45 persone che perderebbero il posto di lavoro, cosa che se la proroga fosse stata assegnata a Liberty Lines non sarebbe accaduta e poi ci si sarebbe dovuti confrontare con l'esito del bando, perché teoricamente Liberty Lines, cosi come lo ha vinto una volta, avrebbe anche potuto rivincerlo e poi nel bando stesso si potrebbe, e si potrà ancora, inserire una clausola di salvaguardia proprio per evitare che queste persone perdano il lavoro. Intanto però è praticamente certo che lo perderanno. Sono tante le cose che non convincono i rappresentanti dei lavoratori .
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A fronte di questo, Michele Barresi, il segretario regionale di Uil Trasporti, aveva fatto sapere "il vettore pubblico dimostra di essere l'unico affidabile nella gestione delle emergenze nell'area dello Stretto. Occorre garantire un servizio efficiente e tutelare il 100 per cento dei posti di lavoro". Dal canto loro, il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, già ministro per le Comunicazioni, e la deputata messinese forzista Matilde Siracusano, censurano la soluzione adottata, bollata come "mostrare i muscoli a tutti i costi". Un tipo di approccio che "non può essere una soluzione a un problema. Semmai è il modo migliore di crearne di nuovi" .
Se possibile ancor pur drastico nel commento Franco Spanò, segretario regionale della Filt Cgil siciliana: "La tempistica della mossa del governo non ci ha convinto affatto, ma il nodo vero è la micidiale carenza di risorse al Ministero dei trasporti per una lunga serie di attività, cosa che sta creando il caos" afferma Spanò.
E secondo Spanò, "la stessa creazione di mano pubblica di BluJet, la nuova società che prenderà il via dall'inizio del 2019 per garantire la tratta del collegamento veloce Villa San Giovanni-Messina, in combinato disposto con l'attuale scarso tasso di riempimento degli aliscafi lungo l'asse Reggio Calabria-Messina , potrebbe portare a considerare quest'ultimo collegamento una mera appendice".
E quindi in prospettiva la soppressione del collegamento tra il capoluogo di provincia reggino e il capoluogo di provincia dirimpettaio si avvicina.
Ma la cosa che più preoccupa la Filt Cgil è "l'esubero di 72 unità che per almeno il 50 per cento andranno incontro a una disoccupazione permanente: non sarebbe successo se si fosse programmata per tempo la proroga del servizio in capo alla stessa società".
Il pomeriggio di lunedì 1 ottobre peraltro le forze sociali saranno impegnate in un vertice con la parte datoriale a Milazzo per saggiare possibili alternative ai 72 licenziamenti in programma. Ma le parti sociali già avevano chiesto un "incontro urgentissimo" al Ministero dei Trasporti: "Ora è più urgente che mai" chiosa con amarezza Spanò.