Concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e intralcio alla giustizia, reati tutti aggravati dall'aver agevolato la ndrangheta.
Sono queste le accuse mosse dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci, e dal pm antimafia Adriana Sciglio nei confronti della criminologa Angela Tibullo arrestata stamani dai Carabinieri del comando provinciale. La professionista originaria di Polistena, ma residente nella capitale, avrebbe corrotto medici e consulenti per far ottenere benefici penitenziari come la detenzione domiciliare rispetto a quella carceraria, a diversi esponenti delle 'ndrine Grasso e Pesce di Rosarno e Crea di Rizziconi.
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In particolare, stando ai capi di imputazione, la donna, in concorso con un altro professionista, avrebbe «offerto o promesso denaro o altra utilità, allo scopo di fargli redigere una falsa perizia», al perito nominato dal Tribunale per il Riesame di Reggio Calabria, che aveva l'incarico di valutare la compatibilità con il regime carcerario della condizioni di salute di Teodoro Crea , capo dell'omonima, detenuto in regime di "41 bis" ossia il cosiddetto "carcere duro". La donna avrebbe «offerto o promesso al suddetto perito d'ufficio un'adeguata "ricompensa" al fine di riconoscere l'incompatibilità del detenuto con il regime carcerario, invitandolo a presentarsi poi presso lo studio di Omissis, per riscuotere il suo "compenso", dopo il deposito della relazione peritale favorevole al suo assistito».
Un'offerta però rifiutata dal perito d'ufficio del Riesame che poi nel suo elaborato affermava la compatibilità delle condizioni di salute di Teodoro Crea con il regime della detenzione carceraria. Lo stesso consulente del Riesame denuncerà l'episodio agli inquirenti.
Stando alle carte dell'inchiesta poi, la donna sarebbe riuscita a far ottenere la scarcerazione a Rosario Grasso, corrompendo i periti della difesa.
In particolare la Tibullo avrebbe "ricompensato con le prestazioni di escort le perizie - redatte dal perito d'ufficio, unitamente ad Omissis- con cui si valutava falsamente la condizione clinica di Rosario Grasso incompatibile con il regime carcerario". Quest'ultima circostanza è stata riferita all'autorità giudiziaria proprio dal professionista, incaricato dal Riesame per la situazione di Teodoro Crea, il quale ha riferito che «la Tibullo mi comunicava che avrebbe avuto riscontri positivi nel senso di agevolazione nei confronti di altro suo assistito detenuto, da tal dott. Omissis, e che quest'ultimo sarebbe stato ricompensato non con danaro ma con delle escort. La Tibullo si è vantata, altresì, di aver ottenuto di recente una perizia psichiatrica favorevole alla scarcerazione per un suo cliente che aveva una patologia assolutamente blanda. Questo perito era stato, invece, compensato in denaro (...). Mi ha parlato anche di un medico suo amico che si era rifiutato di redigere una perizia favorevole ad un suo assistito, specificandomi che si era vendicata del predetto, escludendolo dal suo "giro" di consulenze, danneggiandolo a livello lavorativo. Per invogliarmi mi chiarì anche che l'ultimo perito che aveva "ricompensato" si era "Fatto la Pasqua" con quello che aveva da lei ricevuto e, probabilmente, si "era fatto pure l'estate"(...) Decisi subito di denunciare- dirà il perito- quanto accaduto alle istituzioni per essere più sereno nelle mie valutazioni».