di Nino Mallamaci* - Scilla non ha bisogno di presentazioni. Io provo sincera invidia per chi ha avuto in sorte di nascere in questo posto magnifico - di questi tempi, bisogna ricordare che nessuno sceglie di venire al mondo in una bidonville o nel bel mezzo di un teatro di guerra - anche se penso che molti dei suoi abitanti non siano totalmente consapevoli del tesoro su cui possono posare lo sguardo ogni giorno.
Da qualche anno, complice il traffico insostenibile della Jonica con conseguente rischio di ritiro di patente già sperimentato, sono tornato a Scilla.
Ho preso una casetta con veranda dalla quale si domina il mare e l'imbocco dello Stretto, mentre sulla destra si staglia il castello. Una vera e propria goduria, anche per scrivere. Ho scelto il lido Acquarium solo perché si trova in corrispondenza del mio buen retiro, quindi solo per una, a ragion veduta, fortunata coincidenza.
Non vado al lido per stendermi sul lettino sotto l'ombrellone; sono un ragazzo di paese, quindi preferisco la sabbia e il pietrisco con una semplice stuoia sopra. Unica concessione alla comodità, da quest'anno, un cuscinetto sul quale poggiare la mia testolina per poter leggere meglio. Ma l'aspetto meraviglioso della mia esperienza scillese è senz'altro rappresentato dal fatto che al lido Acquarium ci si può sedere a pranzo, sdraiare durante tutta la giornata, gustare un cocktail al tramonto, sentendo voci umane, pianti di bambini in carne e ossa (e capricci), il rumore della doccia. E, dulcissimus in fundo, lo sciabordio del mare, le sue onde appoggiarsi sulla battigia e tornare indietro. Perché al lido Acquarium NON C'E LA MUSICA: latino - americana, da discoteca, melensa italiana, rock, pop. Nulla di nulla.
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Per me, malato di musica, e proprio per questo motivo rispettoso della musica e del silenzio; per me, che da anni mi batto contro la dittatura della musica sparata dappertutto, anche contro il volere dei suoi ipotetici fruitori, è veramente un paradiso. La musica, nel 99 % dei casi di pessima qualità, ormai è come la tua ombra: ti segue dappertutto e a ogni ora, dal bar al negozio d'abbigliamento, dal Corso Garibaldi - disseminato di altoparlanti dai scendiletto della Curia - al ristorante, dall'ascensore alla partita di qualsiasi sport. Sembra che sia necessario avere sempre la mente occupata per non pensare ad altro. Non volendo redigere un trattato antropologico, mi fermo qui, non senza aver ringraziato le persone che rendono possibile ogni giorno questo vero e proprio miracolo: le sorelle Natasha e Anastasia Carbone con i rispettivi fidanzati, che gestiscono questo gioiello della dolce accoglienza con modi garbati, fornendo tutti i servizi nella pulizia, nell'ordine e nel decoro.
Ora, brevemente per non sciupare l'incantesimo, le note dolenti.
Sembra che a Scilla, accanto al culto di san Rocco, venga coltivata un'altra tradizione: quella di occupare con oggetti di vario genere la sede stradale davanti a casa o all'esercizio commerciale. Il campionario è vario e fantasioso: si va dalla classica sedia alla novità assoluta, figlia dei tempi, dei mastelli per la raccolta dei rifiuti, passando per motorini in disuso, barche, blocchetti di cemento di varie dimensioni. Ho scritto qualche giorno fa al Comune, e alla Polizia municipale, per segnalare che tempo fa ho trovato una multa sulla mia macchinina parcheggiata sullo stesso lato di una barchetta, la quale, invece che solcare il bel mare di Scilla, staziona da anni su una strada. In verità, quel giorno stesso avevo chiesto alle solerti e implacabili vigilesse di spiegarmi il motivo per cui avevano multato le auto e non avevano preso alcun provvedimento per la barca - su - strada. La risposta? Non conoscevano il proprietario, la qual cosa, nella loro personalissima visione dei loro obblighi, le esimeva da qualsiasi onere. Ora, dopo averle avvertite verbalmente e dopo aver scritto formalmente, il passaggio successivo sarà quello di recarmi alla locale stazione della Benemerita per denunciare una situazione veramente paradossale, nella quale chi viene a lasciare moneta sonante, a tutto vantaggio dell'economia scillese, deve pagare un surplus non potendo portare seco l'automobile in spiaggia, mentre chi occupa abusivamente il suolo pubblico viene tranquillamente lasciato fare.
Il sottoscritto, affetto da torcimento di budella davanti a certi comportamenti, ha, in questi giorni, adottato un rimedio facile facile; si tratta di avvicinarsi con l'auto a sedie, mastelli, e roba varia, spostandoli dolcemente di quel tanto che basta a parcheggiare. I problemi si presentano invece insormontabili davanti a barche motorini blocchetti di cemento, e, in loro assenza, a cittadini che, al cospetto di inciviltà e arroganza, fanno spallucce. Ah, dimenticavo: la barchetta è sempre al suo posto. L'accertamento dei vigili richiede, evidentemente, un percorso lungo. Farò prima io ad arrivare dai Carabinieri.
* Avvocato e scrittore