Si pente Figliuzzi, uno dei killer di Giuseppe Canale: "Per uccidere, mi promisero 10mila euro. Me ne diedero solo 3 mila"

figliuzzi 600"Inizio la carriera criminale nel 2011 con l'omicidio di Giuseppe Canale a Reggio Calabria. La conoscenza ce l'ho avuta nel 2010 mentre mi trovavo con Salvatore Callea e Diego Zappia di Oppido Mamertina, il primo che abita a Canino a Roma e l'altro, il secondo, Diego Zappia che abita a Oppido Mamertina. Conoscendo loro mi hanno proposto di fare quest'omicidio a Reggio Calabria e io ho accettato". È il 13 dicembre scorso. Ad essere interrogato dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo è Nicola Figliuzzi il giovane killer al servizio del gruppo criminale vicino ai Patania di Stefanaconi, nel vibonese. Figliuzzi verrà arrestato dai Carabinieri, su ordine del procuratore Lombardo e del pm Sara Amerio, il 10 novembre scorso,nella prima trance dell'inchiesta sul delitto Canale, in quanto ritenuto uno degli esecutori materiali, insieme a Cristian Loielo, e Salvatore Callea, e ai mandanti Filippo Giordano, Domenico Marcianò e Sergio Iannò. Subito dopo l'arresto Figliuzzi deciderà di collaborare con la giustizia diventando un vero e proprio "asso nella manica" per l'Antimafia dello Stretto a cui dirà, a chiare lettere, che « loro volevano questa vendetta per il fatto che gli avevano ucciso uno zio..credo a Domenico, non a Nino, a Domenico e quindi volevano questa vendetta e volevano uccidere questo Giuseppe Canale». «Le fecero il nome dello zio che era morto?», lo incalza il procuratore Lombardo. Figliuzzi risponde preciso: «sì Domenico Chirico che lui comanda ... all'epoca comandava lui là e poi è stato ucciso e quindi (...)e che poi hanno perso parecchi soldi perché sono entrati in possesso altre persone. Così dicevano». Per il suo primo delitto gli avrebbero proposto dieci mila euro ma, alla fine «me ne sono stati dati solo tre(..) L'omicidio la prima volta mi è stato proposto a Lubrichi presso ... dove lavoravo, dove stavo tagliando la legna, ed era presente sia Salvatore Callea sia Diego Zappia, dove il Callea mi indicava che cosa si doveva fare(....)al momento in cui mi propongono l'omicidio io accetto e gli ho detto "giustamente si deve vedere l'importo per farlo non è che vado così e lo ammazzo ad uno per...poi...». Dal contenuto delle dichiarazioni messe a verbale dal neo collaboratore di giustizia Nicola Figliuzzi emergerebbe come l'agguato ai danni del Canale gli veniva proposto da Salvatore Callea e da Diego Zappia, elemento, secondo il "pentito", organico alla cosca di 'ndrangheta facente capo alla famiglia Mazzagatti di Oppi do Mamertina. Figliuzzi ha riferito che, a seguito dell'incarico ricevuto non vi furono altre riunioni interlocutorie fino al 12 agosto 2011, giorno in cui venne compiuto materialmente l'omicidio. Sempre nello stesso verbale il collaboratore svela i dettagli relativi alla commissione dell'omicidio, ponendo in evidenza i ruoli ricoperti da altri soggetti, ovvero da Cristian Loielo, Antonino Crupi, Domenico Marcianò, Sergio Iannò, Filippo Fiordano e Giuseppe Germanò, nella realizzazione dell'agguato.

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Stando all'inchiesta "all in" è emerso che Giuseppe Canale fu ucciso perché diventato personaggio scomodo all'interno del gruppo di 'ndrangheta facente capo ad Antonino Crupi e Domenico Marcianò perché ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio di Domenico Chirico, suocero di Crupi, risalente al 20 settembre del 2010.
Uno dei tre arrestati di stamattina, Giuseppe Germanò, secondo quanto riferito dai carabinieri, avrebbe messo a disposizione il locale del proprio negozio di ortofrutta a Gallico di Reggio Calabria per le riunioni nel corso delle quali sarebbero state definite le modalità organizzative dell'assassinio di Giuseppe Canale, prendendo parte in prima persona alla programmazione dell'omicidio. Figliuzzi :«gli ho detto se possiamo vedere il posto. Ha detto: "Si". E poi sono salito in macchina con Nino Crupi a bordo della sua 500 che era lì ... era ... era già ferma lì in quel piazzale dov'eravamo noi. Aveva una 500 credo nera con l'interno rosso(...)mi ha fatto vedere il bar dove è stato poi ferito prima ...e poi inseguito(...)erano loro quelli che parte ...... organizzavano l'omicidio, erano loro. C'era pure Salvatore Callea però ha detto ... Callea Salvatore era lì presente per il recupero, lui poteva fare solo il recupero».
Ed ecco che Figliuzzi racconta l'agguato in cui morirà Canale: «Quando ... quando sono arrivati subito prima del 'omicidio, sono venuti a darci il via, Callea ha preso la sua macchina e si è recato presso la strada Gallico-Gambarie che ci doveva aspettare, e noi siamo partiti col motorino e ci ha detto: "vedi che il tizio ha una maglietta di colore ... ", adesso non ricordo il colore però mi ha fatto indicare il colore e che era seduto con le spalle a loro(...)era ... lui era l'unico perché loro erano passati ed ha detto: "è lui che è seduto là, è un tipo un po' robusto ... " ed era ... era lì quello là ... ci ha detto.. avevamo due caschi sia io che Loielo. I caschi li ha procurati Nino Crupi, non ... non li avevamo presi là. lo ... io mi ricordo che avevo fatto tutto il percorso senza casco da dove abbiamo preso il motorino...fino a...».
Il collaboratore Figliuzzi poi ha riferito di essersi recato, nelle fasi immediatamente successive all'omicidio,
nel luogo precedentemente individuato con il Crupi, per disfarsi sia del motorino, dato alle fiamme che dell'arma usata .In questa circostanza ha precisato inoltre, che era stato proprio Antonino Xrupi ad occuparsi del recupero di Cristian Loielo, che, dopo aver esploso diversi colpi di pistola calibro 38 con cui attingeva il Canale ad una gamba, si era dato alla fuga. Specificava altresì come Crupi e Marcianò avessero provveduto in seguito ad acquistare il biglietto del treno con il quale Cristian Loeilo aveva fatto rientro a Sant' Angelo di Gerocarne nella stessa serata del 12 agosto 2011