Reggio, processo “Meta”: il giorno dei marescialli

carabinieri rosdi Claudio Cordova - Osservazione, controllo e pedinamento. Accanto alle classiche intercettazioni telefoniche e ambientali, le indagini tradizionali. Come si facevano un tempo, prima che l'utilizzo delle "cimici" diventasse uno degli elementi cardine dell'attività investigativa. Nel maxiprocesso "Meta" depongono i marescialli del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, che, nel periodo in cui a comandare era il Colonnello Valerio Giardina, hanno svolto gli accertamenti, prima per la cattura di Pasquale Condello, arrestato il 18 febbraio 2008, poi per dare concretezza all'inchiesta con cui il pubblico ministero Giuseppe Lombardo sta cercando di ricostruire le dinamiche criminali di Reggio Calabria.

Alla sbarra, infatti, vi sono i presunti capi delle principali famiglie cittadine: Giuseppe De Stefano, Pasquale Condello, Giovanni Tegano e Pasquale Libri.

E i sottoufficiali in servizio al Ros, citati dal pm Lombardo, hanno deposto proprio sull'attività investigativa. Il maresciallo Francesco Simone si è concentrato sul materiale recuperato all'interno dell'abitazione dove fu catturato Pasquale Condello: lettere e contratti Enel nel covo del "Supremo", cui i militari arriveranno dopo anni di ricerche. "Noi seguivamo il genero Giovanni Barillà" ha detto Simone. Il maresciallo ha anche riferito di una verifica fatta sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Carlo Mesiano, che ha raccontato di una "visita" ad Archi (insieme al socio nell'edilizia, Domenico Moscato) per pagare la tangente (probabilmente ai De Stefano) su un lavoro in via del Torrione. L'indagine "Meta", infatti, mira a dimostrare come le cosche, un tempo nemiche, si siano alleate per la spartizione degli affari e del giro di mazzette. Nel corso del sopralluogo nel rione Archi, effettuato insieme a Mesiano, i Carabinieri riusciranno a individuare otto possibili abitazioni in cui Moscato si sarebbe recato.

E se le deposizioni dei marescialli Antonio Cicilese e Gaetano Tarantello hanno impegnato l'attività in aula per pochi minuti (anche grazie all'acquisizione delle relazioni di servizio), più lunga è stata la testimonianza del maresciallo Agostino Risorto, che ha riferito del materiale rinvenuto a bordo dell'autovettura di Giovanni Barillà, nel corso di un servizio a Taormina per l'installazione di una microspia: numeri di telefono, carte di credito, ma anche patenti di guida in bianco e appunti con le date di nascita di Pasquale Condello e della moglie.

Al centro delle deposizioni anche la figura dell'imprenditore Domenico Barbieri, elemento centrale dell'indagine e monitorato per diverso tempo dal Ros. I militari, infatti, ne documenteranno diverse azioni, tra cui gli incontri con alcuni soggetti di spicco della 'ndrangheta (tra cui Santo Le Pera) nonché l'incontro con l'ingegnere del Comune di Reggio Calabria, Francesco Viglianisi. Una delle peculiarità della famiglia Barbieri, infatti, sarebbe stata quella di riuscire a mandare avanti un rapporto in qualche modo privilegiato con varie parti dell'Amministrazione Comunale.