13enne stuprata per due anni, il sindaco di Melito Porto Salvo nega di aver dato la solidarietà ad un membro del branco: "Ricostruzione fuorviante"

medurigiuseppesindacomelito500"Egr. direttore, in merito all'articolo pubblicato sul suo giornale in data 28 marzo U.s. nel quale paventava l'ipotesi che io abbia potuto manifestare solidarietà ad uno degli imputati nel processo per violenza a carico della minorennequale paventava l'ipotesi che io abbia potuto manifestare solidarietà ad uno degli imputati nel processo per violenza a carico della minorenne, mia concittadina, mi corre l'obbligo di specificare ai suoi lettori e a lei, quanto segue. Se è vero che lei nella sua ricostruzione giornalistica , più volte accenna alla possibilità che potrebbe trattarsi di una mera millanteria la circostanza secondo la quale io, quale sindaco di Melito Porto Salvo, avrei manifestato solidarietà ad uno degli imputati , è altrettanto vero che la ricostruzione è a tratti fuorviante e si presta a far generare nel lettore il dubbio che io abbia potuto davvero fare una cosa del genere. Il mio intervento, pertanto, ha come obiettivo quello di ricostruire la verità del mio comportamento in ordine a quella dolorosissima vicenda che ha colpito tutta la comunità melitese. Mai avrei potuto manifestare solidarietà a chi , ferme restando tutte le garanzie processuali che non possono e non devono mai venire meno , è imputato di un delitto così orribile. Di contro, ho manifestato vicinanza e solidarietà ,sin dal primo momento, alla famiglia , e per la precisione, al papà della ragazzina al quale mi legano rapporti di reciproca stima e cordialità , avendo con lo stesso condiviso rapporti professionali. A riprova di quanto sostengo per chiarezza e completezza preciso che: dopo l'accaduto, in concomitanza della venuta a Melito del giornalista Rai, dott.Riccardo Giacoia, rilasciai allo stesso un intervista rispondendo a tutte le sue domande, anche a quelle fatte a telecamere spente. Il garbo e la professionalità dimostrata dallo stesso giornalista ha fatto si che, su sua espressa richiesta mi sia adoperato per farlo incontrare con il padre della ragazza, con il quale avevo una diretta conoscenza e rapporti personali improntati al cordiale rispetto e stima reciproca, maturata nel campo lavorativo. In quella occasione ribadivo la mia vicinanza, solidarietà e disponibilità in prima persona e nelle vesti dell'istituzione che rappresentavo, cosa già in precedenza fatta in un incontro avvenuto nell'immediatezza dell'accaduto, quando forte dei rapporti personali, lo avevo già incontrato nei pressi di casa sua. Il giornalista, in quell'occasione annotava il sentimento di amicizia e vicinanza poiché il padre della ragazza esternava a più riprese il senso di gratitudine e nello stesso tempo apprezzava il modo riservato con cui si era svolto l'incontro ed il modo in cui mi ero posto anche nelle precedenti occasioni. Rammento e preciso che durante il colloquio con il giornalista, io per discrezione mi sono allontanato per non sentire quanto magari riservatamente si voleva dire, e per non creare imbarazzo.

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Il giorno dopo, lo stesso giornalista, veniva accompagnato da me presso due parenti dei ragazzi arrestati e precisamente il padre di uno e lo zio di un altro. L'incontro con gli stessi è stato sulla via principale del paese e precisamente sul corso Garibaldi in un caso e su altra via nell'altro, quindi nessuna visita a casa per intenderci. A loro, dopo la mia presentazione, il giornalista rivolgeva alcune domande, senza scendere in merito, in quanto entrambi riferivamo che i loro avvocati avevano dato queste direttive e negavano quindi l'intervista. Posso solo aggiungere che durante il viaggio di ritorno con il giornalista abbiamo entrambi convenuto sull'imbarazzo del genitore che avevamo incontrato, fotografando una situazione di disperazione familiare. Il signore che avevamo appena salutato, durante l'incontro ci ha ripetuto un paio di volte che come lavoro aveva fatto per anni la scorta e che aveva sempre fatto dell'educazione e dei sani principi un cavallo di battaglia per i propri figli, cresciuti a suo dire in certi ambienti. Preciso che solo, in quella occasione e mai più, ed in presenza del giornalista, ho parlato dell'accaduto con il signore di cui riferisce l'articolo ed i fatti dicono altro: non solidarietà, ma speranza. Questo ho ripetuto in quella occasione, in quanto lo avevo già detto alla radio, nella mia prima mia uscita pubblica riguardante i fatti. Il mio pensiero è stato anche riportato in una missiva, inviata all'onorevole presidente della Camera, e non muta rispetto all'interlocutore od alle circostanze. Dispiace che vengano riportate notizie, tanto per fare rumore o per lasciare dubbi ed incertezze. Unica consolazione, aver conosciuto un vero professionista, che anche in situazioni ed ambienti difficili, non ha messo in difficoltà nessuno e a cui va la mia stima e la mia gratitudine per un lavoro non certo facile. In qualsiasi momento sono certo che se chiamato l'inviato Rai, con il quale ci siamo sentiti spesso, potrà confermare quanto sopra riportato, e spero che anche chi ha lanciato il sospetto possa in un futuro prossimo magari accertare alla fonte correttamente i fatti accaduti e riportarli tali".

Così il sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Meduri.