Il processo agli assenteisti del Comune di Reggio Calabria che non s’ha da fare

ReggioPalazzoSanGiorgionuova4di Claudio Cordova - Toccherà al giovane giudice Francesco Campagna, arrivato a Reggio Calabria ai primi di novembre, provare a ridare decoro a una giustizia – che quando non arriva o arriva con tempi pachidermici – allontana ancor di più i cittadini dalle Istituzioni. E' lui, infatti, il nuovo giudice chiamato a svolgere (e, si spera, definire) il processo "Torno Subito", scaturito dall'inchiesta del pm Antonella Crisafulli, che ha svelato un ampio giro di assenteismo presso il Comune di Reggio Calabria.

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Un bubbone, quello degli assenteisti di Palazzo San Giorgio, che scoppia, con l'operazione della Guardia di Finanza, nell'aprile 2013: una pratica, quella di "strisciare" il badge per i colleghi, che sarebbe diventata routine per gli impiegati di Palazzo San Giorgio, che risultavano in ufficio ma in realtà andavano a fare la spesa, o shopping sul Corso Garibaldi. Gli impiegati risultano essere, in maniera indiscriminata, dipendenti dello staff del sindaco, ufficio di Gabinetto, segreteria generale, presidenza del Consiglio comunale, della Giunta, dell'assessorato cultura, messi, uscieri, autisti, albo e archivio, "Decreto Reggio" o collaboratori del primo cittadino assunti a tempo determinato fino a quando rimane in carica l'amministrazione responsabile dell'assunzione. Dai 30 ai 60 anni, tutti i lavoratori sono stati ripresi, filmati e fotografati dai militari della Guardia di Finanza mentre si adoperavano nell'uso improprio del badge di ingresso, che gli è costato una denuncia per truffa aggravata dalla circostanza di "aver commesso il fatto a danno dello Stato o di altro ente pubblico". Il periodo su cui i finanzieri hanno indagato, e accertato l'illecito, va dal 21 aprile 2011 al 21 maggio 2011. Un processo che, quindi, rischia la prescrizione ancor prima di iniziare effettivamente l'attività in aula: i fatti contestati dalla Procura di Reggio Calabria riguardano il 2011 e questo significa che si prescriveranno alla fine del 2018, cioè dopo i sette anni e mezzo previsti dalla legge.

E questo perché il procedimento è da sempre stato caratterizzato da rinvii siderali e da ritardi. Da ultimo, nell'udienza di alcune settimane fa, il cambio del giudice che dovrà occuparsi del caso. Il pm Crisafulli, infatti, ha chiesto il rinvio a giudizio nel dicembre 2013, con fissazione dell'udienza preliminare addirittura un anno dopo, il 4 dicembre 2014: l'udienza preliminare, davanti al Gup Antonino Laganà, si chiude nel marzo 2015 con il decreto che fissa il giudizio.

Da allora, solo rinvii: il prossimo, questa volta davanti al giudice Campagna, nel gennaio 2018.

Un nulla di fatto nei confronti dei "furbetti del cartellino" sarebbe devastante per la già fragile fiducia nelle Istituzioni della popolazione reggina. La speranza allora è che, anche in caso di prescrizione, il Comune di Reggio Calabria adotti le opportune determinazioni nei confronti dei dipendenti che avrebbero truffato l'Ente. Mentre restano pochi mesi per riaffermare la giurisdizione, in un caso che indignò particolarmente la cittadinanza. Affinché quello contro i furbetti del cartellino del Comune di Reggio Calabria non sia stato solo un apparente esercizio dell'azione penale.