I sogni non infranti di Angelo Frammartino

frammartinoangelo600di Enzo Romeo - Gli ardori nobili della gioventù, la tensione ideale, che si scontra con la follia di una violenza assurda, generata da un ancora più assurdo conflitto tra popoli. Potremmo sintetizzare così la parabola di Angelo Frammartino, giovane cooperante ucciso a 24 anni a Gerusalemme, in un pomeriggio di inizio primavera. Correva l'anno 2006, Angelo, intellettuale entusiasta della vita, era partito dalla sua Monterotondo, paese di 40 mila abitanti alle porte di Roma, per regalare il sorriso della pace ai bambini palestinesi e israeliani.

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Solo pochi giorni prima del viaggio aveva descritto agli amici gli entusiasmi e le energie che animavano il suo impegno a favore dei deboli. Romano d'adozione, era figlio di cauloniesi doc, Angelo, che con Caulonia aveva un rapporto quasi simbiotico, con tenacia si era deciso a seguire consapevolmente una strada, dove pericolo e amore si incrociano spesso. Dieci anni sono passati, sembra un soffio di vento, ma l'impegno di quel giovane e colto uomo oggi lascia un ulteriore segno della sua grandezza. Caulonia lo ha ricordato, intitolandogli l'auditorium "Casa della Pace". Autorità militari, civili, religiose -il vescovo di Locri- Gerace, Francesco Oliva, ha benedetto la lapide che campeggia davanti all'ingresso dell'auditorium- cittadini comuni, volontari hanno reso omaggio al martirio di Angelo. Commozione certo, tristezza, ma anche il sorriso, alimentato dalla consapevolezza di un percorso di pace, di una vittoria finale, quella vittoria che non conosce la cultura delle armi, bensì la verità delle parole e dei comportamenti giusti.

Erano in tanti, lo abbiamo scritto, ma è significativo aggiungere che a ricordare Angelo c'erano anche il sindaco di Monterotondo, Mauro Alessandri, i dirigenti della fondazione a lui intitolata, attiva già da tempo nella cittadina laziale. C'erano soprattutto i genitori dell'intraprendente volontario. Per nulla al mondo sarebbero mancati. E avevano ragione. Il rischio della retorica, in questi casi, è sempre dietro l'angolo, ma benedetta essa sia, se serve a costruire nuove realtà sulla base delle idee forti e sincere.

Noi abbiamo osservato, da semplici cronisti, i momenti, che hanno dato il senso alla giornata. Sono le dinamiche di una vita di paese, che si apre al mondo. Oggi Caulonia ha vinto una partita giocata a viso aperto contro i luoghi comuni.

Ha fatto bene il sindaco Kety Belcastro a dire di avere voluto "un auditorium a dimensione di paese". E' una bella espressione, che non vuole rimpicciolire il significato, semmai ha insito il concetto secondo il quale anche la piccola comunità può diventare laboratorio di crescita sociale.

E' una bellissima Caulonia quella che abbiamo incontrato, ne sono stati consapevoli il governatore della Calabria Mario Oliverio e il presidente del consiglio regionale Nicola Irto ( con loro Sebi Romeo, capogruppo Pd a palazzo Campanella). Proprio Mario Oliverio ad una nostra domanda ha dato riscontro, affermando quanto "la politica abbia il compito di sostenere questi valori, fondanti per il vivere civile". Analogo il pensiero di Nicola Irto: "Questa meravigliosa struttura concretizza ambizioni e realizza un rete di solidarietà che non può che aiutare ogni processo di sviluppo e di pace".

Bello il ragionamento di Mauro Alessandri, sindaco di Monterotondo: "Nel ricordo di Angelo ci impegniamo tutti a fare cose buone. Anche noi, pur essendo vicini a Roma, siamo una realtà provinciale, comprendiamo le difficoltà di un territorio periferico e non ci scoraggiamo, lavorando ad un ponte di cultura e solidarietà, che oggi a Caulonia trova un solido supporto".

Angelo Frammartino, ancorché provochi dolore ribadirlo, non è morto inutilmente. Quello per il quale si impegnava e dava fondo a tutte le energie si sintetizza, con massima efficacia, nelle parole dei suoi genitori, Silvana e Lillo, che hanno trovato le motivazioni per continuare ad essere attivamente presenti nella vita di ogni giorno.

"Siamo impegnati-ci dicono- nel proseguire quello che lui ha proposto. E' una cosa bella, che da il senso a tutto".

Non c'è altro da aggiungere. Cosa si potrebbe dire di più?