"Quadro desolante nel Comune di Melito Porto Salvo"

MelitoPortoSalvo Comune 500di Angela Panzera - "In questo mosaico umano di condotte fraudolente, incombenze private, omissioni e doveri d'ufficio, l'indagine ha fotografato, dunque, il sistematico travisamento degli obblighi propri della funzione pubblica". è il gip reggino Davide Lauro a scriverlo l'ordinanza di custodia agli arresti domiciliari che ha colpito sette dipendenti del comune di Melito Porto Salvo. L'inchiesta, denominata "Ubiquitas", è stata condotta dai Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo, diretta dal Capitano Gianluca Piccione, e dai Carabinieri Forestali e dal personale del locale corpo di Polizia Municipale su coordinamento del pm reggino Gianluca Gelso. Nei confronti degli indagati il gip ha reputato sussistere gravi indizi di colpevolezza per i reati di truffa aggravata ai danni del Comune e falsa attestazione della propria presenza in servizio mediante modalità fraudolente consistite nell'allontanamento dal luogo di lavoro senza effettuare la timbratura del badge ovvero scambiando il proprio badge con altri dipendenti. C'era chi leggeva il giornale in auto, chi andava al par, chi sostava in piazza, chi faceva la spesa al mercato, chi si è recato ad un funerale, e chi addirittura andava a correre compiendo delle vere e proprie "sessioni" della durata di 30 minuti ciascuna svolte all'interno del chiostro di un edificio comunale. Il tutto ovviamente e rigorosamente in orario di lavoro. Agli arresti domiciliari sono finiti Francesco Albano classe 1956, dipendente dell'Ufficio Anagrafe, Giovanni Attinà classe 1973, dipendente dell'Ufficio Anagrafe, Giuseppe Atinà classe 1955, messo notificatore, Antonino Gatto classe 1953, dipendente dell'ufficio "Opere pubbliche e manutenzione", Vincenzo Manti classe 1961, Architetto, dirigente pro-tempore dell'ufficio "S.U.A.P. – Urbanistica", Giuseppe Marino classe 1953 dipendente dell'Ufficio Anagrafe, Francesco Praticò classe 1974, dipendente dell'Ufficio Anagrafe.

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"La valutazione sincronica dei risultati offerti dai diversi strumenti investigativi ( servizi di osservazione dinamica, video riprese, acquisizioni documentali), restituisce – chiosa il gip- restituisce un quadro desolante della quotidianità degli uffici comunali interessati. Emerge, in primo luogo, l'esistenza in seno ad un gruppo di dipendenti, di un radicato sistema di scambio reciproco dei badge personali (emblematico quello tra Marino ed Albano), in modo che alcuni di essi, all'ingresso o all'uscita, possano registrare (oltre il proprio badge) anche quello di altri colleghi, facendoli risultare fittiziamente presenti, e dunque apparentemente legittimati, fra l'altro, alla spartizione delle somme stanziate per lo straordinario elettorale. D'altra parte- continua il gip Lauro, anche a voler prescindere dai reciproci "favori" dei dipendenti, il riscontro effettuato sui cartellini marcatempo evidenzia che nel ristretto periodo di osservazione (durato 45 giorni) vi è stata la sistematica elusione del controllo in ingresso e/o in uscita da parte degli indagati, idonea a consentirgli di godere della retribuzione pur se assenti dal luogo di lavoro. Assenze che si protraevano per periodo di tempi variabili, in alcuni casi anche per diverse ore, ma connotate da un'evidente ripetività e anche più volte nella stessa giornata, incidendo negativamente sulla stessa continuità che deve contrassegnare ogni prestazione lavorativa. Quale fosse d'altronde- sottolinea il gip Lauro- il reale intendimento del pubblico ufficio, è ben messo in evidenza dalla circostanza che, in costanza di straordinario, alcuni dipendenti «ammazzavano» il tempo facendo attività ginnica nell'atrio (il riferimento è ad Albano Francesco, che si intratteneva in sessioni di ben 30 minuti), altri comunicando con i propri smartphone, ben accorti tutti, a chiudere le porte di ingresso del comune nelle ore in cui avrebbero dovuto svolgere servizio agli interno degli uffici".

Non meno censurabili poi, conclude il gip reggino, sono le ulteriori condotte, tenute durante l'orario di lavoro, apprezzate dagli investigatori con i vari servizi di osservazione, ovvero: sortite in circoli ricreative, supermercati, dal barbiere o all'interno di un bari tabacchi; partecipazione a cerimonie funebri, tenuta di terreni agricoli e lettura in auto dei quotidiani e attività ginnica".