di Claudio Cordova - Rocco La Valle è considerato l'amministratore di fatto della ditta Ecofal S.n.c." di Eugenio e Francesco La Valle (rispettivamente fratello e cugino) nonché gestore di fatto della ditta B.M. service di Francesco Barreca (suo prestanome) e, nell'inchiesta "Metauros", è considerato un concorrente esterno alla 'ndrangheta unitaria, essendosi stabilmente adoperato, al fine di assicurare alla cosca di riferimento sul territorio, la riscossione delle tangenti imposte alla società Termomeccanica S.p.A" - tramite il suo rappresentante Romolo Orlandini - attraverso un sistema di "sovrafatturazione" degli importi relativi al trasporto del CDR dagli impianti di selezione di Sambatello, Crotone, Siderno e Rossano Calabro al termovalorizzatore di Gioia Tauro. Di fatto La Valle, ex sindaco di Villa San Giovanni, nella qualità di titolare di fatto dell'azienda Ecofal s.n.c, capofila dell'A.T.I. delle aziende di trasporto che avevano ricevuto la commessa di eseguire trasporti del cdr dall'impianto di selezione al sito gioiese, è il "collettore" delle tangenti pagate da Termomeccanica ai Piromalli nonchè ai Commisso di Siderno ed alle ndrine di Rossano, Crotone e Sambatello sui viaggi di trasporto dei rifiuti.
--banner--
La Valle annovera anche un passato connotato da forte impegno politico: ha militato infatti tra le fila di Forza Italia prima e del PdL dopo, rivestendo anche cariche dirigenziali di partito; fu candidato in una lista civica, è stato Consigliere del Comune Villa San Giovanni per due mandati: il primo dal 25 maggio 2003 al 7 aprile 2008 ed il secondo dal 16 aprile 2008 al 28 marzo 2010. Il 30 marzo 2010 è stato eletto Sindaco di Villa San Giovanni, carica che ha ricoperto sino al maggio 2015. Ha svolto anche incarichi di Consigliere e Presidente della Comunità Montana - Versante Meridionale dello Stretto.
La principale fonte di accusa per La Valle è costituita dalle dichiarazioni auto ed etero accusatorie del collaboratore di giustizia Salvatore Aiello che ne ha tratteggiato il ruolo per l'appunto di collettore delle tangenti che Termomeccanica pagava sui trasporti dei rifiuti dagli impianti calabresi (Rossano, Siderno, Sambatello, Crotone) al termovalorizzatore di Gioia Tauro. Aiello specifica che l'impresa capofila era stata individuata nella ditta Ecofal e pertanto che La Valle era colui che era stato investito del compito della raccolta delle tangenti e del loro versamento nelle mani dell'esponente delle varie consorterie criminali. Aiello precisa, nell'interrogatorio del 30 luglio 2014 che solo la quantificazione della tangente fu frutto di un "accordo" tra Orlandini (che rappresentava Termomeccanica) e La Valle. Il narrato di Aiello risulta confortato dal racconto di Orlandini, referente di Termomeccanica che ha confermato l'esistenza di un sistema estorsivo cui soggiaceva l'azienda rappresentata, inerente al settore del trasporto dei rifiuti, assicurata mediante il sistema della sovrafatturazioni
Anche Orlandini confermava che Termomeccanica aveva pagato una tangente sulle somme corrisposte alle imprese di trasporto che finiva nelle casse della ndrangheta "per il quieto vivere" ovvero per evitare problemi. Nello stesso senso sono poi le dichiarazioni di [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], fratello del boss Giovanni Ficara, soggetto processato nel procedimento "Reggio Sud", assolto in quella sede dalle accuse rivoltegli, che inserito con una propria azienda nel complesso sistema dei trasporti dei rifiuti, associata all'Ati gestita dagli Alampi e da La Valle, fino all'anno 2007, ha ammesso di avere con continuità versato una quota parte del prezzo conseguito sul servizio affidato, attraverso una "restituzione in contanti" all'Ati che aveva commissionato per la società gestrice del termovalorizzatore il servizio (all'epoca Veolia). In altri termini, nella sua qualità di autotrasportatore, anche Ficara confermava il pagamento delle tangenti nelle mani degli Alampi e di La Valle Rocco, che erano i titolari di fatto dell'impresa Ecofal, capofila dell'Ati, per la successiva dazione alla ndrangheta del luogo. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Aiello, di Orlandini e di Ficara (oltre a riscontrarsi vicendevolmente) sono altresì corroborate da un'intercettazione ambientale di qualche anno fa, che ha una valenza mirabile, per la caratura criminale degli interlocutori, registrata all'interno della lavanderia Ape Green dove il "mastro" Giuseppe Commisso effettuava in sicurezza riunioni di ndrangheta e incontrava tutti gli affiliati. Ebbene il 29 luglio 2009, al cospetto del "mastro" si presentava Aiello non solo per chiedere l'autorizzazione in relazione ad un appalto concernente i rifiuti che interessava il territorio di Siderno (ricadente sotto la giurisdizione mafiosa dei Commisso ma anche per sollecitare un suo intervento contro La Valle, che dopo aver stilato degli accordi precisi, era venuto meno agli stessi, non avendo provveduto evidentemente a versare la tangente richiesta nelle casse della cosca locale, per i viaggi che avevano interessato il trasporto di cdr dall'impianto di selezione di Siderno all'inceneritore di Gioia Tauro. Pertanto anche da quest'intercettazione ambientale si comprendeva come La Valle fosse un "collettore" di tangenti, nell'interesse e per conto della locale famiglia di ndrangheta, ove il lavoro o l'attività di impresa veniva svolto.
Per la Dda, dunque, La Valle riveste la qualifica tipica dell'imprenditore "colluso" con la ndrangheta perché pur non facendo parte dell'organizzazione criminale mafiosa unitaria, non essendo inserito nella sua struttura organizzativa, avrebbe agito dall'esterno con la consapevolezza e volontà di fornire un contributo causale alla conservazione o al rafforzamento dell'associazione nonché alla realizzazione, anche parziale, del suo programma criminoso ovvero di trarre utilità (mediante il sistema estorsivo) da tutte le grosse realtà imprenditoriali esistenti sul territorio. La Valle non avrebbe agito limitando alcun danno per la sua posizione imprenditoriale, ma ponendosi rispetto alle cosche, Piromalli e Commisso, in posizione di ottenere un vantaggio imponendosi nei territori di Gioia e Siderno in posizione dominante, rispetto a qualsiasi altra azienda, e offrendo al sodalizio criminoso di riferimento la possibilità di ottenere risorse, servizi o utilità, fungendo, come si è detto, da "collettore" delle tangenti versate dalle varie aziende di trasporto costituite nell'Ati che trattava direttamente con la società Termomeccanica, gestrice del sito del termovalorizzatore
In altri termini, La Valle con le società a lui riconducibili (Ecofal e B.M. Service di Barreca), capofila di Ati di imprese di trasporto, era stato voluto dalle cosche ndranghetistiche affinchè trattasse con Termomeccanica per assicurare il trasporto dei rifiuti e suddividesse poi ai singoli vettori i viaggi da eseguire, ed aveva ottenuto il benestare tanto della cosca Piromalli (imperante in Gioia Tauro), tanto della famiglia mafiosa Commisso (imperante in Siderno), che delle famiglie mafiose reggine rappresentate da Matteo Alampi. Il patto collusivo consisteva per La Valle il vantaggio di "monopolizzare" il comparto del trasporto dei rifiuti dagli stabilimenti industriali esistenti in Calabria al sito del termovalorizzatore e per le cosche l'ottenere più agevolmente (attraverso l'individuazione di un unico referente)- attraverso l'opera di "collettore" che il La Valle si era prestato a compiere- il compendio estorsivo.