di Angela Panzera - Inflitti quasi 300 anni di carcere dal gup distrettuale reggino Nicolò Marino nei confronti delle persone riconosciute colpevole, a varo titolo , appartenere ad una mega organizzazione criminale di scommesse on line abusive il tutto dietro l'ombra della 'ndrangheta reggina. Sono trenta le persone condannate, mentre sei quelle assolte, all'esito del processo svoltosi con il rito abbreviato e scaturito dall'inchiesta "Gambling" curata dai pm antimafia Sara Amerio e Stefano Musolino. Le pene inferte dal gup Marino oscillano dai due anni ai 12 anni comminati per il presunto boss Giovanni Ficara, e poi per Venerando Puntorieri, Cescare Oscar Ventura e Terenzio Minniti. Tra le condanne spicca poi, quella rimediata dal collaboratore di giustizia M G [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], il presunto capo dell'organizzazione, punti con 4 anni dal gup. Agli inizi di novembre dello scorso anno infatti il presunto esponente della cosca Tegano che avrebbe messo in piedi per conto della 'ndrangheta reggina un'organizzazione criminale, la quale si è servita di società estere di diritto maltese per esercitare abusivamente l'attività di gioco e delle scommesse in Italia, ha scelto di collaborare con la giustizia. Nelle oltre mille e 700 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Karin Catalano, il nome di G è ovunque. Per l'accusa è lui a reggere le redini del sodalizio. «Dietroo , c'è la 'ndrangheta; la 'ndrangheta che lo ha prima allevato, poi scelto ed elevato, in ragione delle caratteristiche personali di cui si è scritto e del suo profilo criminale di tutto rispetto, a referente e vertice dell'articolazione operativa dedita all'infiltrazione del mercato dei giochi e scommesse a distanza e della rete commerciale che fa capo alla predetta organizzazioneÂ. A scrivere così è il gup distrettuale Karin Catalano che aveva emesso l'ordinanza di custodia cautelare relativa all'inchiesta "Gambling". Indagine articolata che vede, ancora una volta, gli appetiti criminali delle cosche reggine dietro il gioco illegale. Tutto ruota intorno alla figura di G. Egli, è scritto nelle carte dell'inchiesta, «non è semplicemente il country manager per l'Italia, come risulta formalmente, ma il dominus dell'intero gruppo aziendale cui è riferibile il marchio, ed il sito di gioco on line, BETUNIQ; e che sia tale per conto della 'ndrangheta unitariamente intesa, gli interessi della quale cura e persegue avvalendosi di mezzi e risorse, danaro e uomini, direttamente riconducibili alla associazione mafiosa rappresentata, per la massima e proficua diffusione (e ripulitura) del remunerativo brand». Ma per lui non sarebbe stato tutto "rose e fiori"; i soldi sarebbero arrivati dopo. Sulle condizioni di ristrettezza economica in cui versava M G all'origine della sua "carriera," è certamente eloquente la conversazione del 5 marzo del 2014 nella quale Francesco Ripepi (uno dei personaggi coinvolti ndr), riottoso ad inquadrarsi nel nuovo corso aziendalistico, voluto e dato da G alle attività del gruppo, anche per le gravi conseguenze sulla sua clientela storica (come Francesco Iannì) che ciò avrebbe comportato, riportava al sodale Luca Gagni i termini di un pesante scontro, avuto, nel corso di una riunione tenutasi a Malta, con M, "reo" di avergli detto che le cose erano ormai cambiate ed i loro rapporti definitivamente mutati, che d'ora in poi si sarebbero dovuti regolare come "il Presidente del Consiglio che prende il caffè con i suoi compagni di scuola" ("mi fa un discorso M mi fa tu devi capire che non c'è più il di una volta ormai siamo un'azienda dice... mi ha fatto un paragone compare che io sono saltato in aria "lo stesso che il Presidente del Consiglio dice va e si prende il caffè con quelli con cui andava a scuola" minchia.... apriti... ti giuro..."); di fronte a questa presa di distanza, Ripepi, storico amico e sodale di G, gli aveva replicato davanti a tutti a muso, alludendo pesantemente ai suoi trascorsi di vita: "Vai a rubare i motorini non avevi soldi per comprarti le calze, ti nascondevi". Ecco la sua ascesa, e il trasferimento a Malta. Adesso gli imputati sono stati puniti, all'esito del processo abbreviato, con durissime condanne. Le accuse mosse d'Antimafia erano a vario titolo quelle di aver gestito un giro di scommesse online dall'Italia verso l'estero e di rappresentare gli interessi nel settore della 'ndrangheta, nonché di una serie di reati quali intestazione fittizia di beni, associazione per delinquere e associazione mafiosa.
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Qui di seguito la decisione del gup distrettuale Niccolò Marino
A. F. M. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] sei anni e otto mesi di reclusione
Alessi Alessia quattro anni di reclusione
Alvaro Vincenzo quattro anni e otto mesi di reclusione
Ambroggio Saverio assolto
Chirico Francesco assolto
Cotroneo Emanuele Quattro anni e otto mesi di reclusione
Ficara GiovannI 12 anni di reclusione
Gagni Luca Battista quattro anni e otto mesi di reclusione
Gatto Antonietta quattro anni e otto mesi di reclusione
G M quattro anni di reclusione
G M S [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] sei anni di reclusione
Lavilla Antonio cinque anni e quattro mesi di reclusione
Lavilla Giuseppe cinque anni e quattro mesi di reclusione
Lavilla Maurizio cinque anni e quattro mesi di reclusione
Madeo Domenico quattro anni di reclusione
Manti Domenico sei anni di reclusione
Minniti Terenzio 12 anni di reclusione
Monterosso Pietro sei anni di reclusione
Montuori Dario Alfonso quattro anni di reclusione
Nettuno Vincenzo 10 anni di reclusione
Nucera Domenico quattro anni e otto mesi di reclusione
Pesce Francesco otto anni di reclusione
Puntorieri Venerando 12 anni di reclusione
Preiti Giuseppe assolto
Restuccia Rocco assolto
Ripepi Francesco sei anni e otto mesi di reclusione
Ripepi Rocco sei anni e otto mesi di reclusione
Sciumbata Paolo sei anni di reclusione
Serpa Paolo quattro anni e otto mesi di reclusione
Stracuzzi Fortunato sei anni di reclusione
Vadalà Annunziato due anni di reclusione
Ventura Cesare Oscar 12 anni di reclusione
Verduci Pietro quattro anni e otto mesi di reclusione
Vianello Andrea otto anni di reclusione
Zungri Francesco assolto
Zungri Giuseppe assolto