La sede principale dell’Agenzia beni confiscati si trasferisce da Reggio Calabria a Roma

reggio agenziabeniconfiscati500La sede principale l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata sarà spostata a Roma. La riforma del Codice antimafia, in Aula al Senato, ha previsto infatti il trasferimento della struttura da Reggio Calabria alla Capitale. La città dello Stretto sarà declassata, quindi, a sede secondaria.

"La decisione del Senato di bocciare gli emendamenti per restituire a Reggio Calabria la sede centrale dell'Agenzia per i beni confiscati conferma che c'è una maggioranza di centrosinistra che considera la Calabria l'ultima ruota del carro". E' la reazione della deputata di Forza Italia, Jole Santelli che parla di "Reggio e la Calabria defraudate dal Governo".

"È grave che la città metropolitana - aggiunge Santelli - subisca questo trattamento proprio mentre c'è un Ministro degli Interni reggino. Si tratta di una decisione che colpisce la Calabria anche in chiave simbolica nel momento in cui le direzioni distrettuali antimafia sono impegnate a contrastare la più potente criminalità organizzata del mondo". "È sconfortante - conclude Santelli - che la Calabria venga trattata in questo modo".

Sulla stessa scia l'ex governatore della Calabria ed ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti che scrive su facebook:"Adesso è ufficiale. Il Senato ha appena votato, con la legge di riforma al codice Antimafia, il declassamento della sede reggina dell'Agenzia dei Beni Confiscati.

Nel febbraio 2010, durante la mia sindacatura e grazie al Governo di Centrodestra di Silvio Berlusconi, Reggio Calabria era stata scelta come sede principale della costituenda Agenzia Nazionale dei Beni confiscati, segnale di grande considerazione verso il nostro territorio.
Oggi, per colpa di questo centrosinistra al Governo del Paese e delle istituzioni locali, Reggio viene ancora una volta mortificata ed umiliata. Parlamentari, consiglieri regionali, intellettuali, borghesi, opinionisti, dove siete?
'Reggio Tace' di un silenzio assordante".

 

 "Lo scippo si è compiuto. Il Senato della Repubblica ha votato l'emendamento che prevede lo spostamento della sede principale dell'Agenzia per i beni confiscati da Reggio a Roma.

A nulla è valsa l'indignazione della città, a nulla sono serviti gli appelli che da mesi abbiamo lanciato a chi avrebbe dovuto difendere una conquista importante. Parlamentari nazionali, Presidente della Regione, Sindaco di Reggio, Consiglieri Regionali, Metropolitani e Comunali, Vergogna!!! Avete consentito che tutto ciò avvenisse, facendo finta di impegnarvi a difesa di questo presidio di legalità, oppure vi siete colpevolmente girati dall'altra parte rendendovi complici di tale scellerata scelta". Così Ernesto Siclari e Franco Germanò del movimento nazionale per la Sovranità di Reggio Calabria.

"L'amarezza che pervade l'animo dei reggini è tanta, essere abbandonati dai propri rappresentanti istituzionali rappresenta il peggiore tradimento che un cittadino possa subire da parte di chi invece avrebbe dovuto, con tutte le sue forze e il suo peso politico, mettere in atto qualsiasi iniziativa per dimostrare l'amore per la città. Sono prevalsi, invece, interessi politici personali, prospettive di carriera e di ricandidature.

Altro che "nessun passo indietro, non consentiremo questo scippo" come aveva ipocritamente annunciato qualche giorno addietro il Sindaco Falcomatà! Avevamo già denunciato l'inutilità di quella mozione approvata dal Consiglio Comunale. Sarebbe servita una forte presa di posizione con assunzione di decisioni eclatanti. Sarebbe stato necessario un atto d'amore verso la città, sarebbe stato indispensabile avere coraggio, schiena dritta per far sentire forte la indignazione di un'intera comunità!

Prendiamo atto che ancora una volta il PD ha tradito Reggio, che i parlamentari reggini hanno voltato le spalle alla propria città, che il Sindaco Falcomatà ha dimostrato anche in questa occasione la sua inadeguatezza e di privilegiare il proprio carrierismo politico rispetto al dovere di tutelare la dignità della nostra Reggio, che i consiglieri Comunali tutti, di maggioranza e di minoranza, si sono rivelati ossequiosi gli uni e "inciucianti" gli altri. Registriamo l'assordante silenzio di quella borghesia intellettuale e di quella "intellighenzia" che in altre occasioni e in altre stagioni erano viceversa tra i maggiori attori dell'attivismo militante.

Di questo ne terranno conto i cittadini qualora tutti questi personaggi dovessero temerariamente presentarsi al loro cospetto in una qualsiasi prossima scadenza elettorale. Ai reggini rimane la consapevolezza che pezzo dopo pezzo ci stanno scippando di tutte le conquiste positive degli anni in cui Reggio era governata da una classe dirigente che aveva un peso nei palazzi romani e che soprattutto amava e ama la città con il cuore e con l'anima".

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"Il dado è tratto. Il Senato ha appena votato - con la legge di riforma al codice Antimafia - il declassamento della sede reggina dell'Agenzia dei Beni Confiscati. Nel silenzio dei rappresentanti istituzionali della maggioranza - ovvero di chi dovrebbe far sentire la propria voce, e quindi di chi ci governa - si è consumata un'altra spoliazione ai danni della Calabria e della Città dello Stretto. L'attuale governo di centrosinistra e la maggioranza che lo sostiene hanno cancellato con un colpo di spugna la centralità di un presidio istituito nel 2010 durante la sindacatura di Giuseppe Scopelliti e grazie al Governo del presidente Silvio Berlusconi".
E' quanto dichiara il presidente del gruppo di Forza Italia a Palazzo Campanella Alessandro Nicolò che stigmatizza: "Ulteriore prova di una delegittimazione costante da parte del Governo di centrosinistra nei confronti del nostro territorio, vessato con provvedimenti che offendono la dignità dei calabresi, privandoli dei residuali punti di riferimento. Realtà che avrebbero dovuto, invece, essere difese per la loro strategica funzione operativa, oltre che per l'alto valore simbolico, espressione dell'impegno dello Stato in un contesto periferico".
"E' oscura, a tutt'oggi, la ratio che sottende una decisione di tale portata che fa arretrare la sede di Reggio Calabria da centrale a secondaria. L'unica cosa certa - conclude Alessandro Nicolò - è l'odioso scippo che ha il sapore amaro di una deprivazione inaccettabile. L'ennesima dimostrazione di come la Calabria e Reggio siano considerate marginali dal Governo nazionale".