Il pentito De Rosa: “I fratelli Musarella unica cosa con “Il Principe” Giovanni De Stefano”

destefanogiovanni600di Angela Panzera - «I fratelli Musarella sono un'unica cosa con Giovanni De Stefano alias "il Principe"». Il collaboratore di giustizia, Enrico De Rosa, torna a parlare e i suoi verbali adesso sono confluiti nel processo proprio a carico di De Stefano. Nella scorsa udienza è stato il pm antimafia Stefano Musolino a chiederne l'acquisizione al gup distrettuale reggino ne processo abbreviato scaturito dall'inchiesta dei Carabinieri del comando provinciale in cui furono fermati Fabio Salvatore Arecchi, Arturo Assumma, Vincenzo Morabito, Francesco Votano e Giovanni De Stefano, membro di spicco dell'omonimo clan di Archi. Le accuse mosse nei loro confronti sono a vario titolo quelle di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni ed estorsione alla ditta impegnata nei lavori di ristrutturazione del Museo Nazionale della Magna Graecia di Reggio Calabria.In almeno quattro occasioni, secondo l'accusa, i De Stefano – su input proprio di Giovanni De Stefano – avrebbero preteso la "mazzetta" dalla CO.BAR. per un totale di quasi 200mila euro. Ruolo di primissimo livello sarebbe stato rivestito dal "Principe", rampollo della famiglia perché figlio del defunto Giorgio De Stefano e scarcerato nel settembre 2009: in quel periodo, complice la concomitante detenzione dei maggiori esponenti della famiglia, "Il Principe" avrebbe retto le sorti del clan. Così i membri della 'ndrina di Archi avrebbero nuovamente "messo il cappello "sul centro storico di Reggio Calabria, da sempre nelle mani del clan che, più di tutti, riuscirà, negli anni, a fare il salto di qualità sotto il profilo criminale. Le indagini consentiranno, quindi, di dimostrare come la cosca De Stefano abbia come proprio regno la zona centrale di Reggio Calabria, dove insistono le maggiori attività economiche cittadine nonché i palazzi del potere. Ed ecco che occorreva non solo riaffermare il proprio volere criminale sulla città, ma anche incamerare denaro e la Co.Bar rappresentava una "gallina dalle uova d'oro" . Questa ditta sarebbe stata obbligata a versare oltre 200mila euro in varie tranche: la prima, di 15-20mila euro, consegnata dal geometra Trezza a Mico Sonsogno, una seconda di 50mila euro nei pressi dell'hotel Excelsior, 15mila passata di mano da Trezza a Sonsogno, una terza invece ritirata da Enrico De Rosa, il collaboratore di giustizia, dalle mani di un altro indagato, Arturo Assumma, su incarico di Sonsogno, cui subito dopo il ritiro li ha consegnati. Questa estorsione però non è stata mai ammessa dalle presunte vittime, ma la Dda ha fatto comunque luce. In questa fase processuale però, per l'accusa è fondamentale dimostrare che l'associazione mafiosa è armata ed è per questo che le dichiarazioni del "pentito" De Rosa, ex immobiliarista della cosca Caridi, attiva nella zona sud della città, sono state depositate nel processo abbreviato. De Rosa infatti, ha molto da raccontare in materia di armi e anche suoi fratelli Musarella. Si tratta di di Gianfranco Musarella, classe 1978, fratello gemello di Sebastiano Musarella (attualmente condannato in primo grado a 10 anni e 8 mesi di carcere per una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ndr). I due inoltre sono coinvolti, insieme ad altri soggetti, nell'operazione "Lampo", condotta da Carabinieri e Polizia, che ha portato al rinvenimento di un arsenale nei pressi del rione San Giovannello e all'identificazione dei presunti responsabili dell'estorsione perpetrata ai danni di un ristoratore. Il tutto otto l'egida della cosca De Stefano. Ecco cosa ha riferito De Rosa agli inquirenti.

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De Rosa Enrico: "eravamo su 'sto motorino, lui aveva un borsello Piquadro marrone, un marrone scuro, testa di dentro questo testa di moro, dentro questo marsupio ... mi ha detto, senti, prendimi un secondo il cellulare quanto faccio una chiamata. E c'era il silenziatore, un silenziatore bello, era lungo (incomprensibile) di una pistola e, poi, dietro la schiena, che poi ho detto io, se ha il silenziatore ha una pistola, ho cominciato a toccarlo e ce l'aveva dietro la schiena. Siamo andati a portarlo a Franco Musarella, io ... abbiamo, virtualmente, attraversato il tragitto di casa di Franco Musarella(...) Comunque , in ogni caso, glielo abbiamo portato a Franco Musarella, in quell'occasione ..."

Pm: "nel senso che Franco Musarella abita là vicino?"

Da Rosa: "sì, là vicino. Franco Musarella, tipo, è il fratello di Seby Musarella, e sono ... gestiscono per conto di Gianni De Stefano ..."

Cap.no Tadoldi: "un bar gestiscono?"

De Rosa Bnrico: no, no, il locale là di San Giovannello e hanno un altro ..."

Pm: "chi glielo ha detto questo?"

De Rosa: "Mimmo Sonsogno. Mimmo Sonsogno me lo ha detto".

Pm:" quindi, diciamo, che venuto meno Audino questi Musarella ..."

De Rosa: "loro erano gli autisti, Seby era l'autista di Franco, io a Franco non l'ho mai conosciuto, conosco ... no a Mario non l'ho mai conosciuto, conosco bene a Franco Audino perché ... ogni volta che mi mettevo io, mi aprivo qualcosa, c'era sempre qualche delinquente vicino. Sopra di me abitava, sopra ... Via Miraglia dove io avevo la Gabetti, di fronte alla Poste centrali, nell' attico chi stava? Franco Audino. Che era sempre buttato sotto lì con me a chiacchierare, in un'occasione vidi che doveva fare dei lavori e i lavori, tipo, di guaina, chi glieli ha fatti? Mimmo e ... Mimmo e Enzo Zappia".

Cap.no Tadoldi:" una cosa non ho capito. Ma da Musarella portaste pistola e silenziatore?

De Rosa:" sì, pistola e silenziatore".

Pm: "perché?"

De Rosa:" perché abbiamo portato la pistola? Non lo so, Mimmo non me lo ha detto. Mi ricordo che gli ha detto 'sta frase ... Franco gli ha detto, questo qua mi raccomando a questo amico mio che vorrebbe essere un cavallo buono di razza, un amico mio buono di razza, non so perché ha detto 'sta frase".

Pm: "con riferimento a lei?".

De Rosa: "sì. Quindi, mi raccomando, se vedi a questo amico mio è lo stesso che vedi a me. Al che io, poi, me ne sono salito sul motorino e gli ho detto io, Mimmo non è che hai detto 'sta cosa perché vuoi che gli porto io a Franco? Non mi mettere in queste cose".

Pm: "va bene. Siccome, ha parlato di due persone in particolare".

De Rosa Enrico: "sì".

Pm: "Seby e Franco Musarella e Franco Audino(...)che sa di loro?"

De Rosa Enrico: "che sono un'unica cosa! Nel senso che, comunque sia, Franco e Seby ... allora, Franco Musarella e Seby Musarella per un periodo hanno fatto, tipo, tra virgolette, capo a Franco Audino, poi, le capacità, diciamo ..."

Pm: "chi gliele ha dette 'ste cose?"

De Rosa Enrico: "Mimmo Sonsogno, la mia fonte è Mimmo Sonsogno. Poi, siccome, Franco e anche Enzo Zappia mi ha detto che Franco Audino non serviva niente, che era un "pisciaturi"(una persona che non vale niente), cosi lo chiamavano, un "pisciaturi"(una persona che non vale niente)di due soldi, dice, questo qua non serve niente, dice, di suo fratello non ha neanche non un testicolo, un quarto di testicolo. E, praticamente, mi diceva che, poi, si scassava a cocaina e, quindi, di conseguenza, non gli funzionava la testa, dice, è vero che pure ... questa era una discussione, Enzo gli disse a Mico, è vero, tipo, che pure Mario si scassa però, quantomeno, se doveva fare una cosa, aveva i coglioni per farla. E questa è la cosa di ... poi, ogni tanto, ho visto parlare, tipo, anche a Seby, tipo, male di Franco, però, ne parlavano come se ... le discussioni che c'erano tra Mico, nel colloquiare di ... nel parlare di Franco Audino era ... lo disprezzavano, però, comunque sia, era come se lui avesse, per un ruolo che ricopriva, in ogni caso lo dovevano sopportare ugualmente"(...)

Pm : "un po' insomma con tante differenze ..."

De Rosa Enrico: "sì".

Pm: "un po' la dinamica che Zappia aveva con Giovanni De Stefano. A volte mostrava ..."

De Rosa Enrico:" sì, sì, a volte mostrava, tipo, delle serie, per dire, tu ti sei ritrovato qui perché sei il figlio di tizio, perché sennò, se era per me eri in qualche fiumara, per farvi capire".

Pm: "sì, sì, sì. C'era una gerarchia che imponeva il rispetto nonostante non lo meritasse".

De Rosa Enrico: "sì".

Pm: "e la stessa cosa valeva per Franco Audino".

De Rosa Enrico: "sì, perché, in ogni caso, Franco Audino a loro, a Mimmo e a coso, gli hanno fatto il lavoro di guaina, qualche 3000 euro di lavori, non li ha pagati. Quindi, questo per far capire che, comunque sia ..."

Pm: "questo glielo ha detto Sonsogno?"

De Rosa Enrico: "sì, sì. Sonsogno, perché dice e manco ci siamo potuti pagare. Quindi non è che non li ha pagati perché non aveva i soldi per pagarli, sono loro che non gli hanno potuto chiedere il prezzo, cioè i soldi dei lavori ... quindi glielo hanno fatto ... in ogni caso, quindi c'è un nesso, tipo, per cui non possono fare, in ogni caso, stiamo parlando di persone che gravitano tutti quanti intorno a Giovanni De Stefano, perché Seby ... una volta Seby venne arrestato, sto parlando 2012-2013, ma mi sembra 2012, dovrebbe essere 2012; lo hanno arrestato perché stava rubando in un tabacchino, vicino agli Ospedali Riuniti, in una traversina, dove c'è un tabacchi, proprio questo qui, e, poi, se non erro c'è una gioielleria che si chiama Il Gioiello 2, una cosa del genere, ed è nella salita ... Via (incomprensibile), c'è il bar di ... le onoranze funebri ... avete capito il posto?"

Pm: "sì".

De Rosa Enrico: "ha un nome, che adesso non mi viene, la Via che congiunge le due ... di collegamento e, poi, ci sono queste attività che sono Triolo, tabacchino ... Triolo, bar di Morabito, tabaccheria e gioielleria. E lo hanno trovato che rubava dentro questa cosa e lo hanno arrestato. Cos'è successo? È successo un casino, perché Mimmo ... Gianni cercava di giustificarlo e Mimmo, invece, era incazzato perché dice che cazzo di persona sei? Che vai, tipo, e ti fai trovare a rubare dentro la tabaccheria della tua zona, cioè della zona che dovresti fare ... hai fatto una figura di merda! Da poveretto. E questo è quanto(...)"

Pm: "Franco Audino, Seby e Franco Musarella, tutti, abbiamo detto, gravitanti intorno a Giovanni De Stefano, Franco Audino dominante, Seby e Franco Musarella più attivi sul territorio".

De Rosa Enrico:" benissimo, loro, proprio, gestivano visivamente le attività, tanto è vero che si sono aperti un ..."

Pm: "visivamente ...."

De Rosa Enrico: "controllavamo il territorio".

Pm: "non le dica a metà, mi dica tutto bene".

De Rosa Enrico: "sì, controllavano il territorio".

Pm: "questo perché lo ha visto o perché glielo hanno detto?"

De Rosa Enrico: "no, l'ho visto, me l' 'hanno detto, tipo, me lo ha detto Mico, perché poi, cosa, ste situazioni qui, me lo ha detto Seby stesso, succedeva? Quando si creavano queste situazioni qui, che uno da una situazione minore diventava più importante, vive quello è, per cui, appena hai la possibilità di dirlo... qua io comando, io gestisco, io faccio. In ogni caso, rispetto Sonsogno, avevano una sudditanza".

Pm:" erano sotto Sonsogno?"

De Rosa Enrico:" sì. Perché Mimmo andava là e li trattava a pesci in faccia a tutti. Una volta, quando è stato ... questo stavo raccontando e, poi, mi sono interrotto, Seby mi disse, tipo, è stato arrestato dentro il tabacchino, questo famoso tabacchino ...è successo un casino, perché Mimmo, tipo, è andato da suo fratello Franco e gli ha detto, tuo fratello è un cesso! Non vale niente, nella zona che controlla si fa beccare dentro l'attività che lui dovrebbe, per dire, lui dovrebbe essere considerato il capo, tipo, che sorveglia 'sta zona e si fa beccare a rubare sigarette, a rubare cazzate, un morto di fame, insomma, gliene ha dette di tutti i colori. Ma, insomma che modo è ... e Giovanni cercava di difenderlo perché, siccome, ritengo che abbiano passato un ... almeno così mi disse Sonsogno, un periodo di detenzione insieme ..."

Pm: "Giovanni De Stefano e Seby Musarella?"

De Rosa Enrico: "e Seby Musarella. Hanno passato delle vicissitudini assieme che li hanno molto legati, tanto è vero che Seby, una volta mi disse, Giovanni mi disse davanti a Seby, vedi che Seby si deve comprare un rustico, una casetta per i bambini e vedi che può spendere fino a 100 mila euro. Se tu trovi ... che poi me la vedo io. Quindi, Giovanni mi ha voluto dire trovagli la casa che 100 mila euro te li do io per pagare la casa di Seby, ed eravamo in questo famoso caffè che loro gestivano ...(..)fra le altre cose, c'è da dire una cosa che, Giovanni De Stefano, poi, quando ha chiuso il Luca caffè non è che, poverino, è rimasto disoccupato, perché si è aperto una distribuzione di bevande ad Archi ed ha dei ragazzi che gli girano e portano le bevande".