di Angela Panzera - La Dda chiede il processo per le 45 persone coinvolte nell'inchiesta "Cumbertazione", che ha disarticolato le cosche della Piana di Gioia Tauro e del cosentino. Nei giorni scorsi i pm Giulia Pantano e Gianluca Gelso hanno chiesto il rinvio a giudizio per gli indagati. Per Raffaele Zangari e Giuseppe Rigoli invece, l'Antiamafia ha chiesto l'archiviazione. Secondo gli inquirenti mezza Calabria era in mano alla 'ndrine. Dalla Piana, con in testa la cosca Piromalli e la famiglia dei Bagalà, al cosentino, governato dai Lanzino – Ruà - Patitucci e dai Muto, egemoni sulla costa dell'alto Tirreno, gli appalti se li aggiudicava la criminalità organizzata. Il blitz delle fiamme gialle reggine fu eseguito in contemporanea con la Dda di Catanzaro che mise in piedi l'indagine "Cinque lustri". In un primo momento furono 33 le persone fermate dalle due Dda, 54 le imprese sequestrate, 27 gli appalti monitorati, mentre sono più di 90 i milioni di euro che le 'ndrangheta si sarebbe accaparrata. Associazione per delinquere stampo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall'aver agevolato la 'ndrangheta, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici. Queste sono le principali accuse mosse dalle due Procure. Subito dopo la convalida dei fermi l'indagine "Cumbertazione" si "arricchì" di nuovi indagati e di nuove accuse. Agli arresti domiciliari finì Giovanni Fiordaliso, ingegnere dell'Anas. Diversi sarebbero gli episodi di corruzione contestati al direttore dei lavori relativi alla realizzazione dello svincolo autostradale di Rosarno, il quale per l'Antimafia in cambio di alcuni soggiorni gratuiti a Taormina e a Firenze, e un "Rolex" avrebbe fornito a Francesco Bagalà, classe 1977, informazioni riservate nonché il format del file Anas con il relativo logo.
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Fiordaliso, secondo le carte dell'inchiesta, sosteneva di agire nell'interesse dell'Anas a cui doveva evitare un oneroso contenzioso, ma di fatto avrebbe perorato la causa dell'impresa, cercando di "spingere" alcuni funzionari dell'Anas ad attivare la procedura finalizzata a giungere ad un accordo bonario il più possibile remunerativo per l'appaltatore, ciò con lo scopo di consentire ai Bagalà di recuperare il forte ribasso offerto in sede di aggiudicazione della gara. Non solo quindi le 'ndrine avrebbero messo in piedi un meccanismo in modo tale da costituire un unico cartello di impresa per aggiudicarsi i lavori, ma sarebbero riusciti ad "infiltrare" anche gli enti dell'Anas e della Suap per assicurarseli. Adesso tutti rischiano il processo.
Ecco i nomi delle persone per cui è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio:
Luigi Bagalà, classe 1946
> Giuseppe Bagalà, classe 1957
> Francesco Bagalà, classe 1977
> Francesco Bagalà, classe 1990
> Giorgio Morabito, classe 1974
> Rocco Pasquale Nicoletta
> Angela Nicoletta
> Carlo Cittadini
> Giorgio Ottavio Barbieri, classe 1976
> Gianluca Scali
> Domenico Gallo, classe 1956
> Cristiano Zuliani
> Ettore Della Fazia
> Francesco Migliore
> Filippo Migliore
> Alessio Lacorte
> Vito La Greca
> Santo Fedele
> Francesco Fedele
> Bruno Polifroni, classe 1967
> Rocco Leva
> Bruno Madaffari
> Maria Vittoria Plastina
> Emilio Cipolla
> Domenica Coppola
> Angelo Zurzolo
> Gaspare Castiglione
> Mirko Pellegrini
> Giovanni Fiordaliso
> Giacomo Morabito, classe 1988
> Roberto Di Paola
> Antonino Quattrone, classe 1973
> Antonino Gioffrè
> Francesco Marcellini
> Vincenzo Raso, classe 1965
> Bruno Iaria, classe 1967
> Antonio Giuseppe Currenti
> Paolo Speziale
> Domenico Auddino
> Mariano Arena, classe 1950
> Santo Gagliostro
> Luigi Macrì, classe 1989
> Roberto Bassman
> Domenico Maugeri
> Vincenzo Polifroni, classe 1972