di Angela Panzera - Chiusa l'inchiesta per le 'ndrine della Piana di Gioia Tauro e del cosentino. Tempi da record per la Dda reggina, guidata da Federico Cafiero De Raho, che in meno di due mesi ha fatto il punto sull'indagine "Cumbertazione". Ieri infatti il procuratore aggiunto Gaetano Paci e i pm antimafia Giulia Pantano e Gianluca Gelso hanno spedito l'avviso di conclusioni per le 47 persone coinvolte nell'operazione messa in piedi dalla Guardia di Finanza. Secondo gli inquirenti mezza Calabria era in mano alla 'ndrine. Dalla Piana, con in testa la cosca Piromalli e la famiglia dei Bagalà, al cosentino, governato dai Lanzino – Ruà - Patitucci e dai Muto, egemoni sulla costa dell'alto Tirreno, gli appalti se li aggiudicava la criminalità organizzata.
Il blitz delle fiamme gialle reggine fu eseguito in contemporanea con la Dda di Catanzaro che mise in piedi l'indagine "Cinque lustri". In un primo momento furono 33 le persone fermate dalle due Dda, 54 le imprese sequestrate, 27 gli appalti monitorati, mentre sono più di 90 i milioni di euro che le 'ndrangheta si sarebbe accaparrata. Associazione per delinquere stampo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall'aver agevolato la 'ndrangheta, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici. Queste sono le principali accuse mosse dalle due Procure. Subito dopo la convalida dei fermi l'indagine "Cumbertazione" si "arricchì" di nuovi indagati e di nuove accuse. Agli arresti domiciliari finì Giovanni Fiordaliso, ingegnere dell'Anas. Diversi sarebbero gli episodi di corruzione contestati al direttore dei lavori relativi alla realizzazione dello svincolo autostradale di Rosarno, il quale per l'Antimafia in cambio di alcuni soggiorni gratuiti a Taormina e a Firenze, e un "Rolex" avrebbe fornito a Francesco Bagalà, classe 1977, informazioni riservate nonché il format del file Anas con il relativo logo. Fiordaliso, secondo le carte dell'inchiesta, sosteneva di agire nell'interesse dell'Anas a cui doveva evitare un oneroso contenzioso, ma di fatto avrebbe perorato la causa dell'impresa, cercando di "spingere" alcuni funzionari dell'Anas ad attivare la procedura finalizzata a giungere ad un accordo bonario il più possibile remunerativo per l'appaltatore, ciò con lo scopo di consentire ai Bagalà di recuperare il forte ribasso offerto in sede di aggiudicazione della gara. Non solo quindi le 'ndrine avrebbero messo in piedi un meccanismo in modo tale da costituire un unico cartello di impresa per aggiudicarsi i lavori, ma sarebbero riusciti ad "infiltrare" anche gli enti dell'Anas e della Suap per assicurarseli. Non è un caso che l'indagine si chiami "Cumbertazione", termine dialettale usato per indicare un'associazione chiusa e proprio questo cartello di imprese lo era. Dovevano lavorare solo loro. Nessuno poteva pensare di presentare un'offerta di gara pulita. Era tutto in mano alle cosche. Il cartello criminale presentava una serie di offerte precedentemente concordate, alla fine l'appalto se lo aggiudicava un'impresa specifica, ma di fatto erano tutti insieme a "lavorare". Vinceva uno, ma realtà vinceva la 'ndrangheta.
A Gioia Tauro il clan Piromalli ha scelto i Bagalà per mettere le mani su strade, ristrutturazioni e nuove infrastrutture, finanziate con denaro pubblico. In particolare avrebbero "sporcato" gli appalti per lo sviluppo del "water front" comprendeva la realizzazione del centro polifunzionale a servizio della città, di una piazza, del lungomare, della costruzione del parco urbano, ma anche un parcheggio interrato con piazza, la sistemazione del palazzetto dello sport e la riqualificazione ambientale del torrente "Budello".
Anche la politica è stata travolta dal blitz delle fiamme gialle. Tra gli indagati c'è anche Antonino Gioffrè, sindaco di Cosoleto, comune con meno di mille anime della Piana. Per lui l'accusa contestata è di turbativa d'asta aggravata dall'aver agevolato la 'ndrangheta. In manette poi finì Angela Nicoletta, quest'ultima dirigente del settore lavori pubblici del comune di Gioia Tauro. Anche per questo motivo nei giorni scorsi il Prefetto reggino, Michele di Bari, ha spedito a palazzo Sant'Ippolito la terna ispettiva affinché venga verificata l'ingerenza dei Piromalli sul Comune. L'avviso di conclusione indagini ha riguardato anche alcuni imprenditori cosentini e siciliani. Tra questi spicca Giorgio Barbieri che avrebbe intessuto rapporti e collusioni sia con i Piromalli che con i Muto. Nei suoi confronti adesso si "chiude" l'indagine riguardanti i lavori che avrebbero agevolato la 'ndrina di Gioia mentre rimane aperto il versante catanzarese che ha monitorato tre grossi lavori pubblici. Lavori che i clan sarebbero riusciti ad accaparrarsi grazie a lui. Gli appalti interessati dall'inchiesta " 5 lustri", infatti, sono quello di Piazza Bilotti, ubicata nel centro cosentino e "fiore all'occhiello" dell'amministrazione targata Occhiuto, che comprendeva anche la realizzazione di un parcheggio interrato e la gestione per 28 anni della struttura polifuzionale e del Mab, quello del comprensorio sport-natura di Lorica (e la relativa gestione per 25 anni) e la riqualificazione dell'aeroporto turistico di Scalea che sarebbe stato gestito dagli indagati per 25 anni.
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Gli indagati:
Luigi Bagalà, classe 1946
Giuseppe Bagalà, classe 1957
Francesco Bagalà, classe 1977
Francesco Bagalà, classe 1990
Giorgio Morabito, classe 1974
Rocco Pasquale Nicoletta
Angela Nicoletta
Carlo Cittadini
Giorgio Ottavio Barbieri, classe 1976
Gianluca Scali
Domenico Gallo, classe 1956
Cristiano Zuliani
Ettore Della Fazia
Francesco Migliore
Filippo Migliore
Alessio Lacorte
Vito La Greca
Santo Fedele
Francesco Fedele
Bruno Polifroni, classe 1967
Rocco Leva
Bruno Madaffari
Maria Vittoria Plastina
Emilio Cipolla
Domenica Coppola
Angelo Zurzolo
Gaspare Castiglione
Mirko Pellegrini
Giovanni Fiordaliso
Giacomo Morabito, classe 1988
Roberto Di Paola
Antonino Quattrone, classe 1973
Antonino Gioffrè
Francesco Marcellini
Vincenzo Raso, classe 1965
Bruno Iaria, classe 1967
Antonio Giuseppe Currenti
Giuseppe Rigoli
Paolo Speziale
Domenico Auddino
Raffaele Zangari
Mariano Arena, classe 1950
Santo Gagliostro
Luigi Macrì, classe 1989
Roberto Bassman
Domenico Maugeri
Vincenzo Polifroni, classe 1972