di Angela Panzera - Crolla in Appello il processo abbreviato scaturito dall'inchiesta "Erinni". Ieri è stata emessa la sentenza, presso l'aula bunker di Reggio Calabria, dalla Corte d'Appello reggina, presieduta da Massimo Gullino, che ha assolto da ogni accusa Rocco Bonina, difeso dai legali Gianfranco Giunta e Marcello Manna, Domenico Lentini, difeso da Domenico Alvaro e Domenico Garreffa, e G. R. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], difeso da Salvatore Staiano e Giuseppe Milicia, Leandro Pepe, assistito dall'avvocato Hinmanuel Rinciari, Diego Zappia assistito dai legali Antonello Freno e Giuseppe Martino. Gli imputati Carmine Murdica, difeso da Francesco Marco, Luca Pepe difeso da Gianfranco Giunta sono stati invece assolti dall'accusa più grave ossia quella di associazione mafiosa. La Corte inoltre, ha escluso l'aggravante di aver agevolato la 'ndrangheta rideterminando la pena per Maria Chiara Condina a cui sono stati inflitti 16 mesi di carcere, e Carmine Murdica per cui la pena finale ammonta a quattro anni di carcere e 4 mula euro di multa. A Luca Pepe sono stati inflitti infine tre anni e sei mesi di reclusione più 14 mila euro di multa.
Tutti gli imputati detenuti adesso sono stato scarcerati.
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Nel marzo del 2015 il gup Massimo Minniti aveva condannato i dodici imputati alla sbarra; solo una fu l'assoluzione. Le pene inferte in primo grado oscillavano dai 2 ai 9 anni e 4 mesi di carcere nei confronti delle persone alla sbarra accusate di essere affiliate o contigue ai clan di Oppido Mamertina. A rimediare la condanna più alta L'operazione "Erinni", condotta dai Carabinieri reggini in due diverse trance, una compiuta nel novembre del 2013 e l'altra il mese successivo, ha "decapitato" le cosche Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo e Ferraro-Raccosta, attive ad Oppido Mamertina e territori limitrofi. Alla luce di questa sentenza emessa dal Corte d'Appello Reggina traballa decisamente l'impianto accusatorio. Le accuse mosse nei confronti degli imputati erano, a vario titolo, quelle di associazione mafiosa, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, detenzione illegale di armi, procurata inosservanza di pena, reati questi aggravati dalle modalità mafiose, nonché detenzione e vendita di sostanze stupefacenti. Recentemente poi la Corte d'Assise di Palmi ha assolto tutti gli imputati accusati di omicidio, gli omicidi proprio al centro della faida di Oppido ossia quelli di Carmine Putrino, Vincenzo Ferraro e Vincenzo e Francesco Raccosta , quest'ultimo sarebbe stato massacrato a sprangate e poi dato in pasto ai maiali mentre era ancora vivo.
Le accuse della Dda però non convinsero i giudici che scagionarono tutti gli imputati accusati dei delitti anche se le condanne inferte riguardarono comunque il reato di associazione mafiosa e tutti gli altri aggravati dall'agevolazione mafiosa.