di Claudio Cordova - Da ingegnere funzionario dell'Anas e direttore dei lavori relativi alla realizzazione dello svincolo di Rosarno (""Lavori di ammodernamento ed adeguamento della A3 SA-RC lotto Km 382+475 al Km 383+100 Tronco 3 Tratto 2 Lotto 3 Stralcio C – SVINCOLO DI ROSARNO), e quindi pubblico ufficiale, avrebbe ricevuto diverse regalie e diversi benefit quale prezzo per il compimento di atti contrari ai propri doveri di ufficio trovandosi in rapporto di stabile asservimento con Francesco Bagalà cl. 77, ritenuto un membro influente della famiglia della Piana di Gioia Tauro, capace di condizionare diversi appalti pubblici per conto della potente cosca Piromalli. Giovanni Fiordaliso, il "signor Gianni" nelle intercettazioni. E' lui il nome nuovo dell'inchiesta "Cumbertazione", curata dal pm Matteo Centini, che ha disarticolato la famiglia Bagalà, da anni attiva nel pilotare gli appalti pubblici sul territorio calabrese: Fiordaliso è finito agli arresti domiciliari.
Questi sarebbe stato ospitato a proprie spese da parte di Bagalà presso l'hotel Villa Diodoro di Taormina (ME), in occasione della festività dell'1.5.2013, con la propria moglie, dove soggiornava unitamente a Francesco Bagalà e la sua famiglia; sarebbe stato ospitato a proprie spese da parte Bagalà presso Albergo "Colomba", sito in Firenze Via Cavour 21, in occasione della festività dell'Epifania 2014, con la propria moglie, dove soggiornava unitamente a Bagalà e la sua famiglia; avrebbe ricevuto altre utilità tra cui orologi "rolex" acquistati dallo stesso Francesco Bagalà e da un altro sodale, Giorgio Morabito.
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Regali effettuati per ricompensare le condotte di Fiordaliso che, agendo nel solo interesse dell'impresa facente capo a Bagalà, ATI FUTURA-COMEBA, nel contesto del contenzioso tra la stessa e l'A.N.A.S. S.p.a., nei confronti della quale l'impresa aveva formulato quaranta riserve complessive nei cinque SAL ed avanzato sei istanze per l'avvio del procedimento di accordo bonario ex art. 240 Codice degli Appalti, si attivava per far riconoscere il maggior numero di riserve in favore della società, così da spingere la stazione appaltante ad addivenire ad un accordo bonario il più possibile remunerative per l'appaltatore, ciò al fine di consentire a Bagalà di recuperare il forte ribasso offerto in sede di aggiudicazione della gara. A tal fine e sempre in totale asservimento degli interessi dell'appaltatore, avrebbe fatto pressioni su una dipendente A.N.A.S. S.p.a. affinché accellerasse la firma del S.A.L. (Stato di Avanzamento dei Lavori), la cui approvazione avrebbe riconosciuto la fondatezza delle domande iscritte dall'appaltatore stesso sui documenti contabili, così da poter avviare la procedura del c.d. "accordo bonario"; avrebbe inoltre perorato la causa dell'impresa, dissimulando di agire nell'interesse della stazione appaltante cui voleva evitare un oneroso contenzioso, nei confronti dell'ing. Aldo Castellari, Dirigente tecnico Area Progettazione e Nuove Costruzioni, riferendo di aver appreso da Bagalà che aveva intenzione "di denunciare tutti alla Corte dei Conti". Fiordaliso avrebbe rappresentato in tutto e per tutto la longa manus dei Bagalà all'interno dell'Anas: avrebbe infatti messo a disposizione di Bagalà informazioni riservate (nonché il format dei files A.N.A.S. S.p.a. con relativo logo) in possesso dell'A.N.A.S. S.p.a. necessarie a compilare la "relazione riservata del direttore dei lavori sulle riserve iscritte nel registro di contabilità" da parte dell'impresa. Avrebbe fatto proprio, apponendovi la propria firma, il documento predisposto da due aavvocati (che avrebbero poi rappresentato l'ATI Futura s.r.l./CO.ME.BA. di Francesco Bagalà nel giudizio contro l'ANAS S.p.a. per conto dello stesso Bagalà, adottandolo come "relazione riservata del direttore dei lavori sulle riserve iscritte nel registro di contabilità" a sua firma; avrebbe perorato la causa dell'impresa appaltatrice in occasione della riunione con la dirigenza A.N.A.S. S.p.a. tenutasi in data 6 settembre 2013 in via Monzambano (Roma) presso la Direzione Generale Anas S.p.a., in particolare rappresentando che il problema del drenante si poteva risolvere concordando, bonariamente, l'intervento da realizzare con la ditta Bagalà. Con Bagalà, Fiordaliso avrebbe concordato affinché l'imprenditore inviasse una lettera con la quale intimare all'ANAS la consegna delle carte entro 30 giorni, allo scopo di far "entrare in penale" la stazione appaltante, così potendo poi Bagalà appellarsi al fatto che le carte non erano state consegnate in tempo, motivando, di fatto, l'invio di una nota di sollecito (sostenendo che questo "escamotage" avrebbe permesso di zittire quella "merda" di Cutrupi denigrando l'Ing. Consolato Cutrupi, anch'egli funzionario A.N.A.S. S.p.a., che aveva respinto quasi tutte le riserve avanzate dall'impresa e ridotto in modo notevole le deduzione del Direttore dei Lavori FIORDALISO, di fatto impedendo l'avvio della procedura di cui all'art. 240 Codice degli Appalti non essendo stato raggiunto il limite di valore (10 % dell'importo contrattuale). Una volta che l'Ing. Cutrupi veniva nominato dalla Stazione Appaltante quale C.T.P. nella causa ANAS contro FUTURA/CO.ME.BA., si attivava per convincerlo a favorire l'impresa appaltatrice ("E mettigli una riga con visto, visto , visto, visto, considerato, no, che ad oggi insiste la causa numero, del, dove l'impresa Ati Futura Comeba". Ed ancora "Seguimi ...inc.le... l'impresa Ati Futura Comeba ha avanzato un contezioso pari a x milioni di euro per non ulteriormente aggravare il danno erariale".). Non riuscendo a convincerlo, lo invitava a rinunciare all'incarico ("Io se fossi al posto tuo, io se fossi al posto tuo me ne tirerei fuori...", proponendo al collega:"e gli direi io, rinuncio all'incarico, rinuncio all'incarico...") agendo in perfetta sinergia con Bagalà che avvicinava Cutrupi dapprima blandendolo e poi minacciandolo implicitamente (ingegnere, ma cu va faci fari!; così nel racconto dello stesso Cutrupi al Fiordaliso: "No, anche perché, ti volevo dire che lui è venuto due volte qua, dopo che avuto l'incarico è venuto a dirmi, la prima volta ingegnere mettetevi la mano sulla coscienza eh, non siete più il responsabile del procedimento, la seconda volta è venuto guarda caso dopo che io gli ho mandato le memorie al coso, e mi ha detto ma chi ve la fa fare?"). Un forcing costante su Cutrupi: dopo l'intervento di Bagalà, Fiordaliso sarebbe tornato a proporre al collega di chiamarsi fuori dall'incarico ("Io se, ti vuoi togliere da qua Consolato ...inc.le..., tu fai come vuoi, io per motivi di salute" ed ancora Ma non so, non sai, non sai, se siamo intercettati, non sai se ci sono microspie, non sai come la interpretano").
Un rapporto, quello tra Bagalà e Fiordaliso, in alcun modo intaccato dall'esecuzione di svariati provvedimenti restrittivi con la operazione "Ceralacca", che pure aveva riguardato realtà imprenditoriali vicine, e culminato in quella che gli stessi definivano una vera amicizia (Bagalà - carissimo ingegnere, ci avete abbandonato ormai; Fiordaliso - no, no, no, mai, mai...; ...; ...; ... gli amici non si dimenticano).
In primo luogo, nell'ambito dell'appalto per lo svincolo di Rosarno, l'impresa facente capo a Francesco Bagalà e cioè l'ATI FUTURA-COMEBA, formulava 40 riserve complessive nei 5 s.a.l. (stato avanzamento lavori), ed avanzava 6 istanze per l'avvio del procedimento di accordo bonario. In sintesi, le riserve non sono altro che delle maggiori pretese economiche avanzate dall'aggiudicatario dei lavori, per effetto della variazione dell'importo economico dell'opera (ad es., per incremento dei costi sostenuti o per le variazioni richieste dal committente); laddove tale variazione sia superiore al 10% dell'importo contrattuale, si apre il procedimento descritto appunto dall'art. 240 codice appalti, tendente ad ottenere, eventualmente, un accordo bonario che ha valore di transazione tra le parti.
Più in particolare, iscritta la riserva, il direttore dei lavori ne dà immediata comunicazione al responsabile del procedimento trasmettendo nel più breve tempo possibile la propria relazione riservata; il responsabile del procedimento, a sua volta, valuta l'ammissibilità e la non manifesta infondatezza delle riserve ai fini dell'effettivo raggiungimento del limite di valore.
Per gli appalti e le concessioni che superano una determinata soglia di valore, il procedimento conciliativo passa attraverso la costituzione di una commissione (altrimenti solo facoltativa) che formula, acquisita la relazione riservata del direttore dei lavori e, ove costituito, dell'organo di collaudo, entro novanta giorni dalla costituzione della commissione, proposta motivata di accordo bonario.
Nelle carte d'indagine approntate dal pm Centini si parla di "spasmodico interessamento" di Fiordaliso per far riconoscere il maggior numero di riserve in favore di Bagalà, al fine di addivenire ad un accordo bonario che fosse più favorevole per lui più favorevole possibile, con conseguente recupero del forte ribasso offerto in sede di aggiudicazione. E quando verrà sostituito con l'omonimo cugino, rassicura Bagalà, facendogli intendere che nulla sarebbe cambiato nei loro rapporti (Fiordaliso - ... sentite, vi ha contatta'...vi ha contattato Cutrupi forse, vi ha detto niente per il cambio direzione lavori, cose...... voi lo sapete, ci avviamo al cantiere tranquillamente, voglio dire, e poi...e firmerà, poi, mio cugino, va bene? Bagalà – va benissimo; ...; ... Fiordaliso - ... comunque noi chiudiamoci tutte le nostre attività che abbiamo aperto e poi il proseguo se la vedrà lui, va bene?).
Pur dopo la sostituzione, l'indagato continuava ad interagire con Bagalà, su questioni, come quelle delle riserve, che esulavano del tutto dai suoi compiti e che, come visto, non potevano essere rivelate, men che meno all'esecutore dei lavori (Bagala' - ci vediamo e ci prendiamo un caffè...che ho parlato con Luigi così definiamo la riunione per le riserve, va bene? Fiordaliso - si, si così almeno chiudiamo..che abbiamo sempre ste carte in sospeso, va bene?; [.....] Bagala' - Ma ci avete abbandonato, va bene che non siete direttore dei lavori...; Fiordaliso - No...no...no...; ..; ...; Bagala' – Siamo come cantiere vicini, se ci incontriamo... ... Così vediamo almeno di chiudere questa, questa definizione di questa riserva è da due anni...; Fiordaliso - Eh, ho capito, con il geometra vi siete sentiti? Bagala' - Si, con il Geometra, si, l'avevo chiamato ripetutamente, però non mi ha chiamato e ora vedo...di...di...di...insisto; ...; Fiordaliso - Va bene...d'accordo...; Bagala' - Vediamoci domani, va bene? Fiordaliso - Allora domani passo).
Ma anche quando aveva ripreso la direzione dei lavori, l'ingegner Fiordaliso si sarebbe prestato più volte ad una sorta di inammissibile gestione "concertata" della procedura di cui all'art. 240 codice appalti, contattando anche il dirigente tecnico ing. Castellari, al quale prima riferiva che avrebbe portato le sue riflessioni sul 240 a Bagalà, poi che avrebbe di lì a breve predisposto la relazione sulla sola ammissibilità, riservandosi in seguito la parte relativa alla quantificazione (Fiordaliso - ... gliel'ho detto che entro questa fine settimana gli faccio quanto meno l'ammissibilità...; non tutta la deduzione, l'ammissibilità per poi mi riservo di quantificare eventualmente...; ... così apriamo il due e quaranta), fingendo di porsi a tutela della stazione appaltante (cui voleva evitare un oneroso contenzioso – evidente il riferimento al fatto di aver appreso dal Bagalà che aveva intenzione di denunciare tutti alla Corte dei Conti).
Una condotta, che per la Dda va aggravata con le modalità mafiose.
Fiordaliso avrebbe ripetutamente sostenuto gli interessi di Bagalà, abdicando alla neutralità della sua posizione di direttore dei lavori, chiamato cioè a vigilare sulla corretta esecuzione dell'incarico affidato. Allorquando era stato direttore dei lavori il cugino omonimo di Giovanni Fiordaliso venivano iscritte 17 riserve; rispetto a queste, il cugino dell'imputato aveva espresso il proprio parere, con relazione riservata, riconoscendo un importo pari a € 426.619,29. Nel periodo successivo, in cui era l'indagato a ricoprire il ruolo di direttore dei lavori, venivano iscritte altre 23, cui seguiva una relazione riservata (24.12.2013) che riconosceva un importo di gran lunga superiore al precedente, cioè € 2.517.726,63. Il r.u.p., invece, cioè l'ing. Consolato Cutrupi, aveva espresso il proprio parere, come per legge, riconoscendo nella sua relazione solo alcune riserve per un importo complessivo di € 1.026.410,98, nettamente inferiore a quello "proposto" dall'indagato.
Condotte che, nell'impostazione accusatoria, avrebbero avuto un prezzo.
Fiordaliso sarebbe stato ospitato a proprie spese da parte di Francesco Bagalà presso l'albergo "Colomba", sito in Firenze, via Cavour 21, nel gennaio 2014, con la propria moglie, dove soggiornava unitamente allo stesso Bagalà e la sua famiglia; la tappa fiorentina, invero, faceva parte di un più ampio viaggio che aveva toccato anche la capitale, e che vedeva le due famiglie insieme, con Bagalà che si onerava del pagamento della struttura fiorentina. Per converso, non vi è la prova che, in occasione della festività dell'1.5.2013, la permanenza presso l'hotel Villa Diodoro di Taormina (ME), di Fiordaliso e della moglie, insieme ai Bagalà, fosse stata sostenuta da quest'ultimo, non potendosi la cosa desumere dal mero fatto che la scheda di identificazione di p.s. fosse stata fatta a suo nome; certamente, la condotta del funzionario, nella specie, non appariva improntata alla necessaria neutralità. A casa di Fiordaliso, però, gli inquirenti ritrovano due orologi Rolex (di un terzo venivano rinvenuti solo i documenti identificativi) con la circostanza va inevitabilmente posta in correlazione con il contenuto di una conversazione, captata in ambientale il 10.7.2013, intercorsa tra Giorgio Morabito e Francesco Bagalà, nella quale, tra le altre cose, quest'ultimo sottolineava l'opportunità di acquistare una serie di "ROLEX" di cui uno per "IL SIGNOR GIANNI", che a questo punto deve ritenersi identificato, con il crisma della gravità indiziaria, nell'indagato Fiordaliso (... poi Bagalà gli dice che devono comprare un Rolex per il signor Gianni, Giorgio gli dice che uno lo devono comprare per il signor Frank, poi continua Bagalà e dice che ne devono comprare anche per Francesco, la signora Fortunata, uno per la signora Patrizia dato che ieri hanno fatto l'anniversario, poi continua e dice che un altro per la moglie di inc, in tutto sono 6...).
Circostanze che portano i magistrati a parlare di "condotta infedele" da parte di Fiordaliso, che violava il dovere di segretezza, spendeva la sua funzione perorando le ragioni dei Bagalà (l'incontro a Roma presso l'Anas, le pressioni su Cutrupi, quelle per il raggiungimento dell'accordo bonario e, comunque, per il riconoscimento del maggior numero di riserve); abdicava alla terzietà ed imparzialità della funzione, patrocinando gli interessi dei Bagalà con i quali teneva un rapporto di assidua frequentazione ed ai quali in più occasioni si rapportava come autentico consigliori: "Una condotta ispirata al baratto dell'utile pubblico con l'interesse personale (i viaggi, il rolex), secondo una relazione di natura corrispettiva ampiamente documentata dalle conversazioni, dalle frequentazioni (provate fino alla fine del 2015) e dai paralleli accadimenti" è scritto nelle carte d'indagine.