"Rimborsopoli": non entrano nel processo le immagini della presenza "abusiva" di Nino De Gaetano in Consiglio Regionale

degaetanoconsiglioregionale2Non entrano nel processo "Erga Omnes" le immagini della presenza "abusiva" di Nino De Gaetano in Consiglio Regionale, dopo essere stato liberato dagli arresti domiciliari. Il Tribunale presieduto da Natina Pratticò ha rigettato la richiesta avanzata dalla Procura di Reggio Calabria di depositare le immagini nel procedimento sullo scandalo "Rimborsopoli" di Palazzo Campanella. Per l'accusa era fondamentale acquisire in dibattimento le foto di Nino De Gaetano, ex assessore regionale coinvolto nell'inchiesta "Erga omnes" in quanto accusato di peculato, che si aggirava nei corridoi del Consiglio regionale dopo essere stato scarcerato dal Tribunale del Riesame.

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Per il Tribunale davanti al quale sono imputati proprio Nino De Gaetano e Luigi Fedele le immagini non sarebbero collegabili alle accuse mosse dalla Procura. Per l'aggiunto Gaetano Paci e per i pm Matteo Centini e Francesco Ponzetta le foto estrapolate dal servizio di videosorveglianza erano però necessarie per dimostrare la pericolosità sociale dell'ex assessore che indisturbato si aggirava, pur non essendo più munito del relativo badge, indisturbato fra i corridoi di Palazzo Campanella. Un comportamento non penalmente rilevante, ma che comunque per gli inquirenti denotava la sua pericolosità sociale. Niente da fare. Quelle foto non entrano nel processo a suo carico. Le indagini delle Fiamme Gialle erano partite all'indomani della pubblicazione di un articolo di stampa, pubblicato sul Dispaccio. Subito la macchina della giustizia si è messa in moto e si era fatta consegnare dalla sicurezza del consiglio regionale le foto in cui si vedeva De Gaetano gironzolare tranquillamente in quella che era la sua ex sede politica, la stessa sede che per molto tempo sarebbe stata depauperata non solo da De Gaetano ma anche dall'ex assessore regionale Luigi Fedele, finito ai domiciliari anche lui nell'inchiesta della Finanza scattata nell'estate del 2015. All'ex assessore della Giunta guidata allora da Peppe Scopelliti, la Procura contesterà spese tali da ipotizzare gravi reati. Come la serie di numerose cene a diversi ristoranti, il tutto presumibilmente alle spalle del popolo calabrese. Anche per De Gaetano, nominato all'epoca dal governatore Mario Oliverio assessore esterno con la delega ai Trasporti, sono ingenti le somme che, a detta della procura di Federico Cafiero De Raho, sarebbero state utilizzate con finalità non previste dalla normativa. Il processo a carico di Fedele e De Gaetano è stato rinviato al 10 febbraio quando sfileranno ancora alcuni testi dell'accusa. SI tratta di alcuni finanzieri che hanno preso parte all'inchiesta. I due ex assessori regionali potrebbero però essere raggiunti da altri "colleghi" imputati. Il 9 febbraio infatti, si svolgerà l'udienza preliminare per altri esponenti politici, di tutti gli orientamenti, e dipendenti vari, finiti sotto la lente della Procura reggina. Fra questi alla sbarra c'è il Giovanni Bilardi che, a differenza di De Gaetano e Fedele, nonostante sia stato colpito da ordinanza di custodia agli arresti domiciliari nella prima tranche dell'inchiesta, ai domiciliari non andrà mai per via del suo status di Senatore; Bilardi sarà l'unico per il quale l'ordinanza non verrà eseguita, essendo stata pendente per svariati mesi la fase autorizzativa in Parlamento. Anche per lui poi nel gennaio scorso il Tdl, in seconda battuta, annullerà gli arresti domiciliari.