19 anni di carcere in Appello al boss Domenico Condello "Micu u pacciu"

reggiocalabria aulabunker19aprdi Angela Panzera - Sconti di pena e tre assoluzioni per gli imputati del processo di secondo grado "Reggio Nord-Lancio". La Corte d'Appello pochi minuti fa ha emesso condanne che oscillano dai 3 anni ai 19 anni e 4 mesi. Questa è la condanna rimediata infatti dal boss Domenico Condello alias "Micu u pacciu" che in primo grado era stato condannato a 26 anni dal Tribunale reggino presieduto da Natina Pratticò nel dicembre del 2014. Le risultanze investigative snocciolate nel corso dell'articolato dibattimento hanno infatti, ricostruito gli interessi economici del clan Condello, la rete di professionisti e imprenditori che per anni avrebbero consentito alla cosca di continuare a macinare profitti, ma anche e la presunta rete di protezione che ha permesso a Domenico Condello, di sfuggire per decenni all'arresto fino a quando i Carabinieri reggini non l'hanno scovato nei pressi di Catona il 10 ottobre del 2012. Assolti all'esito del processo d'Appello Robertino Morgante ( 4 anni in primo grado), difeso dagli avvocat Tonino Curatola e Francesco Calabrese, Fabio Pasqualino Scopelliti ( 4 anni e 6 mesi) difeso dai legali Francesco Albanese e Anna Larussa, ma su tutte spicca quella rimediata dall'imprenditore Pasquale Rappoccio, difeso dai legali Nico D'Ascola, Francesco Siclari ed Emanuele Genovese. In primo grado era stato condannato a 5 anni di carcere. Prima di finire in manette, Rappoccio era un imprenditore piuttosto famoso e affermato, non solo era il rappresentante dell'impresa di fornitura di medicinali Medinex, ma anche il proprietario della squadra di pallavolo della città. Egli, secondo la Dda, avrebbe prestato, però, il proprio ruolo di imprenditore al servizio delle cosche. In questo contesto avrebbe acquisito in nome e per conto di Mico Condello e del cognato Bruno Tegano la discoteca "Limoneto", ubicata a Gallico a due passi dal mare nonché per anni centro della movida reggina. Adesso per lui in Appello è arrivata la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste. Gaetano Francesco Belfiore e Francesco Genoese passano da una condanna a 10 anni a 8 anni, mentre Pasquale Bertuca, Giuseppe Caronfolo e Renato Marra sono stati condannati a 10 anni. Bertuca in primo grado si era visto infliggere 15 anni e 8 mesi, mentre Caronfolo 16 anni e Marra 12 anni di carcere. Gianluca Favara passa da 10 anni a 7 anni di detenzione, mentre Bruno Tegano, cognato e braccio destro del boss Condello, rispetto ai 16 anni adesso passa a una condanna a 14 anni e 9 mesi. Confermate infine le condanne per Giovanni Barillà, 8 anni di carcere, e Giuseppa Santa Cotroneo punita con 6 anni di detenzione.

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