Corruzione in atti giudiziari: la prescrizione salva Amedeo Matacena

matacenaamedeo500di Claudio Cordova - Alla fine arriva la prescrizione. La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio le condanne emesse il 31 marzo 2015 dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria, presieduta da Rosalia Gaeta, che aveva confermato quasi tutte le condanne del procedimento "Mozart", ribadendo soprattutto quelle nei confronti dei principali soggetti alla sbarra, l'ex deputato Amedeo Matacena, e l'ex presidente del Tar reggino, Luigi Passanisi.

La Corte aveva rigettato la richiesta del sostituto procuratore generale Alberto Cianfarini, che alla fine del 2014 aveva chiesto di fare tabula rasa sulla sentenza di primo grado del procedimento "Mozart". Tre anni e sei mesi erano stati quindi comminati per l'ex presidente del Tar di Reggio Calabria, Luigi Passanisi, mentre quattro anni per Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia, pregiudicato per concorso esterno in associazione mafiosa e attualmente al centro delle vicende che vedono imputato l'ex ministro Claudio Scajola, accusato di aver tentato di spostarlo da Dubai al Libano dopo la sentenza della Cassazione in uno stralcio del procedimento "Olimpia".

La Cassazione, quindi, pone fine alla vicenda dichiarando la prescrizione: troppo il tempo impiegato per giudicare gli imputati.

Secondo l'accusa l'ex presidente Luigi Passanisi, nell'autunno del 2005, avrebbe accettato la promessa di ricevere duecentomila euro allo scopo di favorire l'ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena (e il suo gruppo) nei ricorsi contro il provvedimento con il quale l'Ufficio Marittimo di Villa San Giovanni aveva rigettato alcune richieste della "Amadeus S.p.A.", la società, di proprietà di Matacena, colosso nel settore del trasporto marittimo.

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Un'indagine, quella denominata "Mozart", che avrebbe scoperto un gruppo di personaggi piuttosto in vista: in un procedimento separato, infatti, era stato coinvolto il Colonnello della Guardia di Finanza, Agatino Sarrafiore.

Dichiarati prescritti anche i tre anni e 6 mesi di reclusione per Martino Politi e Cesare Giglio, ritenuti rispettivamente il factotum di Matacena e l'uomo che, secondo lo schema accusatorio, sarebbe stato l'anello di congiunzione che avrebbe permesso al gruppo Matacena di instaurare un rapporto corruttivo con il giudice Passanisi.

Unica condanna confermata (a un anno e 4 mesi di reclusione) quella per la moglie di Passanisi, Graziella Barbagallo.

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La sentenza d'Appello: http://ildispaccio.it/reggio-calabria/71145-corruzione-in-atti-giudiziari-confermate-in-appello-condanne-a-matacena-e-passanisi