Reggio: gli avvocati condannati eletti all’interno della Camera Penale

reggio cedirsospesaattivita11072016di Claudio Cordova - Alla fine l'avvocatura reggina dimostra che essere condannati (definitivamente o in primo grado) non è un discrimine fondamentale per essere o non essere eletti all'interno della Camera Penale. Nonostante l'articolo di ieri del Dispaccio, sia l'avvocato Gianfranco Giunta, sia l'avvocato Giulia Dieni sono stati premiati dalle urne.

Il primo, condannato con sentenza definitiva per favoreggiamento personale alla latitanza del boss Carmine De Stefano, è stato eletto nel Consiglio Direttivo della Camera Penale "G. Sardiello". Insieme a lui Francesco Calabrese, Emanuele Genovese (presidente uscente), Demetrio Francesco Floccari, Aldo Labate, Natale Polimeni e Paolo Tommasini. Già in settimana il Consiglio Direttivo potrebbe riunirsi per decidere il presidente (tutti in lizza, tranne l'uscente Genovese, che non può essere rieletto).

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L'avvocatura reggina era chiamata non solo a rinnovare il Consiglio Direttivo della Camera Penale, ma anche il Collegio dei Probiviri. Qui, nonostante la condanna a 8 anni in primo grado per associazione mafiosa, importante è stata l'affermazione dell'avvocato Giulia Dieni. La stessa aveva annunciato la propria candidatura, richiesta – a suo dire – a diversi colleghi. Dopo l'articolo del Dispaccio, anche il legale di fiducia della Dieni, l'avvocato Michele Albanese, è intervenuto sulla questione, sostenendo come la sentenza di primo grado non abbia convinto l'avvocatura reggina.

Tralasciando un momento il fatto che l'avvocato Albanese (non si sa bene sulla base di quali informazioni) attribuisca lo scetticismo sulla sentenza a una "consistente parte" degli avvocati, si deve ribadire che quella – piaccia o no – resta comunque una sentenza che va rispettata e su cui, pur non essendo una sentenza definitiva, si deve essere consequenziali. Scettici quanto si vuole, ma consequenziali. Nonostante la richiesta di candidatura da parte dei colleghi, infatti, l'avvocato Dieni avrebbe quindi dimostrato grande responsabilità a rifiutare l'invito, visto il delicato periodo che sta vivendo.

La sentenza di primo grado, infatti, è di circa due settimane fa. Troppo fresca per non imporre una riflessione: anche perchè, il ruolo all'interno del Collegio dei Probiviri è dei più delicati, visto che ha anche una funzione di controllo sull'operato dei colleghi.

Ma il popolo, si sa, è sovrano. E se l'avvocatura reggina ama scegliere così, non resta che prenderne atto. Anche perché né l'Ordine, né l'Unione Nazionale delle Camere Penali sembrano essere interessati all'argomento.

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L'articolo del Dispaccio: http://ildispaccio.it/primo-piano/116182-reggio-il-disordine-degli-avvocati

La replica dell'avvocato Albanese: http://ildispaccio.it/reggio-calabria/116219-il-disordine-degli-avvocati-la-replica-del-legale-reggino-michele-albanese