di Angela Panzera - Si è concluso con nove condanne e sette assoluzioni il processo, svoltosi con il rito abbreviato scaturito dall'inchiesta "Il Padrino", inchiesta che non ha solo disarticolato il casato mafioso egemone nel quartiere di Archi, ma ha spedito in galera presunti favoreggiatori della latitanza del superboss Giovanni Tegano arrestato il 26 aprile 2010 dopo 17 anni. Il "mammasantissima" di Archi era stato sorpreso dagli agenti della Squadra Mobile della Questura reggina e del servizio centrale operativo in una villetta ubicata a Terreti, zona collinare alla periferia Nord reggina. Tegano doveva scontare una condanna all'ergastolo ed è ritenuto uno dei protagonisti della guerra di mafia di Reggio Calabria che, tra il 1985 ed il 1991, provocò oltre seicento morti. Si era dato alla macchia dal 1995 e con l'operazione "Il Padrino" l'Antimafia ha fatto il punto sulla fitta rete di persone che avrebbero agevolato il boss nella lunga latitanza. Ma non solo, sono stati ricostruiti presunti ruoli mafiosi ricoperti, cariche e gerarchie all'interno della 'ndrina, decimata da diverse operazioni di polizia giudiziaria come quella denominata "Agathos" e "Archi". Un'inchiesta, quella condotta dal pm Giuseppe Lombardo (nella foto), che ha colpito la "colonna vertebrale" della cosca Tegano, dal direttorio ai soggetti al di sopra di ogni sospetto. Esce assolto da ogni accusa, secondo quanto disposto dal gu distrettuale Davide Lauro, però il primario dell'unità di laboratorio analisi di Polistena, Francesco Pellicano così come Francesco Giunta, Sergio Malara, Francesco Marino, Domenico Paolo Saraceno , Giorgio Saraceno ed Emilio Eugenio Tiara.
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Per Sergio Malara e Giorgio Saraceno, difesi dal legale Marco Tullio Martino, il pm Lombardo aveva invocato una durissima condanna a 14 anni di carcere. mentre per Domenico Paolo Saraceno, difeso da Marco Tullio Martino E Basilio Pitasi, l'accusa aveva invocato 15 anni di reclusione. Ammonta a 6 anni e 4 mesi di carcere la condanna rimediata da Francesco Caponera e Antonio Marco Malara mentre è di 6 anni quella rimediata da Stefano Costantino, Giovanni Malara e Paolo Malara. Sei anni e 8 mesi sono stati inflitti a Domenico Malara, 8 anni a Antonio Lavilla e 9 anni a Giovanni Pellicano. Durissima invece la condanna disposta dal gup Lauro nei confronti di Vincenzino Zappia oggi punito con 17 anni di detenzione. Su di lui sono pesate le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Enrico De Rosa il quale agli inquirenti ha dichiarato che «Vincenzino Zappia, in assenza di Giuseppe De Stefano, per dire tipo, come spesso ha detto anche lui, che Giuseppe De Stefano era suo fratello, inteso non suo fratello di sangue, che carnalmente erano fratelli, ma intesa fratelli come di 'ndrangheta(...) comandava ad Archi, comandava per quanto riguarda, a mio dire rappresentava i De Stefano». «Forse – ha affermato il pentito - la figura poi è stata coadiuvata quando è uscito Giovanni De Stefano(...)Enzo Zappia- dirà alla Dda De Rosa- è una persona tipo molto importante, in questo senso (..) ha la facoltà di mandarlo affanculo, cosa che non ho io. lo se lo mando affanculo mi prendo due schiaffi. E mi è andata bene, non so se mi spiego». Adesso occorrerà attendere 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza emessa dal gup Lauro, soprattutto per comprendere i motivi che hanno spinto il giudice ad assolvere soggetti ritenuti e finiti in galera nel blitz messo a segno dalla Squadra Mobile della Questura reggina poiché ritenuti "affiliati" e "personaggi chiave del clan degli arcoti.
· CAPONERA Francesco 6 anni e 4 mesidi reclusione
· COSTANTINO Stefano, 6 anni di reclusione
· GIUNTA Francesco, assolto
· LAVILLA Antonio, 8 anni di reclusione
· MALARA Antonio Marco, 6 anni e 4 mesi di reclusione
· MALARA Domenico, 6 anni e 8 mesi di reclusione
· MALARA Giovanni, 6 anni di reclusione
· MALARA Paolo, 6 anni di reclusione
· MALARA Sergio, assolto
· MARINO Francesco, assolto
· PELLICANO Francesco, assolto
· PELLICANO Giovanni, 9 anni
· SARACENO Domenico Paolo, assolto
· SARACENO Giorgio, assolto
· TIARA Emilio Eugenio, assolto
· ZAPPIA Vincenzino, 17 anni di reclusione