Arresti sulla mafia dei Nebrodi: il ruolo del "calabrese" in contatto con i Nirta-Strangio

poliziaarresti500Traffico di droga, pizzo sulle forniture alle imprese edili, controllo degli appalti sui centri dei Nebrodi, rapine. La procura messinese stringe il cerchio sulla mafia del suo territorio e fa scattare un'operazione di polizia, denominata ''Senza tregua'' che, dopo il vaglio del gip, porta 16 persone in carcere e sette ai domiciliari accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Non c'è alcun collegamento diretto all'agguato al presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, del 18 maggio scorso, ma dopo il tentativo di omicidio sventato dai poliziotti a colpi di pistola, la Dda dello Stretto tira i fili delle inchieste per accalappiare grossi criminali e mafiosi. Lo dice chiaramente il ministro dell'Interno, Angelino Alfano: "Si aspettavano forse uno Stato che si sarebbe limitato a festeggiare il fallito agguato al presidente Antoci Si sono sbagliati. Tutto questo è il lavoro instancabile della nostra Squadra Stato, impegnata a ogni livello, a fianco della gente onesta per garantire la sicurezza dei cittadini attraverso una forte azione di controllo del territorio e lo smantellamento delle reti criminali che vi operano". Antoci afferma che "l'operazione è il chiaro segnale che lo Stato reagisce e non si ferma, queste sono indagini partite anni fa che dimostrano che le forze dell'Ordine ci sono state, ci sono e ci saranno sempre accanto ai cittadini. E' un segnale di speranza perchè colpisce chi voleva gestire il territorio". Tra i nomi dell'indagine emerge Antonio Foraci, 52 anni, detto il "calabrese", arrestato oggi e già condannato per mafia, boss emergente dei cosiddetti "Tortoriciani" il clan della famiglia Bontempo Scavo di Tortorici (Me). Foraci aveva collegamenti anche in Calabria dopo aver intrattenuto rapporti con gli esponenti della 'ndrangheta della famiglia calabrese dei Nirta-Strangio. L'inchiesta, prosecuzione dell'indagine ''Rinascita'' del 2008, prende avvio dall'arresto in flagranza di 4 giovani di Tortorici, durante un tentativo di estorsione a un nightclub di Capo D'Orlando. Per il procuratore messinese Guido Lo Forte, "è una mafia non più divisa all'interno tra Tortoriciani e Batanesi e che non ha più il condizionamento della mafia barcellonese, ma ha rapporti diretti con la 'ndrangheta e la mafia catanese. Non ci sono collegamenti diretti tra questa operazione e l'attentato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. Sul possibile collegamento tra gli arrestati e i terreni sequestrati e oggetto di interdittive non rispondo, perché ci sono indagini in corso". Il questore di Messina Giuseppe Cucchiara spiega: "Si tratta di un'operazione fondamentale dove emerge il ruolo apicale di Foraci. Siamo soddisfatti di aver inferto un colpo significativo alla famiglia dei Tortoriciani. Emergono collegamenti con la 'ndrangheta per l'approvvigionamento degli stupefacenti e le estorsioni a imprese messinesi in Calabria". "I siciliani e i cittadini dei Nebrodi sono stanchi delle vessazioni che sono stati costretti a subire da una mafia, quella tortoriciana, barbarica e crudele, che ha creato forti collegamenti con cosa nostra siciliana e con la 'ndrangheta'' dice il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Il senatore Pd Beppe Lumia afferma che l'operazione antimafia "è la migliore risposta che lo Stato poteva dare dopo l'agguato a Antoci. Un grazie va alla Dda di Messina, alla Polizia di Stato e al questore per il lavoro sistematico e capillare che hanno svolto". (ANSA)