di Claudio Cordova - "Dire cosa e quanto ha fatto Nicola Gratteri in questi anni sarebbe pura retorica". E' racchiuso tutto in questa frase del procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, il contributo fornito in questi anni da Nicola Gratteri, magistrato da una vita in lotta contro la 'ndrangheta che lunedì, dopo 23 anni in servizio presso la Procura di Reggio Calabria, si insedierà a capo della Procura di Catanzaro.
23 anni sono tanti nella vita di un uomo. Ma la vita di Gratteri è stata completamente spesa per la lotta al crimine: "Contrastare la criminalità espone a rischi e lui sa cosa significa" ha detto ancora Cafiero de Raho. "Ma lo si fa con gioia per la gente, per consentire la libertà dei cittadini. Nicola ha sacrificato sé e la propria famiglia per questo. Lui è come Falcone" ha aggiunto ancora il procuratore. Commozione in aula, presso il Palazzo di giustizia, nel ricordare l'azione mossa in questi anni da Gratteri. Un'azione che lo ha portato in giro per il mondo a insegnare cosa sia la 'ndrangheta e a contrastarla: "La giustizia fa passi avanti con persone lungimiranti e Gratteri è un manager della giustizia" ha concluso Cafiero de Raho.
Sentito anche il pensiero espresso dal procuratore generale Salvatore Di Landro, che ha definito Gratteri "un fuoriclasse cui dobbiamo molto". Commosso e divertente anche il ricordo del presidente dell'Ufficio Gip/Gup, Olga Tarzia, che con Gratteri ha mosso i primi passi in magistratura tra la Locride e Catanzaro. Proprio Catanzaro dove Gratteri dovrà contrastare tutta la 'ndrangheta a esclusione di quella della provincia reggina. Dai Mancuso di Limbadi ai Giampà di Lamezia Terme, passando per i feroci "Papaniciari" di Crotone, i Grande Aracri di Isola Capo Rizzuto e il clan degli Zingari di Cosenza. Sostituto procuratore e poi procuratore aggiunto, avendo sempre nel mirino la 'ndrangheta che conta, quella della fascia jonica, proprio lui nato a Gerace, dove ancora oggi si "rifugia" nel proprio orto, quando il lavoro lo consente. Una 'ndrangheta temibile e ricca perché egemone nel traffico di droga. E poi la carriera accademica e il contributo alla riforma della giustizia: proprio lui che è stato fermato a un passo dalla nomina a Guardasigilli.
Entusiasmo per il magistrato, ma anche malinconia: "Ringrazio il personale amministrativo, con cui abbiamo trovato le soluzioni ai problemi e imparato tante cose. Qui c'è l'elite della polizia giudiziaria e magistrati che a volte sbagliano perché lavorano, ma che sono persone perbene. Le indagini che si fanno qui non si fanno in nessuna parte d'Italia" ha detto Gratteri.
Poi i brindisi e le foto. E, da lunedì, una nuova battaglia di una vita in trincea.