50 sfumature di Reggio: la fabbrica del sesso in pieno centro storico

ragazzaprostituzionedi Angela Panzera - La coppia composta dai coniugi reggini Francesco Alati, classe 1960,e Gregoria Liberata Logoteta, classe 1965, finita ieri in manette nell'ambito dell'operazione "Reggioland" avrebbe fatto arrossire persino Christian Grey e Anastasia Steele, i protagonisti di "50 sfumature di grigio", la tanto discussa trilogia del sesso che tra libri e film ha registrato incassi milionari. Ma se le quasi 600 pagine della scrittrice londinese E. L. James hanno portato guadagni stratosferici, le 221 messe nero su bianco dal gip Davide Lauro, su richiesta del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm reggino Giovanni Calamita,hanno fatto finire i coniugi dietro le sbarre con la pesante accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e altri gravi reati. Gli arresti domiciliari invece, sono stati disposti per Francesco Armandini (classe 1960), Marco Toscano (classe 1992), Paolo Lombardo (classe 1953), [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] e Simona Paviglianiti (classe 1976), accusati a vario titolo di favoreggiamento alla prostituzione. Gli indagati Emanuele Arco (classe 1990), Franceso Massimo Collosi Barbarello (di Melito Porto Salvo, classe 1972), Vincenzo Comi (di Cinquefrondi, classe 1987), [OMISSIS per diritto all'oblio] e Maria Santamaria (di Messina, classe 1986) hanno invece rimediato la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sotto la lente degli investigatori è finito quel continuo "via vai" dal civico 186/C di via Reggio Campi II Tronco dove formalmente era collocata la sede dell'associazione "Club Reggioland" che, a quanto pare solo sulla carta, si occupava di "management e organizzazione eventi".

In quello stabile ubicato a pochi passi dal centro cittadino però, per la Procura reggina, si faceva di tutto tranne che "promuovere,organizzare, diffondere e supportare sport, cultura, musica e spettacolo in tutte le sue forme", come dichiarato a caratteri cubitali sul relativo sito internet e per come detto parecchie volte al telefono da Alati che intercettato appellava le varie ragazze come "artiste". L'associazionismo praticato avrebbe imposto altri profili e luci, luci rosse soprattutto. Tutto ha inizio il 10 febbraio dello scorso anno quando i Carabinieri effettueranno una perquisizione con l'obiettivo di rinvenire armi detenute illegalmente. Ma i militari rimasero delusi. Non furono scovate pistole o mitragliette bensì luci soffuse, immagini evocative e al secondo piano dell'immobile c'erano degli intensi profumi. Fino a qua però, a sostenere che si trattasse di una cosiddetta "casa chiusa", ce ne voleva. Sono state alcune mascherine, i profilattici e un fallo di gomma, nonostante la Logoteta abbia dichiarato che "appartengono a me e a mio marito e li usiamo in intimità", a inguaiare la coppia.

A niente è infatti, servita la spiegazione fornita dalla donna che durante il controllo aveva messo a verbale che "in questo circolo si organizzano delle feste tra noi associati, in occasioni di feste particolari come Halloween, Carnevale, eccetera, mentre nelle altre serate vi è interscambio culturale, si discute, si sorseggia un drink e c'è musica soft,(...) per le bibite che noi offriamo agli avventori, gli stessi danno un'offerta libera, non specificatamente indicata". Le indagini del pm Calamita partono subito. Intercettazioni telefoniche e ambientali, ma soprattutto i numerosi appostamenti effettuati dai Carabinieri avrebbero dimostrato che in quella casa di Via Reggio Campi si esercitava attività di prostituzione a tutte le ore del giorno e della notte. A capo dell'organizzazione ci sarebbero la coppia composta da Alati, dipendente comunale presso un ufficio ubicato all'interno del Cedir, e Logoteta, ma anche quest'ultima si sarebbe prostituita sotto le direttive del marito che stabiliva i prezzi dei rapporti sessuali. Si andava da un minimo di 50 euro fino ai 150 e 300. Dipendeva dalle occasioni. Il duo sarebbe stato specializzato in addii al celibato con tanto di apposito "regalo per lo sposo". Le attuali mogli però, possono dormire sonni tranquilli, i nomi dei clienti e soprattutto dei futuri nubendi non sono stati resi noti dall'autorità giudiziaria. Per usufruire delle presunte prestazioni sessuali giungevano da ogni dove e i clienti erano di tutte le età. "Tuttavia- scrive il gip Lauro nell'ordinanza di custodia cautelare- sin d'ora non si può evidenziare, anche alla luce delle acquisizioni successive, come persino l'analisi del solo servizio di videoripresa documentava, anche per il periodo successivo, l'assoluta ripetizione dei comportamenti indicativa di una gestione organizzata, degli eventi, di un modus operandi condiviso e collaudato: l'assidua frequentazione della casa da parte dei soggetti nella quasi totalità di sesso maschile, anche in gruppi assai nutriti (questi prevalentemente nelle ore serali), la programmazione di appuntamenti per così dire più riservati, per singoli soggetti, tenuti durante il giorno, tanto al mattino, quanto il primo pomeriggio, la variegata composizione del pubblico maschile, vuoi per età (anche un minorenne), vuoi per posizione sociale (disoccupati, dipendenti comunali, impiegati, calciatori, militari, operai, soggetti operanti nel mondo dell'intrattenimento, imprenditori), vuoi per provenienza (Reggio Calabria, Melito Porto Salvo, San Luca, Sant'Eufemia d'Aspromonte, Montebello Jonico, Sinopoli, Villa San Giovanni, Palmi, Bova Marina, Condofuri e Saline Joniche".

Insomma un'impresa del sesso che ormai era diventata un nome nell'hinterland reggino. Ma uscirne non è stato facile per tutte le ragazze presumibilmente coinvolte. Come quanto accaduto per la giovane [OMISSIS], qui accusata di agevolazione all'attività di prostituzione e favoreggiamento personale, ma anche di essere una delle vittime della Logoteta. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]. La [OMISSIS] infatti, in un preciso momento ha manifestato- stando alle carte dell'inchiesta- la volontà di interrompere il meretricio in quanto aveva trovato, durante il periodo estivo, un lavoro presso un lido balneare. Ma la Logoteta sarebbe rimasta molto male per la sua scelta. "Con toni e modalità decisamente diverse, scrive il gip, i due coniugi tentavano di riportare la [OMISSIS] - fonte indiscussa di guadagno per le loro serate e spesso richiesta dai clienti- sulla strada della prostituzione oscillando fra condotte minatorie (l'Alati) e attività persuasive (la Logoteta)". È l'intercettazione del 16 giugno scorso a far ipotizzare ciò agli inquirenti.[OMISSIS]: " eh mi dispiace per la situazione che si è creata perché io penso che sia tu che Franco....mi ha detto lui ti sei comportata male, qua e la gli ho detto, guarda Fra, perché giustamente lui, mi ha detto non sei stata sempre presente...gli ho detto guarda Frà a me dispiace se ti ho creato dei problemi, gli ho detto però, eh non è mancanza di voglia, però mi rendo conto che evidentemente se c'è ancora questo problema e che evidentemente non sono ancora in grado di gestire determinate situazioni, non è che le me la sto cacciando cosi.". Logoteta: "No ma adesso, ma anche per il prossimo futuro...sarò ancora peggio...diciamo....visto che hai anche il discorso del lido...sei impegnata.[OMISSIS]: " ho fatto la riunione e gli ho detto a Fra...guarda che mi hanno detto che dovevo lavorare tutte le sere...io ho detto e ce la faccio...perché lui mi ha chiesto almeno una serata....gli ho detto se c'è faccio...almeno verrò a fare una serata, però in ogni caso se non ci sono il mio aiuto, per quanto riguarda la villa ce l'avrete". Logoteta: " ora ci sarà la pausa comunque estiva che comunque vuoi o non vuoi per quanto riguarda te, non lo so se tu darai questa disponibilità, se potrai per la villa, perché comunque a luglio, luglio agosto la non si può, perché proprio fare serate perché è pazzesco, già sta cominciando a fare tanto caldo". La Logoteta appare delusa poiché, per il gip, la coppia nutriva verso la [OMISSI]" un maggiore coinvolgimento della giovane nel progetto una volta ingrandita l'attività". Logoteta: " forse io ho avuto grandi aspettative, diciamo mi aspettavo molto da te...ti devo dire la verità mi sono fatta un'idea diversa, probabilmente...sono diciamo molto a pelle con le persone...mi avevi ispirato tantissimo anche dal punto di vista del lavoro, dell'impegno della cosa, per me eri una persona...all'inizio...proprio....come era iniziato il lavoro...il nostro rapporto di collaborazione pensavo che si potesse fare un discorso più alla pari, sai quelle cose, quasi come una collaboratrice, che potesse, non una che lavora per noi ma una che lavora con noi...veramente avevo tante aspettative...anche per organizzare cose un po' più particolari, più impegnative sai..bene avevamo già pensato al fatto della villa eccetera, quindi le cose si dovevano ingrandire, dovevano avere altre introiti, altre situazioni anche attraverso te, attraverso il tuo apporto....per noi questa e poi la figura tua nel locale per me era importante. Io ti vedevo pura, non telo so spiegare, ma io ti vedevo una purezza, mi devi credere, mi eri entrata nel cuore, nell'anima, non lo so manco io veramente perché è una cosa manco, quasi, ma guarda veramente come una figlia, ma non lo dico tanto per dire ...". Purezza, anima, cuore, sì perché i coniugi Alati e Logoteta avevano dei sani valori e principi. Come quando hanno presumibilmente rifiutato l'attività di prostituzione di una ragazza reggina poiché quest'ultima era incinta e il padre del bambino "non voleva prendersi le sue responsabilità". Logoteta: " io sono mamma e so quello che passato quando sono rimasta incinta, la sentivo una cosa troppo intima e mi faceva senso e mi avrebbe fatto fare senso fare una cosa del genere con un bambino nella pancia(...) la responsabilità non è solo tua...perché tu vieni qua in un posto dove siamo responsabili noi, quindi non, noi non ci sentiamo di fare una cosa del genere perché un'etica ce l'abbiamo noi, non facimu i cosi cosi cusì come capitanu...eh stiamo parlando di un figlio non si scherza a fare ste cose". La ragazza però insiste. Sarà solo dopo l'intervento dell'Alati che la giovane abbandonerà ogni pretesa. Alati": allora te lo dico e non te lo ripeto mai più, non permetterti un'altra volta di chiamare per queste cose ok, e non farlo neanche per telefono...io non voglio sapere un cazzo, hai voluto la bicicletta ora pedala tu e stu merda".