Catturato il superboss Domenico Condello

condello domenicodi Alessia Candito - Non si conoscono ancora i dettagli, ma la notizia è confermata: il super-latitante Domenico Condello, conosciuto anche come Micu U Pacciu è stato catturato dopo quasi vent'anni di latitanza.

Condello è stato preso nel corso di un'operazione guidata dal Ros dei Carabinieri di Reggio Calabria, secondo le prime indiscrezioni si nascondeva nei pressi della città, tra Catona e Rosalì, dove già alcui mesi fa un blitz aveva portato alla scoperta di un piccolo arsenale: in un magazzino della via Emilia, i militari all'epoca avevano trovato sei fucili (a pompa, Beretta, Kalashnikov, Franci, Sabatti e Marocchi), due serserbatoi per kalashnikov contenenti quasi 40 cartucce cal 7,62, quattro giochi pirotecnici pirotecnici artigianali e un  manufatto artigianale composto da un cilindro dell'altezza di 10 centimetri e diametro di 9 centimetri avvolto da nastro per imballaggio di colore marrone completo di miccia.

All'epoca la cosa era sta derubricata a "servizio straordinario del controllo del territorio", ma secondo indiscrezioni i militari stavano stringendo il cerchio attorno a Pasquale Condello. E quello di via Emila - suggerivano all'epoca fonti ben informate -  poteva essere uno dei rifugi usati dal latitante per continuare a controllare il proprio "feudo" in tutta sicurezza. Una notizia che a distanza di mesi ha trovato conferma.

Attorno alle 20 di ieri, è scattato il blitz. L'intera area è stata cinturata con vari posti di blocco, mentre la task force di militari ha circondato il sito individuato nei giorni precedenti. Micu u Pacciu non ha potuto fare altro che arrendersi.

Un'operazione di successo che ha confermato la correttezza delle  ipotesi investigative che con determinazione il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo ha continuato a seguire nel corso di questi anni. in cui non ha mai rinunciato a mettere fine alla ventennale latitanza della primula rossa della ndrangheta.

Cugino del più celebre Pasquale Condello "Il Supremo", arrestato nel 2008 e cognato del Nano Feroce, Nino Imerti, Micu u Pacciu ha scritto di proprio pugno la storia della 'ndrangheta reggina. Dopo l'autobomba con cui i De Stefano tentarono di assassinare Nino Imerti il 13 ottobre dell'85, fu lui a guidare il commando che freddo nel suo stesso feudo Don Paolino De Stefano, ucciso in un agguato insieme al suo autista e guardaspalle Antonino Pellicanò.

Condannato all'ergastolo proprio per l'omicidio di Don Paolino nell'ambito del maxiprocesso "Olimpia", secondo diversi pentiti Domenico Condello nel tempo ha assunto nel tempo il massimo ruolo operativo nell'ambito dell'omonima  cosca,  che insieme ai De Stefano e ai Tegano regge le sorti di Reggio città dalla fine della seconda guerra di ndrangheta.

Un ruolo divenuto ancor più importante dopo l'arresto del cugino Pasquale, che ha di fatto lasciato a lui le redini del clan. E non solo. Perchè i Condello non sono una delle tante ndrine della città, ma occupano a pieno diritto un posto di primo piano nel gotha delle cosche reggine.


Latitante dal 1993, Condello è più volte sfuggito agli investigatori. L'ultima risale all'aprile scorso, quando con l'operazione "Lancio", gli uomini del Comando provinciale dei carabinieri hanno fermato 18 persone direttamente responsabili della latitanze del superboss. Fra loro, anche sei donne, finite in carcere su richiesta dei Pm della Dda Giuseppe Lombardo e Rocco Cosentino, che hanno fatto scattare le manette la moglie del super latitante Margherita Tegano, le sue due sorelle Margherita e Giuseppina Condello, moglie di Nino Imerti, Maddalena Martino, e Mariangela Amato. Tutte accusate, a vario titolo, di favoreggiamento della latitanza. Proprio grazie a loro, Condello avrebbe continuato indistrubato a imperversare e comandare a Reggio e provincia per oltre vent'anni.
Ma insieme a loro, c'era anche Giuseppa Cotroneo, "commare Pina" per Micu u Pacciu, suocera del fratello Pasquale (omonimo del boss detto il "Supremo" ) che ne ha sposato la figlia Bruna Nocera. Ma anche le altre due figlie di Commare Pina possono vantare  parentele che contano, anche se poco o nulla dovrebbero avere a che fare con la ndrangheta. Giampiera è la compagna di Luigi Tuccio, ex assessore all'Urbanistica del Comune di Reggio Calabria, che proprio a causa di queste pesanti legami familiari,  acquisiti ma ugualmente imbarazzanti, nei mesi scorsi ha rassegnato - a malincuore - le dimissioni.