Revival Reggina '83-'84: Tobia ed i tuffi dagli scogli della C2

tobiadi Paolo Ficara - Cifra tonda. Con 50 punti, una enormità nell'epoca dei 2 punti a vittoria e in un torneo a 18 squadre, la Reggina vinse il girone C della Serie C2, tornando in C1 dopo un solo anno di purgatorio. Soltanto tre le sconfitte (di cui due contro il Licata di Zeman), addirittura otto le vittorie iniziali consecutive: Ischia, Latina, Paganese, Alcamo, Sorrento, Nocerina, Grumese ed Afragolese le vittime della furia amaranto. In un filotto iniziato il 19 settembre 1983 e concluso il 6 novembre, spezzato da un pareggio a Siracusa.

Il condottiero di quella irripetibile stagione è Claudio Tobia, tecnico abruzzese giunto in riva allo Stretto dopo un paio di esperienze da allenatore in seconda in Serie A, ad Avellino ed a Firenze. È lui l'ospite del Dispaccio per il nuovo appuntamento con i revival della Reggina, stavolta incentrato su un'annata caratterizzata dal poco pubblico sugli spalti, inferocito per la retrocessione della stagione precedente, e dai tanti successi ottenuti sul campo.

Difficile non indovinare quale sia il primo ricordo, il più bello, che ci tira fuori mister Tobia: "Le prime otto partite. A Reggio sono stato molto bene, venivo dalla Fiorentina in cui ero stato il secondo di Picchio De Sisti. A Reggio Calabria credo di aver fatto tutto quel che si poteva fare, mettendo la promozione a portata di mano. E ci siamo riusciti".

L'intesa con i calciatori ha contribuito sicuramente a rendere vincente il campionato 83/84 per la Reggina in C2: "Ricordo con piacere Sciannimanico, Vittiglio, Mondello, Saviano e Spinella – racconta Tobia al Dispaccio – La scelta vincente? Formare subito il gruppo. Andare d'accordo, aiutarsi sempre sia in campo che fuori, e mettere in ballo la propria bravura calcistica. In una Serie C2 di ottimo livello tecnico".

La Reggina aveva appena cambiato proprietà. All'alba del campionato di C2, Diego Nava diventava il successore di Ugo Ascioti al timone della società: "Il mio primo contatto avvenne col presidente Nava – ricorda Tobia al Dispaccio – fu lui ad offrirmi la panchina. C'è stato un buon rapporto, persona in gamba".

Tobia poi passa a degli episodi che testimoniano lo spirito di gruppo cui fa riferimento: "Quando stavamo insieme, o andavamo in ritiro, o festeggiavamo una vittoria, si vedeva proprio che la squadra era contenta. Ci ritrovavamo in un hotel all'inizio del lungomare. I calciatori facevano i tuffi dagli scogli dopo le vittorie. Altri tempi, altri ragazzi, altri valori".

Il mister venne parecchio apprezzato anche fuori dal campo a Reggio Calabria: "Ho legato in particolar modo col dottor Smorto, medico sociale della Reggina all'epoca. Ma anche col presidente, la società ed i giocatori. Mi sarebbe piaciuto poter tornare a Reggio in quelli che sono stati gli anni migliori, ma nessuno credeva che io potessi continuare ad allenare".

Claudio Tobia ha legato il proprio nome in particolare alla Ternana, l'ultimo commento avviene così su Fabio Ceravolo, attaccante scuola Reggina adesso punta di diamante tra i rossoverdi: "Buon giocatore, forse un po' egoista, ma alla fine il gol glielo molla sempre".

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