di Mariateresa Ripolo - «In questi giorni nei quali la vulnerabilità e la fatica della speranza paiono lasciarci sospesi tra caso e necessità, in cui le domande sul vivere e sul morire restano aperte, pare restino solo degli esili fili della tessitura del "mistero dell'incontro". Di un operoso, solidale e sollecito incontro tra le donne e gli uomini».
Difficile prevedere come la nostra vita potrà cambiare a seguito di un evento così inaspettato come una pandemia, qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato di vivere.
La mascherina, i guanti, le regole, le distanze, la paura di perdere qualcuno a noi caro da un giorno all'altro, l'aver visto la sofferenza e la morte in diretta tv, sui giornali, sui social. La consapevolezza di non poter fare nulla, se non dimostrare senso di responsabilità restando a casa, rispettando tutte le regole per preservare la nostra salute e quella di chi ci è accanto.
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Il tempo che stiamo vivendo ci impone una riflessione nuova, una visione più articolata del recente passato, del presente e, soprattutto, del prossimo futuro, ancora così profondamente incerto. È dentro questo vortice di paure, incertezze e speranze che si colloca l'analisi di Ivo Lizzola, docente di Pedagogia dell'Università di Bergamo, intervistato dal giornalista Pierluigi Mele. Una conversazione sul senso da cercare e da dare ai difficili giorni che abbiamo vissuto e che continuiamo a vivere per riuscire a delineare nel miglior modo possibile il futuro che ci attende dopo l'emergenza Covid.
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"Un senso a questi giorni" si colloca nella nuova Collana ESC edita da Castelvecchi, una raccolta di riflessioni, testimonianze e approfondite analisi di professionisti ed esperti di varie discipline che danno il loro contributo affinché si possa riflettere sui cambiamenti in atto in diversi settori: scuola, sanità, economia, clima, diritti, tecnologie e molto altro, sono i temi per analizzare un momento storico che per certi versi ci appare ancora surreale, ma che è in verità così profondamente concreto e attuale.
«L'incertezza ci è entrata dentro», afferma il professor Lizzola. Ed è forse questo il punto di partenza per riuscire a coltivare la consapevolezza che il mondo non sarà più lo stesso. Un mondo che egoisticamente credevamo potesse appartenerci. "Pensavamo di rimanere sani in un Mondo malato", per riprendere anche le parole di Papa Francesco, più volte citato all'interno del libro dove è forte anche il richiamo alla religione e alla religiosità, all'importanza della spiritualità e dunque, all'aspetto più profondo della religione stessa. «Dov'è Dio?», ci si chiede davanti alla morte degli "eroi del quotidiano": «medici, infermieri e delle cassiere dei supermercati», scrive Pierluigi Mele ricordando che: «Le immagini notturne della lunga fila di camion militari che a Bergamo trasportavano le bare resteranno indelebili nella nostra mente». Una condizione che «ci riporta alla nuda fede – spiega Lizzola – alla sua dimensione anche drammatica, e di affidamento gratuito, da poveri».
Una distanza fisica che non è, però, sociale. Interessante la riflessione sul fatto che si faccia esperienza della "distanza": per «mostrare attenzione all'altro devi stare ben lontano». Una "limitazione" alla quale non eravamo abituati e che, per certi versi, ancora oggi fatichiamo ad accettare, ma anche, scrive Mele, l'esperienza «della prossimità e della cura». Certe distanze, infatti, possono essere colmate con forme di vicinanza che vanno oltre la corporeità se si pensa che molti «giovani si offrono di portare la spesa agli anziani del proprio condominio o del proprio quartiere, persino in zone altamente rischiose... È una bella picconata alla cultura dei muri e dell'indifferenza», osserva Pierluigi Mele. «Dentro le "zone del rispetto" di questa inedita distanza-vicinanza, – afferma il professore Ivo Lizzola – la cura di sé è cura dell'altro: qui resistono fili di senso, di sogni buoni, di dignità, di giustizia, di gratuita fraterna».
Dalle scelte dei politici alle reazioni dell'Occidente, passando per il ruolo dei social durante la pandemia, l'intervista di Pierluigi Mele a Ivo Lizzola esplora ancora tantissimi aspetti sociali che hanno riempito la nostra quotidianità in questi mesi di quarantena. Riflessioni e spunti per riuscire ad analizzare in modo approfondito quei temi a cui quasi sicuramente ci siamo approcciati più volte durante il tempo vissuto in isolamento. Un tempo particolare in quanto vissuto "forzatamente" e al quale abbiamo certamente cercato di attribuire un senso.
«Torniamo al punto di partenza: siamo alla ricerca di un senso a questi giorni... Esiste?»
Ivo Lizzola. È docente ordinario di Pedagogia sociale e Pedagogia della marginalità, del conflitto e della mediazione presso il Dipartimento di Scienze umane e sociali dell'Università di Bergamo. È stato preside di Facoltà. Dal 2016 ha promosso e diretto la Summer school annuale sulla Giustizia riparativa, frutto della collaborazione tra l'Ateneo e l'Ufficio Giustizia Riparativa e Mediazione Penale della Caritas.
Pierluigi Mele. Ha studiato Scienze politiche all'Università di Pisa e Filosofia all'Università Gregoriana di Roma. È giornalista professionista a Rainews24. Si occupa di politica italiana e di Vaticano.