di Giancarlo Liberati*- Finalmente, dopo oltre quattro, lunghi anni, riemerge la storia dei veleni sotterrati nelle fiumare calabresi. Riappare in una fiction di RAI 1, magistralmente interpretata da Luca Zingaretti che, nella parte del "Giudice Meschino" ricorda, neanche tanto vagamente, un valoroso magistrato calabrese "assegnato ad altro incarico", forse perché troppo scomodo per essersi avvicinato ad una verità così complessa che si preferisce sotterrata insieme alle centinaia o forse le migliaia di fusti pieni di veleni d'ogni specie, vera e triste causa dei tanti malati e morti di tumore che ogni giorno, in tutto il territorio regionale e maggiormente in alcune zone dell'Area Grecanica, aumentano e dei quali nessuno sembra essere interessato, con grande sconforto delle sole famiglie, abbandonate al loro destino.
Nella primavera del 2009, in un periodo molto triste della storia melitese, la ribellione di pochi coraggiosi ha tentato di scuotere la coscienza dell'opinione pubblica e delle istituzioni attraverso la produzione di una serie d'indagini giornalistiche, che diedero il via a pubblici dibattiti e pubblicazione di libri ed editoriali con precisi riferimenti a fatti e circostanze che, nulla o quasi hanno generato se non assordanti silenzi e colpevoli omissioni .
I più attenti ricorderanno l'indagine giornalistica "sul campo" condotta dal sottoscritto e dal direttore di Melito TV con la quale furono rivelate inquietanti presenze riemerse a seguito dell'alluvione del dicembre del 2008 quando, nell'alveo della fiumara del Tuccio, in località Lacco, furono avvistate alcune decine di fusti ben allineati sotto una falda dell'argine sinistro di quel torrente .
Furono scoperti per caso e la loro presenza fu prontamente denunciata, ma il giorno dopo, una frana, in verità piuttosto sospetta, li ricoprì nuovamente nascondendoli alla vista dei curiosi .
Scoprimmo e documentammo tonnellate di eternit e di rifiuti tossici e speciali sversati abusivamente da criminali senza scrupoli a cui evidentemente non sta a cuore neanche la salute dei propri figli.
Raccontammo delle scellerate decisioni di alcuni amministratori comunali che negli anni '80 autorizzarono la messa in discarica, nel bel mezzo della fiumara Tuccio, di rifiuti solidi urbani, ma anche ospedalieri e chissà cos'altro, sotterrati dentro uno scavo largo 15 metri, profondo 10 e lungo alcuni chilometri che, come una ferita infetta, ha contagiato per decenni le falde acquifere da cui viene attinto il bene più prezioso per una comunità : l'acqua potabile che, da allora, invece di dissetare i cittadini, ogni giorno, lentamente ma inesorabilmente, li avvelena.
Abbiamo denunciato le navi dei veleni senza mai perdere di vista la realtà delle stupende coste calabresi deturpate dai rifiuti d'ogni genere ed inquinate dai liquami dei depuratori mal gestiti.
Abbiamo fatto tanto rumore, forse troppo ed alla fine siamo rimasti soli e molti di quelli che lottavano insieme a noi hanno deciso di dedicarsi ad un argomento meno pericoloso che, evidentemente, offre più visibilità: l'assurda battaglia contro la realizzazione della Centrale di Saline Joniche.
Ebbene, finalmente oggi, una rappresentazione televisiva sotto forma di fiction, ha raccontato in maniera puntuale una realtà che da anni denunciamo senza essere ascoltati.
Invitiamo gli ambientalisti DOC, quelli che gridano contro la centrale di Saline, che attaccano chi, con ragionamenti logici, afferma che la centrale di Saline, per il benessere che produrrà, è avversata dalla 'ndrangheta, ad occuparsi anche degli altri importanti ed attuali temi della salvaguardia dell'ambiente.
Ma forse questo argomento e questa battaglia sono veramente troppo pericolosi per loro.
Sicuramente gli svizzeri della SEI sono meno temibili dei criminali di casa nostra, quelli che per decenni, per trenta denari hanno tradito i loro figli e chissà quante generazioni ancora.
Nonostante tutto non voglio rinunciare ad un sogno che spero possa presto tradursi in realtà: sogno una Calabria che si sveglia dal torpore in cui è caduta, , sogno le fiumare pulite e l'acqua pura, sogno le spiagge incontaminate ed il mare cristallino, sogno un popolo, da troppo tempo vittima di faccendieri, criminali e politicanti che sappia finalmente ribellarsi e sia in grado di riscattarsi con dignità ed orgoglio .
Forse resterà solo un sogno, o forse no, ma spero tanto che la storia della Calabria e dei calabresi, venga raccontata, nei libri che leggeranno i nostri nipoti, come quella di un popolo che riavutosi dall'oblio ha trovato la forza ed il coraggio di riappropriarsi della propria identità e dei valori perduti.
*Avvocato e giornalista pubblicista-Presidente CO.RE.SVI.T.