di Claudio Cordova - Tutto ha inizio sul finire del 2009, allorquando la dottoressa Maria Carmela Arcidiaco, Responsabile dell'U.O. interdipartimentale di Dermatologia presso l'Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria, deposita un dettagliato esposto (corredato da files audio e relative trascrizioni, relativi a conversazioni dalla medesima registrate all'insaputa dell'interlocutore) dal quale emergeva un inquietante spaccato circa i pesanti presunti condizionamenti di natura politica nelle scelte organizzative interne e di nomine dirigenziali riservate ai vertici amministrativi della struttura ospedaliera. E' il primo, fondamentale, passaggio del caso che porterà, solo alla fine del 2014, al rinvio a giudizio dell'ex consigliere regionale Demetrio Naccari, della moglie, Valeria Falcomatà, e di diversi altri soggetti.
LA CREAZIONE DEL CONCORSO
La testimone principale del procedimento, che negli scorsi giorni è entrato nel vivo con l'ammissione delle fonti di prova, è, ovviamente, la dottoressa Maria Carmela Arcidiaco. Sarà il suo racconto (poi ampiamente riscontrato dalla polizia giudiziaria) a tracciare le varie tappe della vicenda. A cominciare dal febbraio 2006 allorquando Valeria Falcomatà, figlia dell'ex sindaco Italo e sorella dell'attuale primo cittadino, Giuseppe, iniziò a frequentare l'U.O.I. di Dermatologia (come volontaria). Di lì a qualche mese, arriverà, sempre come volontario, il dott. Antonino De Caridi, altro personaggio di interesse nella vicenda.
Alla fine del 2006, il Direttore Generale in carica, procederà all'approvazione dell'atto aziendale, che teneva conto delle prescrizioni della Regione, mediante il quale veniva prevista una riorganizzazione delle varie unità. Tale atto aziendale prevedeva la trasformazione dell'unità dipartimentale semplice di dermatologia in struttura complessa. All'inizio del 2007 con delibera di Giunta Regionale, viene approvato l'atto aziendale dell'Azienda Ospedaliera "Bianchi –Melacrino – Morelli". Una delibera che gli inquirenti definiscono "in netto contrasto con la tendenza generale al ridimensionamento delle strutture ospedaliere per esigenze di bilancio". Tale atto a firma del Direttore Generale Ing. Leone Pangallo, era necessaria premessa per l'ottenimento, dell'autorizzazione regionale all'assunzione di due Dirigenti Medico di I° livello, il secondo dei quali ottenuto poco prima dell'espletamento delle procedure concorsuali indette per la copertura del primo posto.
LO "SPONSOR" PONTORIERI
Saranno, ancora una volta, le dichiarazioni della dottoressa Arcidiaco a fornire interessanti elementi agli inquirenti circa il susseguirsi degli eventi, ma anche con riferimento alla presunta consapevolezza della Falcomatà di quanto stesse accadendo: "Alla fine del 2007, l'Ing. Pangallo chiedeva alla Regione di aumentare la pianta organica della Dermatologia di un posto; venivo a conoscenza di tale circostanza dalla Dott.ssa Falcomatà dopo le vacanze di Natale, quando la medesima mi diceva che doveva parlarmi riservatamente; per questo mi condusse presso il bar dell'Ospedale e mi disse: "Sapevi che l'Ing. Pangallo ha chiesto un posto in più per me in pianta organica?"; rispondevo negativamente. Aggiungeva: "Sì, quindi io non sono più "agganciata" al tuo posto". Con questo voleva intendere che non era più necessario per lei attendere che io vincessi il posto da primario, liberando così un posto da "aiuto primario", poiché un posto in pianta organica era già stato creato appositamente per lei".
Stando al racconto della dottoressa Arcidiaco, ella vicenda, peraltro, sarebbe entrata un'altra figura di grande "peso" nel panorama cittadino. Il giudice Franco Pontorieri. Nelle carte d'indagine si legge "Puntorieri", ma si tratta verosimilmente dell'ex presidente del Tribunale di Reggio Calabria, magistrato assai noto in città già coinvolto nell'affaire Zappalà. Per lui, dopo gli anni da presidente del Tribunale di Reggio Calabria (dal 1986 al 1995) e l'ulteriore lustro presso la Suprema Corte di Cassazione, il pm Giovanni Musarò chiederà la trasmissione degli atti in Procura per il reato di falsa testimonianza. Secondo quanto riferito dalla dottoressa Arcidiaco, la Falcomatà, infatti, avrebbe aggiunto: "Ora è De Caridi ad essere agganciato al tuo posto, e Demetrio (Naccari ) ti consiglia di tornare da Pangallo a rettificare la valutazione negativa da te precedentemente espressa su De Caridi". Con tale suggerimento voleva intendere che De Caridi, a seguito della mia valutazione positiva avrebbe potuto, tramite i suoi "sponsor" (Giudice Franco Puntorieri - suo zio - e dott. Giuseppe Poeta – ex primario) aiutarmi a vincere il posto da primario, così da occupare il posto da "aiuto" che io avrei lasciato vacante. Io risposi che non mi vendevo per nessun primariato, e che non avrei aderito all'invito, non avendo alcuna stima professionale del Dott. De Caridi".
I BUSSOLOTTI MAGICI
I mesi passano e gli atti si susseguono. E' l'ottobre 2008 quando viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'Avviso pubblico per il conferimento di incarico quinquennale di direttore struttura complessa – area medica e delle specialità mediche - disciplina: dermatologia e venereologia – presso l'U.O. di dermatologia dell'Azienda Ospedaliera "Bianchi Melacrino Morelli", al quale partecipano come candidati il Dott. Vincenzo Schirripa, il Dott. Vincenzo De Salvo e la Dott.ssa Maria Carmela Arcidiaco, appunto. Circa un mese dopo la Regione Calabria Dipartimento 13 Tutela della Salute Politiche Sanitarie, comunicava all'Azienda Ospedaliera B.M.M. di Reggio Calabria i nominativi dei componenti di nomina regionale designati a far parte della Commissione esaminatrice di diversi concorsi pubblici, per titoli ed esami, in particolare riguardo il Concorso per la disciplina di dermatologia veniva indicato il Dott.Giancarlo Valenti dell'A.O. di Catanzaro, quale componente titolare.
Acquisizioni documentali che la Polizia Provinciale delegata dal pm Mauro Tenaglia propone in maniera analitica nella propria informativa finale che accusa Naccari & co. Ma sono spesso le indicazioni della dottoressa Arcidiaco a fornire gli spunti per raccordare i vari passaggi investigativi. La dottoressa Arcidiaco, infatti, sottolinea che il concorso di Dirigente Medico di I° livello è stato bandito quasi contestualmente a quello di Dirigente Medico di secondo livello: è regola in qualsiasi altra struttura della penisola, espletare prima il concorso di Dirigente Medico di secondo livello, dal momento che, il Direttore della struttura, per legge, è il presidente della commissione per il concorso di Dirigente medico di primo livello. Il concorso va a finire come previsto dalla dottoressa Arcidiaco, che agli inquirenti afferma: "Vincitore del concorso per Dirigente Medico di I° livello di Dermatologia è risultata la dott.ssa Valeria Falcomatà e che il secondo posto, istituito su richiesta dell'Ing. Pangallo con autorizzazione regionale, è stato attribuito al dott. Antonino De Caridi classificatosi secondo in graduatoria, attraverso il sistema c.d. a scorrimento". Procedure che la Arcidiaco reputa sospette, così come reputa inopportuna la nomina come commissario del concorso del dott. Vincenzo Schirripa che contemporaneamente risultava essere concorrente per il concorso di Dirigente medico di secondo livello.
Ma proprio qui si innesta un'ulteriore anomalia. Tra il materiale sequestrato dalla polizia giudiziaria in fase di indagine c'è la delibera riguardante la "Costituzione commissione per dirigente medico di I° livello", composta da 12 pagine. Durante il sequestro della documentazione effettuato sarà rinvenuto il verbale di sorteggio del Commissario di nomina aziendale (dott. Schirripa) ma non i "bussolotti" utilizzati per il sorteggio contenenti i nomi degli altri candidati, solo successivamente, a metà 2012 e dietro esplicita richiesta si sono rinvenuti i "bussolotti", che, stando alle valutazioni investigative, verosimilmente sono stati compilati successivamente al primo sequestro documentale. La polizia giudiziaria, infatti, parla di "sospetti sulla originaria esistenza degli stessi" bussolotti. Una nomina, quella del dottor Schirripa, che è stata definita "pilotata" nelle conversazioni registrate dall'Arcidiaco con Mannino.
Dall'ascolto delle registrazioni, si potrebbe inoltre apprezzare che lo stesso Mannino avrebbe affermato "perché quando è stato fatto il sorteggio lui ha detto....è stato chiamato e ha detto questo", cioè che quando è stato fatto il sorteggio per componente di nomina aziendale Naccari sarebbe stato chiamato e avrebbe detto "questo", nel senso di "voglio questo" quale componente riferendosi a Schirripa. E i tre commissari sorteggiatori, Igino Postorino (presidente del Circolo del Tennis), Giuseppe Crisalli e Giuseppa Caserta, non forniranno una versione alternativa, avvalendosi della facoltà di non rispondere quando verranno convocati dall'Autorità Giudiziaria.
ACCORDI E RICATTI?
A presiedere la commissione esaminatrice sarà nominato il dottor Valenti, che, stando a quanto riferito dalla dottoressa Arcidiaco, sarerebbe stato "gradito" dalla Falcomatà: "Apprendevo della nomina di Valenti (commissario di nomina regionale), dalla Falcomatà medesima, la quale, durante un congresso a Catanzaro, mi rappresentò che si era recata dal suo "Maestro" prof. Chimenti Sergio di Roma, per farsi indicare una persona "sicura, di cui potersi fidare" così da farla nominare commissario dalla Regione. Mi disse che il Chimenti le aveva indicato Valenti ed aveva provveduto a "sensibilizzarlo" in modo a lei favorevole. Nei giorni successivi Valenti mi telefonò in ospedale, molto allarmato, dicendomi pressappoco così: "Io sono abituato a mantenere gli impegni presi; non mi voglio ritrovare in situazioni difficili; ho bisogno assolutamente di parlare con la Dott.ssa Falcomatà e con suo marito; magari vieni anche tu con loro, ci vediamo qui a Catanzaro". Io riferii tutto alla dott.ssa Falcomatà che si recò con suo marito dal Valenti, previ accordi telefonici con quest'ultimo; mi riferì che suo marito aveva detto che non era necessario che andassi anch'io con loro. La Falcomatà, qualche giorno dopo, mi riferì dell'incontro con il Valenti, limitandosi a dire che non c'era alcun problema, senza entrare nel merito dell'incontro. Ritengo che le preoccupazioni del Valenti fossero legate alla possibilità che Schirripa potesse in qualche modo ostacolare la vittoria della Falcomatà, così impedendo a Valenti di mantenere l'impegno preso in favore di quest'ultima; infatti Schirripa, da un lato sponsorizzava De Caridi, dall'altro, essendo contemporaneamente concorrente nel parallelo concorso da primario, avrebbe potuto adottare una strategia ricattatoria nei confronti del Naccari, ostacolando la vittoria della moglie fino a che non avesse ottenuto il posto da primario (per il quale, il Naccari, avrebbe potuto aiutarlo, dal momento che, nel concorso da primario, la nomina del vincitore è sostanzialmente politica: avviene infatti per scelta del direttore generale, mentre i commissari hanno solo la possibilità di valutare l'idoneità dei concorrenti e di esprimere un giudizio non vincolante)".
Una teoria, quella del "ricatto", che secondo la ricostruzione investigativa, sarebbe stata sposata anche dai vertici dell'Azienda. Ancora dal racconto della dottoressa Arcidiaco: "Un paio di settimane dopo gli scritti, incontravo Domenico Mannino, che appariva piuttosto arrabbiato con Naccari ed ebbe a dirmi: "Questo ritardo se l'è voluto lui - Naccari – ndr)"; alla mia richiesta di chiarimenti mi rispondeva: "E' stato Naccari a volere Schirripa in commissione; io lo avevo avvertito che Schirripa avrebbe potuto ricattarlo, ma lui non mi ha dato ascolto". In quel momento io capii di non avere alcuna possibilità di vincere il concorso da primario, visto che chiaramente, la nomina di Schirripa era stata imposta da Naccari per garantire la vittoria della propria consorte Falcomatà, ed il Naccari in contropartita avrebbe poi provveduto a ricompensare Schirripa con il posto al quale io aspiravo".
Mannino, parlando di ricatto, avrebbe inteso che Schirripa, prima di completare l'iter concorsuale che avrebbe assicurato la vittoria della Falcomatà, avrebbe voluto che si espletasse il concorso da primario. Lo stesso il direttore generale Mario Santagati, commentando l'arresto dell'iter concorsuale si sarebbe fatto sfuggire l'affermazione "c'è un ricatto".
Circostanze che aiutano gli inquirenti a delineare il quadro ma che – va precisato – non hanno indotto la Procura a portare a processo Schirripa insieme a Naccari, Falcomatà ed altri.
LE REGISTRAZIONI
Il vasto corpus indiziario a carico di Naccari e della moglie, però, si compone anche (e sopratuttto) delle preziosissime registrazioni effettuate dalla dottoressa Arcidiaco. Da alcune di essere si evincerebbe anche la convinzione di alcuni soggetti di rilievo, quali l'allora direttore generale, Mario Santagati, delle grandi manovre messe in atto da Naccari:
ARCIDIACO: "Sì, direttore ma probabilmente alcuni passaggi, secondo me... mi posso permettere, le saranno sfuggiti. Perché se il direttore sanitario (Mannino) dice che la commissione di questo concorso è stata fatta e voluta proprio da... Naccari... tant'è che in un primo momento quindi (incomprensibile)... che cosa si deduce? Che in un primo momento l'onorevole Naccari si fida di questa persona... poi ad un dato momento, invece subisce questo ricatto perché il dottore (incomprensibile) gli dice: "No... o si fa prima il mio concorso o io non procedo...>>
SANTAGATI: "|...| ho sentito qualcosa del genere da, come ipotesi, dal dottore Mannino|...|"
In un'altra conversazione registrata, Mannino indurrebbe chiaramente la dottoressa Arcidiaco a procurarsi una raccomandazione per il Primariato, facendo capire alla sua interlocutrice che è necessario al fine di contrapporla a quella del Naccari in favore dello Schirripa. Inoltre Mannino non manca di ammettere che la commissione per il concorso cui partecipa la Falcomatà è stata composta per favorirla: " Allora, il direttore che ti ha voluto dire? Che a lui non gliene frega niente che quello è lì per fargli il favore... se gli deve fare il favore... A lui non gliene frega niente al direttore... Il direttore giudicherà in base ai giudizi... Logicamente se sopra gli arriva un carico da 300 di Loiero (incomprensibile) e, in base al coso... a Loiero... Se gli arriva pure un carico da 300 di Bova che riequilibra Loiero, giudicherà soltanto in base ai giudizi e (incomprensibile) non avrà difficoltà a scegliere te! Perché chi gli può dire niente sulla tua attività?". Mannino consiglia più volte alla Arcidiaco di recarsi da Bova, al fine di farsi aiutare per il Concorso di primario infatti dice a tal proposito: "Vai perché stanno convocando tutte le commissioni... tutte le cose... (incomprensibile) (bisbiglia)vai... vai"..."digli il fatto del concorso"..."..digli che tu temi..." in quanto secondo lui l'intervento di Giuseppe Bova (Presidente del Consiglio Regionale della Calabria in quel periodo) potrebbe essere risolutivo a favore dell'Arcidiaco nella corsa a ricoprire il posto di Primario, essendo tale nomina a discrezione del Direttore Generale, il quale è espressione della politica regionale.
Infine la Falcomatà riferirà alla Arcidiaco di un colloquio tra Naccari e Paolo Vazzana (Direttore Sanitario di Presidio) nel quale quest'ultimo lo rassicurava sul buon esito della procedura concorsuale riguardante la moglie, rappresentandogli il favore dei membri della Commissione:
Falcomatà: "Allora, Vazzana gli ha detto: "Uno regione... e va bene... è tuo..." riferendosi alla nomina di Valenti quale compionente di nomina regionale. Inoltre la Falcomatà ammetterebbe che il marito stia manipolando il concorso "Che facciamo?"... Siccome a Demetrio gli è sembrato brutto... voler prendere tutto lui..."... Gli ha detto... siccome Vazzana gli ha detto: " non ti preoccupare te lo garantisco io !"... "Sì, sì... Va bene, se c'è il presidente e questo della Regione, accontentatelo!".
LA MACCHINAZIONE
Si arriva, finalmente, al giorno del concorso di aiuto primario: il primo in graduatoria (Dott. Borgia) non si presentava e vincitrice del concorso risultava essere la dott.ssa Falcomatà. Al secondo posto si piazzava il dott. De Caridi (superando la contendente Todaro che all'esito delle prove scritte lo precedeva), al terzo la dott.ssa Todaro e al quarto la dott.ssa Teramo. Qui sarebbe scattata nella dottoressa Arcidiaco la convinzione di essere stata vittima di una macchinazione. Una convinzione condivisa anche dagli inquirenti, che mettono nero su bianco: "La doppia coincidenza temporale riguardo la pubblicazione del Concorso di Dirigente Medico di I° livello Dermatologia e di Direttore di U.O.C. di Dermatologia, tradisce la volontà di pilotare entrambe le procedure concorsuali a favore di soggetti assistiti da "sponsor" politici, secondo un intreccio illecito di interessi che avrebbe garantito al Dott. Schirripa Vincenzo membro della commissione d'esame sopra citata (ovviamente nel caso in cui fossero stati soddisfatti i desiderata politici) la nomina a Primario, all'esito dell'apposito concorso pubblico già bandito e di prossimo espletamento. Tale ricostruzione è corroborata dal contenuto delle conversazioni registrate dalla dott.ssa Arcidiaco di propria iniziativa nel corso di colloqui tenuti sia con la Dott.ssa Valeria Falcomatà, poi risultata vincitrice del concorso de quo, sia con il Direttore Sanitario pro tempore dott. Domenico Mannino. In base a quanto finora rappresentato, risulta di tutta evidenza come il positivo superamento del concorso a Dirigente di Primo Livello da parte della dott.ssa Falcomatà e del dott.De Caridi (già ab origine designati vincitori sulla base di quanto accertato agli atti) abbia costituito, nell'economia complessiva dello "scambio di favori" tra i referenti politici e i vertici dell'amministrazione sanitaria, la prova dell'avvenuto compimento di un atto contrario ai doveri d'ufficio da parte dei PP.UU. chiamati a ricoprire il delicato ruolo di commissari d'esame, e, nel caso specifico del dott.Schirripa, la condizione necessaria per l'ottenimento, a titolo di vera e propria remunerazione, dell'agognato incarico a Dirigente di Secondo livello".