di Claudio Cordova - Viene sentito per la prima volta ad aprile 2014, ma è nell'interrogatorio del 16 giugno, davanti al sostituto procuratore della Dda di Roma, Francesco Minisci, che Marcello Fondacaro fa per la prima volta riferimento alla vicenda della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, morta nell'agosto 2011 per ingestione d'acido muriatico. il nuovo collaboratore di giustizia che sta raccontando i fatti relativi alle cosche della Piana di Gioia Tauro e ai relativi affari, anche fuori dai confini reggini e calabresi, dato che Fondacaro, medico, da tempo si era trasferito nel Lazio, dedicandosi al settore delle cliniche private.
Confermando la volontà di collaborare con la giustizia, Fondacaro rivelerà quanto appreso da Francesco Bellocco, figlio di Gregorio. Si tratta in realtà di Giuseppe Bellocco, come preciserà nei successivi interrogatori davanti al pm Giovanni Musarò, che, dopo il trasferimento a Roma ha mantenuto l'applicazione a Reggio Calabria per il processo contro l'avvocato Gregorio Cacciola: "Bellocco Francesco figlio di Gregorio, di circa 30 anni, ha come sua attività prevalente quella di narcotrafficante. In una occasione, nel maggio 2013, l'ho incontrato al bar Martin I di Ostia, ed in quella occasione il Bellocco parlò con gli altri tra cui [omissis] di un grosso carico di droga che doveva arrivare per via mare. A proposito del Bellocco Francesco, intendo riferire di alcune confidenze che il predetto mi fece in quell'occasione mentre mi stava accompagnando a casa, di ritorno da quella riunione al bar Martin I. In particolare, mi parò della collaborazione con la giustizia di sua cugina Cacciola, di cui non ricordo il nome, e del fatto che la sua famiglia non aveva condiviso questa scelta". Fondacaro, coinvolto in passato nelle indagini "Tempo" e "Porto", in combutta con i Molè-Piromalli, accomuna il caso di Cetta Cacciola con quello di Giuseppina Pesce e, soprattutto, tira in ballo l'avvocato Gregorio Cacciola: "Così come parlava anche della figlia di Salvatore Pesce, parlava di queste persone che collaboravano con la giustizia, dimostrando la sua non condivisione e questo genere di discorsi e mi parlò anche dell'avvocato Gregorio Cacciola di Rosarno". Nel corso dell'interrogatorio, Fondacaro riuscirà a essere ulteriormente preciso e inquadrerà il ruolo che l'avvocato Cacciola avrebbe rivestito nel periodo antecedente alla morte di Maria Concetta e ai convulsi giorni che la vedranno ritornare a Rosarno ed essere protagonista di una ritrattazione poi cavalcata da un certo tipo di stampa: "L'avvocato Cacciola, so che loro mi dissero in quell'occasione, prima del Bellocco, che avevano incaricato l'avvocato Cacciola di farla ritrattare".
Sarà il 23 ottobre, alla presenza del pm Musarò, che Fondacaro chiarirà ulteriormente quali siano le sue conoscenze: "Nell'anno 2011 ho avuto rapporti con un figlio di Gregorio Bellocco e con Francesco Cosoleto per la vicenda relativa alla sottrazione dell'orologio di cui ho già riferito. Il figlio di Gregorio Bellocco si chiama Giuseppe e nell'anno 2012 aveva circa venticinque anni. In un precedente interrogatorio avevo erroneamente riferito che il figlio di Gregorio si chiamava Francesco". In un successivo interrogatorio, Fondacaro lo riconoscerà anche in foto. Ma è il verbale del 23 ottobre che chiarisce tutto e che incastra i fatti nell'estate 2011, quella tragica per Maria Concetta Cacciola: "In un periodo che posso collocare fra il luglio 2011 e il 19/10/11 (data in cui presentai una denuncia presso la Tenenza dei Carabinieri di Ardea) assistetti a una conversazione tra Bellocco Giuseppe e Cosoleto Francesco. Nell'occasione il Bellocco, facendo riferimento alla collaborazione di Cacciola Maria Concetta (collaborazione che in quel momento era in atto, in quanto la Cacciola era in località protetta), disse che a Rosarno non comandava lo Stato, ma comandavano i Bellocco, e si mostrava certo che la Cacciola avrebbe ritrattato le dichiarazioni rese all'Autorità Giudiziaria".
Ed è proprio a questo punto che Fondacaro stringe il cerchio della memoria attorno a Cacciola: "Disse che loro (i Bellocco e i loro cugini Cacciola) avevano incaricato l'avvocato Gregorio Cacciola di farla ritrattare. La moglie dell'avvocato Gregorio Cacciola e una Albanese, cugina di Albanese Caterina, moglie di Mommo Molè. Del resto l'avvocato Cacciola ha lo studio e la casa a Gioia Tauro nella zona Gagliano-Monacelli, zona nella quale storicamente abitano esponenti appartenenti sia alla cosca Molè (precisamente, tra gli altri, i nuclei familiari di Rocco Molè, Mommo Molè, Luigi Sorridenti, il defunto Peppe Piromalli alias "Mussu Stortu", Russo Luciano, Stillitano Rocco, Stillitano Carmelo, Albanese Antonio alias "Ninu u Barberi", Carmelo Stanganelli e il defunto Nino Molè). L'avvocato Cacciola, inoltre, ha uno studio anche a Rosarno".