Rosy Canale e la politica: gravi accuse a Nicola Irto e al Pd

canalerosyprimopianodi Claudio Cordova - Per la Procura, le sue entrature negli ambienti politici sono uno dei punti forti dell'appeal che, per anni, sarà in grado di suscitare Rosy Canale nel mondo dell'antimafia. E di politica parla tanto, l'ex pasionaria antimafia. Ma, a differenza dei discorsi sugli aspetti economici, Rosy Canale non parla per difendersi, ma attacca. E lo fa assai duramente: "Dottore, le dico anche un'altra cosa: io ho pensato a tante cose in questi giorni, ho pensato che forse la Procura pensa che io ho delle verità e questo è il modo per portarmele a dire, ho pensato che c'è una forma di... le dico col cuore quello che mi è passato per la testa, che c'è una forma di, come dire, boicottaggio nei miei confronti, una cosa è certa: mi hanno distrutto l'esistenza, questa cosa... e su questa cosa non pagherà nessuno, Dottore, l'errore che è stato fatto, perché io sono convinta, e lo dico davanti a Dio con forza, io uscirò pulita da questa storia, Dottore, e lo so per certo, nessuno pagherà per questo errore ma a me mi è stata... capito? Mi è stata distrutta l'esistenza completamente".

La politica l'avrebbe conosciuta bene, Rosy Canale. Nel suo lungo interrogatorio di garanzia, la donna fa anche riferimento all'ex presidente della Giunta Regionale, Giuseppe Scopelliti, che la donna avrebbe incontrato, forse nella speranza di ottenere un finanziamento per l'attività delle Donne di San Luca. "Andai da lui, portai questo... questo

progetto della ludoteca, gli dissi: "Guarda, c'è questa situazione qua, è tutto così, non si può chiudere, è un peccato, è una cosa" e il Presidente mi offrì una candidatura che io non ho accettato, ecco".

La politica l'ha conosciuta bene, Rosy Canale.

Nell'ordinanza e poi nei suoi discorsi compare infatti anche il nome di un vecchio socialista come Saverio Zavettieri: "Era un vecchio amico di mio padre, una vecchia conoscenza di mio padre, anche lui è una persona abbastanza contorta" dice. E anche Zavettieri, al pari di Scopelliti, le avrebbe offerto una candidatura: "Sono stata letteralmente martoriata in quel periodo non solo da Saverio Zavettieri, ma anche da altre persone che tutti quanti volevano che io mi candidassi con loro, pensando che io fossi il pozzo di voti, ma soprattutto che io fossi quel famoso specchietto delle allodole, Dottore, che avendo in mano tra virgolette le donne di San Luca potevo fare la differenza portando tipo chissà quale grande pacco di voti, e poi c'era in gioco e in ballo anche la mia visibilità. Io ho scelto di non candidarmi né con Scopelliti, né con Zavettieri, né con nessuno, perché alla fine le dico che a me l'idea di una candidatura politica era una cosa che mi spaventava particolarmente e le dico subito per quale motivo: perché una volta entrata magari in un certo, come dire, apparato, in un certo posto, sarei diventata il bersaglio di certe persone, che già, come dire, sarebbero venute a bussare...".

Sì, Rosy Canale ha conosciuto bene la politica.

Soprattutto quella di sinistra, del Partito Democratico. Nell'ordinanza, infatti, emergono i suoi contatti con lo staff dell'allora senatore Luigi De Sena, ex superprefetto di Reggio Calabria. Contatti per tutta una serie di consigli, di cose che riguardano anche l'attività del Movimento Donne San Luca. Proprio per quel Pd, Rosy Canale avrebbe deciso di accettare una candidatura che, a suo dire, in passato aveva rifiutato a Scopelliti, Zavettieri e altri. Si candiderà alle elezioni comunali del 2011: "Io mi sono candidata per il Senatore De Sena, il quale purtroppo, nonostante tutto, io lo stimo ed ho avuto anche un affetto profondo nei suoi confronti, mi ha preso in giro perché mi ha mandato allo sbaraglio, il partito chiedeva un elemento di specchietto delle allodole e hanno buttato nella

mischia me, che sono riconosciuta come antimafia, almeno lo ero fino a tre giorni fa, in una città dove regna la 'ndrangheta, Reggio Calabria, e non solo, io ero distante da questa città, non stavo qui da almeno sei anni, avevo perso i contatti, loro mi hanno buttato nella mischia e lui mi disse questo: "Il partito ti riconoscerà qualche cosa, perché tu stai mettendo la tua faccia e quindi loro vedrai che non si dimenticheranno" e io ho accettato non per compromesso, perché Dottore avevo fame, e io sa che cosa avevo chiesto? Una scrivania con un telefono per rispondere e portare a casa 6 – 700 euro al mese, e lui mi disse: "Quello è il piano B, ma io sono sicuro che tu risulterai alle elezioni" io alle elezioni ho preso 96 voti".

Ma è a questo punto che le parole di Rosy Canale diventano gravissime, nei confronti di un candidato, Nicola Irto, attuale vice segretario regionale del Partito Democratico, che nel 2011 verrà eletto in Consiglio Comunale con oltre 1000 preferenze. "Questa cosa la voglio dire e mi assumo ogni responsabilità, quando mio padre, persona onestissima, non perché ogni tanto ci facciamo le chiacchierate, Lei può vedere se mio papà c'ha una bolletta insoluta, paga le cose pure due volte, andò da un suo parente, e le dico pure chi, Mimì Cannizzaro, Autoscuola Cannizzaro, con cui sono cugini di secondo o terzo grado, andò, che loro abitano ad Archi, a chiedere dei voti per me, sa che cosa gli rispose? "Angelino, 'ndi tagghianu 'a testa, qua si vota soltanto Nicola Irto".

Ma a prescindere dalle frasi di cui Rosy Canale si prende la responsabilità sul conto di Irto, nel racconto dell'ex pasionaria antimafia, emergerebbe anche la consapevolezza, da parte del Pd, di un modo deviato (sempre a detta di Rosy Canale) di raccogliere i voti in città. A suo dire, Rosy Canale ne avrebbe parlato anche con il coordinatore, Girolamo De Maria: "Guardi nel PD chi ha vinto le elezioni, e guardi chi c'è dietro, Dottore, io sono andata da De Maria, che è una persona che non stimo per niente, per non dire altro, e ho detto: "Ma voi pensate di giocare così con la credibilità e la vita della gente? Ma Lei la sa questa cosa, che dietro questa persona ci sono dei voti di malavita, o non lo sa?", "Ah, ma io, ma scusi, ma...". Di che parliamo, Dottore? Nicola Irto, le posso anche dire di più, c'è un sospetto, perché io... della famiglia Libri, e non voglio dire altro, Dottore, perché non ricordo, magari glielo dirò un'altra volta".