La "tuttofare" dei Matacena racconta gli intrecci societari

rizzochiaramatacenadi Claudio Cordova - E' lei stessa a definirsi una "tuttofare". Le parole di Maria Grazia Fiordalisi costituiscono i riscontri più interessanti dell'indagine "Breakfast", condotta sulle manovre per "salvare" l'ex deputato di Forza Italia, Amedeo Matacena, dalla condanna a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Fiordalisi ha lavorato con Chiara Rizzo, moglie di Matacena, a partire dal novembre 2007, nel Principato di Monaco: "Mi occupavo anche della AMJU International Tanker Ltd e della Atoschia International Tanker Ltd, che avevano ognuna come patrimonio aziendale le motonavi Lady Chiara e la Sir Athos. Rizzo Chiara aveva un ruolo attivo e consapevole in relazione all'amministrazione di tutte le compagini societarie del gruppo Matacena, visto che era lei, unitamente al marito, a darmi le disposizioni che ero chiamata ad eseguire. Non hanno mai discusso con me delle loro scelte imprenditoriali: ho sempre e solo eseguito ordini che mi venivano impartiti da Rizzo Chiara e da Matacena Amedeo" dice Fiordalisi.

La Dda di Reggio Calabria ascolta Fiordalisi lo scorso 6 giugno, quando la donna è agli arresti domiciliari da quasi un mese, dopo l'esecuzione dell'indagine "Breakfast", da parte della Direzione Investigativa Antimafia. E dalla "tuttofare" ottiene una lunga serie di informazioni sulle società riconducibili, in un modo o nell'altro, dal gruppo di Amedeo Matacena: "Intendo precisare che JUJUBE Corporation Inc. era proprietaria di un immobile a Monaco, poi venduto per soddisfare i crediti della banca greca MARFIN EGNATIA BANK, con sede ad Atene, maturati a seguito del mancato pagamento dei ratei dei mutui contratto per finanziare AMJU ed ATOSCHIA. In relazione alla A&A Srl (di cui è socio tale Cucinotta Pasquale) preciso che la Rizzo ed il Matacena mi proposero di diventare amministratrice in vista della messa in liquidazione della società, che era stata già programmata. Nonostante avessi assunto tale veste, non mi venne mai consentito di operare per un anno e mezzo visto che non mi è stata consegnata la documentazione e la cassa necessarie; successivamente non ho potuto completare la procedura di liquidazione in quanto non era definita la situazione delle partecipazioni societarie La SEAHORSE deteneva tramite la società fiduciaria di Milano SIREFID le quote A&A S.r.l., la quale dopo la cessazione della SEAHORSE risultava detenuta da MORNING BREEZE in Lussemburgo e dalla SIREFID in Italia, per il mancato completamento della procedura di chiusura da parte di SIREFID. In relazione a SCORPIO TECHNOLOGIES INC (gestita dalla COFIMO) intendo precisare che a mio parere è la reale capogruppo della galassia imprenditoriale facente capo a Rizzo Chiara: la stessa ha sede nell'Isola di Nevis, in cui è operante lo studio di consulenza CARABEAN TRUST Management da me individuato tramite internet che si occupava delle relative vicende contabili: la SCORPIO in un primo momento era amministrata da George DE REUTERS, successivamente è stata amministrata direttamente da Rizzo Chiara. La ORIENT INVEST con sede a Dubai è, invece, riferibile a George De Reuters, ex amministratore di SCORPIO Technologies. Sul conto corrente acceso presso una banca delle Seychelles vi erano nella disponibilità della Rizzo circa 1 milione di dollari: qualche mese fa è stata predisposta una dichiarazione, destinata alla CMB di Montecarlo, al fine di giustificare la provenienza delle somme da trasferire sul conto presso tale ultima banca da destinare alle spese correnti della Rizzo. Tale dichiarazione era stata chiesta alla Rizzo al fine di giustificare, per quello che ho capito, la legittima provenienza di tali somme. Il referente della Rizzo in CMB è stato sempre Alessandro Olivieri. Sono a conoscenza di contratti di consulenza stipulati a favore della Rizzo negli ultimi anni, l'ultimo dei quali con la TECNOFIN di tale Sabatini. Altro rapporto lavorativo era intrattenuto dalla Rizzo con la GRUPPO MEET di Alessandro Casali".

Tutte informazioni che dovranno essere vagliate dalla Dda di Reggio Calabria.

Oltre agli aspetti di natura finanziaria, però, la Fiordalisi fornisce anche alcune indicazioni circa i rapporti tra i coniugi Matacena e l'ex ministro dell'Interno, Claudio Scajola: "Ho saputo dei rapporti tra la Rizzo, il Matacena e Claudio Scajola in occasione del festival di Sanremo nel 2010/11: ricordo anche di un invito a loro favore a casa Scajola in Imperia, ma non posso essere precisa in relazione all'epoca in cui tale incontro è poi avvenuto".

Le dichiarazioni della Fiordalisi, dunque, costituirebbero il passepartout per l'accesso alle stanze più riservate degli affari di Matacena e della moglie Chiara Rizzo: "Quando la situazione patrimoniale stava precipitando in via definitiva, la Rizzo ed il Matacena pensarono di ricorrere a finanziamenti internazionali privati legati ad investimenti stranieri da effettuare nei paesi in via di sviluppo, soprattutto in campo energetico. In relazione a tali investimenti posso precisare che quando parlai del ruolo del Ministro Scajola, che avevo appreso essere interessato nella sua veste governativa, registrai la reazione del Matacena che mi sembrò sorpreso: non posso essere certa che lo fosse, ma questa è stata la mia sensazione. Parallelamente a questi progetti imprenditoriali la Rizzo ed il Matacena portavano avanti anche un progetto di centrali idroelettriche in Albania con l'Avv. Rossi, l'arch. Ettore TarsitaniI, con il cugino di questi Gaetano Tarsitani e con Giulio Dall'Olio, che si occupava dei finanziamenti. Ricordo di aver effettuato una serie di bonifici di basso importo per pagare lo studio Talin o Talis che aveva sede in Albania e si occupava di predisporre i business plan. Erano impegnati sempre la Rizzo ed il Matacena anche in progetti da realizzare in Perù, con la locale Marina Militare a cui a scafo nudo dovevano essere noleggiate alcune navi ancora da acquistare".

Qualche parola, la Fiordalisi, la spende anche sulla madre di Matacena, Raffaella De Carolis, recentemente posta in libertà, dopo l'interrogatorio dinanzi al Gip: "Mi risulta che Raffaela De Carolis, madre del Matacena, abbia finanziato nel tempo le varie società del gruppo Rizzo/Matacena, tanto da spingere la banca greca MARFIN EGNATIA BANK a proporre un terzo contratto di mutuo che doveva servire a risolvere la situazione di insolvenza relativa ai primi due. Tale terzo contratto non è poi stato stipulato". E direttamente collegata alla figura della De Carolis, sarebbe il ruolo del factotum di Matacena, Martino Politi: "In relazione alla AMADEUS S.p.a. ed a ULISSE SHIPPING S.r.l. mi sono sempre relazionata con Martino Politi, persona di fiducia della madre del Matacena, che operava esclusivamente in Reggio Calabria: nessuno mai ha fatto riferimento alla operatività delle sedi sociali in Roma. Oltre che con il Politi ho avuto rapporti con il rag. Chillemi, la dott.ssa Cannizzaro e le impiegate di Reggio Calabria".

Da ultimo, un passaggio fugace, ma che sicuramente verrà approfondito, sul sedicente avvocato, B. M. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] "Sicuramente ho sentito nominare da Rizzo Chiara e Matacena Amedeo tale B. M. [OMISSIS]: la vicenda a cui penso possa essere collegato è quella relativa alla barca Black Swan che doveva essere ristrutturata sulla base di una finanziamento rilasciato da Italease".