Operazione "Deus": spunta il nome dell'ex parlamentare Elio Belcastro

belcastrodi Claudio Cordova - E' ricorrente nell'indagine "Deus", il nome dell'ex parlamentare Elio Vittorio Belcastro. Nelle carte che hanno decapitato la cosca Crea di Rizziconi, il nome dell'esponente di "Noi Sud" appare in più punti, con riferimento alle dinamiche politiche del Comune. L'ex sottosegretario di Stato del Governo Berlusconi, comunque, non sarebbe indagato nell'inchiesta condotta dall'ex procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Michele Prestipino, e dal sostituto procuratore della Dda, Alessandra Cerreti. A cominciare dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Domenico Bruzzese. Questi ha reso importanti dichiarazioni sulle ingerenze della cosca Crea nella vita politica di Rizziconi: "Il sindaco lo decideva lui, si decideva a tavolino... chi doveva fare il sindaco, chi l'assessore, chi lo spazzino...". Bruzzese ha precisato che furono Teodoro e Domenico Crea, insieme a Pasquale Facchineri a concordare con Elio Belcastro la sua elezione a sindaco (2000-2001); anche l'elezione di Pasquale Inzitari, già condannato come concorrente esterno, sarebbe stata appoggiata da Crea e Rugolo; lo stesso Bruzzese avrebbe fatto campagna elettorale per Inzitari e Belcastro: "Rizziconi è succube dello strapotere dei Crea, per cui se Crea diceva il sindaco lo deve fare Elio Belcastro, il sindaco lo faceva Elio Belcastro" dirà in un'udienza pubblica.

Ma il nome di Belcastro appare anche nelle dichiarazioni rese dall'allora sindaco Antonino Bartuccio, che con la propria collaborazione ha spezzato lo strapotere dei Crea su Rizziconi. Bartuccio parlerà del "corteggiamento" che Belcastro avrebbe messo in atto, affinchè questi si candidasse nella lista "Noi Sud".

Bartuccio parlerà anche della gara per l'affidamento dei lavori di "spazzamento" manuale delle strade, delle piazze, dei parchi, dei giardini e del cimitero di Rizziconi. In forza di un regolare contratto di durata annuale, il servizio servizio viene effettuato a Rizziconi dalla ditta "Futura società Cooperativa" facente capo a tale Mimmo Cardaciotto di Cittanova. Dal racconto di Bartuccio: "In vista della scadenza del contratto fissata al 20 o 21 novembre, verso la fine di settembre, discutevo con il responsabile del servizio nettezza urbana Massimiliano Pappatico dell'opportunità di modificare la delibera di indirizzo politico al fine di rendere più trasparente il capitolato di gara per allargare a tutte le imprese, e non solo le cooperative, la possibilità di partecipare, anche perché agli ultimi due bandi aveva partecipato una sola ditta, ovvero quella la "Futura". Ancorché non fosse stato deliberato l'atto di indirizzo politico, dopo neanche una settimana, intorno al 20 settembre, Massimiliano Pappatico pubblicava il bando di gara apportando lievi modifiche, delle quali si era discusso in precedenza, ma senza alcuna variazione sostanziale al capitolato che continuava ad essere, se non erro, per cooperative sociali di tipo B iscritte da almeno tre anni. In sostanza nulla era cambiato rispetto a prima nonostante avessimo, come detto, discusso dell'opportunità di emanare un atto di indirizzo politico che ampliasse la rosa dei partecipanti alla gara. Nel frattempo, data l'urgenza, senza avvisarci, l'ingegnere Pappatico pubblicava il bando di gara".

Un bando di gara che, secondo gli inquirenti, era fatto su misura per la ditta gradita alla 'ndrangheta: "Verso la fine di settembre o gli inizi di ottobre, veniva a trovarmi presso il mio studio l'assessore ai lavori pubblici Oscar Casella il quale mi informava che sul sito Web del Comune era stato pubblicato il bando di gara, del quale non ero a conoscenza, sostanzialmente identico a quello degli anni precedenti che peraltro non era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sicché poteva essere soggetto ad impugnazione. Mi chiedeva di firmare una lettera da loro predisposta e sottoscritta da inviare allo stesso Massimiliano Pappatico quale responsabile del servizio per chiedere chiarimenti in ordine alla iniziativa di pubblicare il bando nonché per chiederne l'annullamento in quanto non pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ritenevo opportuno riscrivere quella lettera a mia firma in qualità di sindaco per chiedere gli stessi chiarimenti e l'annullamento della gara ed aggiungendo altre richieste riguardanti il servizio della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI: sistema integrato tracciabilità rifiuti). L'ingegnere Pappatico provvedeva pertanto ad annullare in sede di autotutela decisoria la procedura di gara, revocando il bando. Nel frattempo era pervenuta una sola offerta da parte della cooperativa "Futura", ovvero la stessa che da tre anni si aggiudicava la gara. Per quel che ne so la busta non veniva aperta. Durante le fasi dell'annullamento, veniva a trovarmi nel mio ufficio al municipio Mimmo Cardaciotto per espormi le sue preoccupazioni determinate dall'ampliamento della gara ad altre ditte che potevano effettuare lo spazzamento anche meccanico. Riferivo al Cardaciotto che io avrei dovuto perseguire l'interesse pubblico e non potevo limitarmi ad esaudire le sue istanze tanto più che il servizio non veniva effettuato a regola d'arte. In sostanza dicevo al Cardaciotto che a mio avviso le pulizie delle strade e delle piazze di Rizziconi non venivano effettuate secondo quanto previsto nel capitolato d'appalto ed in tal senso esprimevo a lui le mie rimostranze. Lo invitavo ad impegnarsi a che i suoi dipendenti facessero meglio il loro lavoro e a non preoccuparsi della procedura della gara perché ciò non gli competeva [...] Gli dicevo di investire il suo denaro per adeguare le retribuzioni dei dipendenti alle paghe sindacali siccome correva voce che gli stessi percepissero un salario di appena 800 euro mensili".

Bartuccio, dunque, afferma di di essere a conoscenza di una cena organizzata, poco tempo dopo l'incontro avuto con Cardaciotto, dall'Onorevole Elio Belcastro, evento conviviale al quale aveva preso parte anche Giovanni Marco Paolo Calogero, amico del Sindaco e fratello del Vice Sindaco all'epoca in carica. E proprio a Calogero, l'Onorevole Belcastro avrebbe chiesto di informarsi se corrispondesse al vero il fatto per cui il Sindaco Bartuccio, nei giorni precedenti, aveva detto a Domenico Cardaciotto "di non pagare a nessuno la mazzetta a Rizziconi". Belcastro, evidentemente, dal momento che chiedeva conferma dell'informazione a Calogero, aveva certamente saputo della discussione e dell'incontro avvenuto tra l'imprenditore di Cittanova ed il primo cittadino di Rizziconi. La circostanza sarebbe stata riferita al Sindaco da Osvaldo Casella, padre dell'assessore ai Lavori Pubblici mentre Belcastro, a dire dell'Onorevole stesso, l'aveva appresa da Girolamo Cutrì, cioè l'ex Amministratore Comunale che, secondo il Consigliere Giulio Anastasi, aveva ricevuto la mazzetta di 15.000 euro direttamente dalle mani di Cardaciotto.

Di contro, sarebbe chiaro, secondo le carte raccolte dai pm Prestipino e Cerreti che Cutrì, se si era premunito informando della circostanza l'Onorevole Belcastro, aveva in precedenza appreso del colloquio intrattenuto dal sindaco Bartuccio con Cardaciotto. Il primo cittadino, infatti, si chiedeva il motivo per cui proprio Cutrì, individuo indicatogli per essere stato beneficiario delle mazzette pagate da Cardaciotto, si fosse interessato alla vicenda parlandone, direttamente, con il predetto parlamentare. Bartuccio dichiarava, altresì, di aver notato, in più di una occasione, Cutrì in compagnia di Domenico Pillari, soggetto già tratto in arresto nell'ambito del procedimento "Toro": "Qualche settima dopo, ad una cena organizzata dall'onorevole Elio Vittorio Belcastro, alla quale partecipavano altre persone tra le quali Giovanni Calogero, mio amico, l'onorevole chiedeva a quest'ultimo di informarsi se fosse vero che io avessi detto a Cardaciotto di non pagare a nessuno la mazzetta a Rizziconi e, se qualcuno gliela avesse chiesta, di rivolgersi a me che lo avrei denunciato. Detta circostanza che a me veniva riferita da Osvaldo Casella, padre dell'assessore ai lavori Pubblici, all'onorevole Belcastro, a dire di quest'ultimo, era stata riferita da Girolamo Cutrì. E' ovvio che costui, artatamente avrà strumentalizzato il suggerimento che io avevo dato al Cardaciotto al quale, ripeto, avevo detto di non pagare mazzette a nessuno degli amministratori attuali e a quelli precedenti, senza profferire il nome di alcuno. Mi suonava strano che proprio il soggetto che mi era stato indicato come percettore della mazzetta pagata dal Cardaciotto, ovvero il Cutrì, si interessasse della vicenda addirittura parlandone con l'onorevole Belcastro il quale aveva riferito, per l'appunto, di averla appresa dal Cutrì stesso. A dire il vero sono alquanto preoccupato per la strumentalizzazione di questa vicenda perché ritengo che una cosa è dire "non pagate mazzette ai pubblici amministratori del comune di Rizziconi", altra cosa, ben diversa, è dire "non pagate mazzette a Rizziconi che provvedo io a denunciarli", anche perché in più di una occasione, pure da ultimo, ho visto il Cutrì in compagnia di Pillari Domenico già arrestato nell'operazione "Toro"".

Nel corso di un successivo incontro avuto in Municipio con Cardaciotto, il sindaco manifestava allo stesso la propria contrarietà per il fatto di avere informato della loro conversazione il proprio "referente" rizziconese, travisandone " a suo piacimento" il contenuto. Il riferimento era diretto a Girolamo Cutrì, soggetto informato da Cardaciotto della vicenda, ma mai nominato da Bartuccio all'imprenditore, sebbene avesse provveduto ad identificare il percettore delle mazzette quale "delinquente, furfante criminale, e malfattore". Cardaciotto, comunque, faceva implicitamente comprendere al primo cittadino di Rizziconi di essersi realmente relazionato con un proprio referente locale, cui aveva comunicato l'invito a tenere una certa integrità morale e professionale inoltrato precedentemente proprio da Bartuccio: il referente in argomento, quindi, per i pm Prestipino e Cerreti non poteva che essere Cutrì, che ha ricoperto la carica di consigliere comunale di maggioranza nel pubblico consesso sciolto per infiltrazioni mafiose il 31/07/2000; poi, a seguito delle elezioni amministrative del 27 e 28 Maggio 2007, rieletto.

Ma non finisce qui.

Anche riferendo altri episodi, il sindaco Bartuccio farà il nome di Belcastro. La vicenda è quella del concorso di Direttore Amministrativo al Comune di Rizziconi: "Verso la fine di novembre, quando le commissioni era state rese note ma dovevano ancora iniziare le prove scritte del concorso di ingegnere, mi chiese un appuntamento e successivamente venne a trovarmi al mio studio, così come da lui esplicitamente voluto, il consigliere comunale Giuseppe Catananti eletto nella mia lista, cognato del precedente sindaco Michele Bello, postosi all'opposizione perché le sue richieste di incarico politico volte ad ottenere un assessorato non sono state da me accolte sia perché era troppo vicino alla precedente amministrazione, sia perché tutti i gruppi politici della mia coalizione non gradivano che gli venisse affidato un tal incarico anche in ragione della sua candidatura dell'ultimo momento, non avendo trovato collocazione in altre liste. Nel corso di quell'incontro, dicendomi che egli teneva molto alla sua famiglia, che avrebbe fatto di tutto per il bene della sua famiglia, che due suoi nipoti, ovvero la figlia di sua sorella che di cognome fa Creazzo ed il fidanzato che di cognome fa Forestieri, erano candidati al concorso di ingegnere, mi proponeva di intercedere presso la commissione esaminatrice per raccomandarli in cambio di un patto di non belligeranza in Consiglio Comunale. Alla sua inaccettabile proposta rispondevo che gli davo subito la possibilità di correggere il tiro e gli dicevo di non permettersi più di pensare una cosa del genere e che uno dei suoi nipoti avrebbe potuto senz'altro vincere il concorso qualora lo meritasse perché i concorsi si sarebbero svolti con la massima trasparenza".

I nipoti di Catananti non supereranno la prova scritta del concorso di ingegnere. Tra questi tale Simone Gangemi, cui Bartuccio deciderà di non rinnovare l'incarico. Proprio in questo periodo si inquadra il riferimento a Belcastro, in un incontro avuto a casa di un amico: "Questo mio amico mi invitò a casa sua, dopo che io avevo manifestato l'intenzione di non rinnovare il contratto a Gangemi. A casa del mio amico trovai il Sicari, il quale mi pregava di ritornare indietro sulla mia decisione perché la figlia doveva sposare il Gangemi e quel posto di lavoro era per loro importante. Mi chiedeva di parlare con l'Onorevole Elio Belcastro al quale offrire in cambio l'apertura di una sede di "Noi Sud" a Cittanova, ovvero di una nuova formazione politica per la quale è molto impegnato attualmente l'onorevole Belcastro. Il Sicari riteneva evidentemente che io facessi parte della cordata politica dell'onorevole Belcastro e che la decisione di mantenere al suo posto il Gangemi, suo futuro genero, dovesse essere presa a livello politico. Dopo aver constatato che comunque non davo alcuna speranza a questa sua richiesta, il Sicari tentò di raggiungere il suo scopo contattando Giovanni Calogero il quale fa parte del movimento politico Noi Sud, di cui se non vado errato oggi è coordinatore provinciale. Giovanni Calogero ha tentato un intervento politico lieve di ragionamento nei miei confronti per valutare la possibilità di mantenere nell'incarico il Gangemi. Però si è reso conto, ascoltando le mie argomentazioni sull'esigenza di dare una svolta alle cose, che la decisione presa da me sul punto era giusta".