di Anna Zaffino - Elementi molto fragili a carico di Scopelliti. Metodi di accertamento delle prove discutibili. Elementi probatori non acquisiti. E' questo il parere dell'avvocato Aldo Labate che assiste l'ex Sindaco di Reggio (attualmente Governatore dimissionario della Regione Calabria) nell'ambito del processo Fallara, all'indomani della sentenza emessa dal Tribunale di Reggio, presieduto da Olga Tarzia. Un processo iniziato con la vicenda delle autoliquidazioni della Dirigente dell'Ufficio Finanza e Tributi, Orsola Fallara, suicidatasi nel dicembre 2010, e che poi ha portato a una serie di accertamenti tecnici sui conti del Comune di Reggio, dai quali sarebbero emerse una serie di irregolarità sui bilanci dal 2008 al 2010. A quell'epoca Scopelliti ricopriva la carica di Primo cittadino. Erano gli anni del "Modello Reggio". "Non è sempre colpa del Sindaco", afferma Labate nel corso dell'intervista. L'avvocato, che rivendica in più passaggi la netta separazione di competenze, e quindi anche di responsabilità, tra organo politico e organo tecnico, aggiunge che Scopelliti abbia firmato "documenti già vagliati e resi legittimi da più organi" e che "quella del Sindaco è una firma di rappresentanza e non di ratifica". Labate, sulla scorta di questi assunti, si mostra fiducioso su quello che sarà l'esito finale di un processo che ha visto la sua prima fase concludersi con la condanna in primo grado di Scopelliti a 6 anni per abuso d'ufficio e falso in bilancio e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. "Si può sostenere, per carità, che la Fallara fosse un braccio operativo di Scopelliti – chiarisce Labate – ma bisogna dimostralo processualmente, e nella mia ottica, non lo è stato fatto".
Avvocato, in molti hanno considerato il verdetto del Tribunale di Reggio pesante. Il pm, Sara Ombra, aveva chiesto 5 anni. Poi il Collegio presieduto da Olga Tarzia ha dato 6 anni.
Sono deluso dall'esito processuale. Secondo la mia ottica difensiva gli argomenti e gli elementi posti a carico di Scopelliti sono stati, in diritto, davvero fragili e non tali da giustificare una sentenza di condanna. Ci misureremo poi con il contenuto delle motivazioni.
La difesa ha sostenuto da un lato che molte prove a sostegno di Scopelliti non sono state acquisite, dall'altro ha più volte ribadito l'inconsistenza delle prove a carico dell'ex Sindaco di Reggio. Lo stesso Governatore, in più uscite pubbliche, ha più volte sottolineato queste tesi. Di quali prove si tratta?
Noi, come difesa, abbiamo chiesto l'acquisizione di una serie di prove che nella nostra ottica erano importanti e conducenti per la decisione. Ed erano delle richieste probatorie che noi avevano fatto anche in chiave di diritto alla controprova. Nel processo è , infatti, previsto il diritto alla controprova: se si dà la facoltà all'accusa di provare "a", anche alla difesa si deve dare la possibilità di provare che "a" non è. A noi, invece, non è stata data la possibilità di provare queste circostanze di segno contrario.
Mi faccia qualche esempio
C'è un teste, per esempio Naccari (il consigliere regionale che ha dato avvio al "Caso Fallara"), che ha detto che i problemi di pagamento alle imprese erano presenti sin dal 2003 e che lo può dire il teste Lo Cicero. Al pm è stata data la possibilità di sentire Lo Cicero, mentre alla difesa non è stata data la possibilità di provare il contrario. Ecco perché si parla di prove non ammesse. Perché alla difesa non è stata data la possibilità di espletare un'attività probatoria su elementi di controprova. Anche se poi Lo Cicero ha sconfessato quel dato e quindi, al di là di quello che dice il teste, l'ordinamento processuale e l'art.111 della Costituzione riconoscono un diritto alla controprova. E a noi non lo è stato dato. Abbiamo chiesto l'acquisizione anche di altri documenti che poi non sono stati ammessi. Mi riferisco, per esempio, alla sentenza nei confronti dell'architetto Labate. Questa sentenza aveva delle ragioni giuridiche per cui doveva stare all'interno del processo. Sia perché nasceva dalla stessa indagine, sia perché la condotta che è venuta fuori in quel processo è stata quella di un sistema messo in piedi autonomamente dalla Fallara. E questo sarebbe tornato utile nel nostro processo, perché anche noi abbiamo sostenuto la stessa cosa.
Avvocato, Scopelliti insiste sempre sul fatto che non ci sarebbe alcuna prova dei presunti artifici contabili messi in atto nei bilanci in questione. Su quali basi allora sarebbe stato condannato?
Questo non glielo so dire. Non so su quali ragioni il Tribunale fonderà questa sentenza di condanna. Le motivazioni le leggeremo e le criticheremo in appello. Con riferimento agli artifici contabili le dico che gli avvocati della difesa dei revisori dei conti hanno sempre lamentato, e io mi sono associato, una indagine parziale sui dati di bilancio. Non entro sugli artifici di bilancio ma entro sul metodo di accertamento. Con riferimento a tale parzialità degli accertamenti sulla Tesoreria, la difesa ha chiesto l'acquisizione degli atti. Però abbiamo avuto degli atti che corrispondevano al periodo in contestazione. Per cui questo è un elemento di prova parziale. Gli stessi consulenti dell'ufficio di Procura hanno detto che gli accertamenti effettuati sul bilancio sono stati accertamenti campione e che mancavano tutta una serie di atti. Da questo nasce la parzialità.
Nell'ambito del processo è emerso che Scopelliti firmava atti che non leggeva. Lo può fare una persona che ricopre la carica di Sindaco?
La tesi difensiva di Scopelliti non è stata questa, questo è solo la semplificazione di un concetto molto più ampio. Il bilancio del Comune di Reggio è un atto davvero complesso, la cui complessità ha portato il legislatore a scindere le competenze tra parte politica e parte tecnica. Quest'ultima ha delle responsabilità e risponde personalmente, non soltanto dal punto di vista amministrativo ma anche penalistico. Con riferimento al bilancio ci sono tutta una serie di controlli e una norma del Tuel, che io ho citato più volte in discussione, che stabilisce che la responsabilità per gli atti di gestione contabile, tra cui il bilancio, incombe in capo al responsabile settore finanze e tributi e al segretario comunale. Sono i due soggetti responsabili e deputati a questi controlli. Il bilancio viene redatto dal responsabile settore finanze e tributi, ma poi va in Giunta. Dopo arriva in Commissione bilancio, in cui ci sono sia consiglieri comunali di maggioranza sia di minoranza. Poi il bilancio va al Consiglio e viene votato dal Consiglio intero. Mi si è detto: erano tutti d'accordo. Ok, allora perché non sono imputati anche gli altri? Inoltre il Sindaco firma il bilancio non per ratifica, ma perché è l'unico che ha la rappresentanza del Comune.
Quindi un Sindaco può firmare atti che non legge...
Il Sindaco non firma atti che non legge, firma una quantità di atti esorbitante, ma sono atti per i quali la legge ha imposto un sistema svariato di controlli per cui l'atto arriva al Sindaco già legittimato da pareri, giudizi e firme. La difesa di Scopelliti non è mai stata basata su "io firmavo atti che non leggevo la colpa è la loro". Ci sono determinate cose che il sindaco deve conoscere ma non sono quelle oggetto di questo procedimento. Il sistema giuridico del Tuel impone, proprio sul principio di separazione della responsabilità, tutta una serie di organi di controllo. Il bilancio passa da una serie di esami di organi tecnici che hanno competenze tecniche e sono pagati per controllare quelle cose. Le faccio un esempio. Nella dichiarazione dei redditi, che fanno i commercialisti, per esempio, il cliente, che non è un esperto, può mai controllare tutto? Si immagini questo moltiplicato per un milione di documenti di un Comune. Inoltre se per esempio lei viene a far redigere un atto, lei deve essere sicura che io sia posto a tutela di quella materia. Inoltre rendiamoci conto che nessuno si è accorto dell'irregolarità dei bilanci.
L'accusa parla di una sorta di sistema. C'è da considerare anche la posizione dei revisori dei conti...
Nel sistema comunale ci sono dirigenti, tecnici, segretari comunali, revisori. Nessuno si è accorto di questa cosa, se non dopo che è scoppiato il caso. Non ci sono solo i dirigenti fiduciari di Scopelliti ma c'erano altri dirigenti con capacità tecniche specifiche riguardo la materia di bilancio. Nessuno ne è mai accorto in 8 anni. Anche i revisori nominati anteriormente a rispetto a quelli processati. O era un sistema deviato, in cui tutti sapevano, dall'usciere al Sindaco. Oppure non se ne è accorto nessuno. C'era una competenza specifica, quella del settore Finanza e Tributi. Ma all'interno del settore nessuno ha mai detto che si scrivevano cose non vere, la stessa commissione bilancio non ha mai riferito che alcune delle poste di bilancio fossero false. Noi ne abbiamo avuto contezza nel momento in cui è stata fatta una verifica ministeriale.
Il pm ha detto che la Corte dei Conti già da tempo aveva ammonito il Comune.
La Corte dei Conti emetteva ogni anno un provvedimento, in un'ottica collaborativa, in cui metteva in evidenza che le cose non andavano bene. La Corte poi aspettava delle osservazioni da parte del Comune. Se la Corte non avesse ritenuto quelle osservazioni soddisfacenti avrebbe preso dei provvedimenti. Cosa che non ha fatto. Ha accettato le osservazioni.
Indipendentemente da quella che poi sarà la verità processuale, Scopelliti secondo lei è stato un buon amministratore? Non ha avuto alcun sentore che le casse comunali versassero in cattive acque, eppure ha amministrato per 8 anni.
Io sono cresciuto e ho vissuto sempre a Reggio, tranne una parentesi universitaria, e ho notato un miglioramento della città nel periodo di gestione di Scopelliti. Glielo dico da cittadino. Quali sono i campanelli d'allarme, dai quale Scopelliti si sarebbe dovuto accorgere della cattiva gestione del Comune? Ci si accorge che c'è qualcosa che non va se vi sono segni tangibili, e questo non c'era. Tra l'altro, al di là del mio giudizio, ricordiamoci l'esito delle seconde elezioni comunali: io non credo che venire fuori con una percentuale di vittoria di oltre il 70 per cento non sia indicativo di un consenso fondato anche sulla buona qualità di vita. I votanti hanno detto che Scopelliti è un ottimo amministratore.
Da quello che poi è stato accertato le casse comunali però si sono rivelate disastrate...
Ma qui è l'interno sistema che non va. Ogni comune italiano è in rosso. Chi più chi meno. Dire che sono tutti cattivi amministratori è semplicistico. E' un fenomeno di tutti i Comuni il fatto di essere in rosso. Non dimentichiamoci che i politici si occupano della parte politica. Quelli che devono far quadrare i bilanci sono i dirigenti. Ma questo lo dico non per scaricare colpe. Perché non è mai stato né intento di Scopelliti né dei difensori scaricare le colpe. Non ci si difende a scaricabarile, non è una tecnica difensiva proficua. Lo dico per ribadire la disparità dei ruoli. Se il portone è chiuso male la colpa è sempre del Sindaco? La colpa è sempre del Sindaco solo perché è il capo?
Che ne pensa della Relazione della Commissione di accesso che ha sciolto il Comune di Reggio. E' vero, come hanno più volte detto Arena e Scopelliti ,che è piena di errori e fraintendimenti? Si tratta solo di farneticazioni?
Sì, ho visto la Relazione ma non ho una conoscenza tecnica di quel documento. Non ne condivido le ragioni ma non mi sono cimentato tecnicamente, non ho partecipato alle fasi difensive.
Per tornare al "Caso Fallara", nelle arringhe si è battuto molto per dimostrare l'assenza di abuso d'ufficio, mentre sul falso la difesa è sembrata più arrendevole. Come mai?
Non è stato così. Ho cominciato a discutere dell'abuso d'ufficio perchè venivamo da tre discussioni nelle quali si era parlato in termini tecnici di falso. Avevano, infatti, discusso i difensori dei revisori dei conti che rispondono solo di falso. Ma la discussione è stata sostanzialmente equilibrata sulle due parti. L'abuso d'ufficio ha richiesto più tempo perché è una norma più tecnica che ha richiesto più approfondimento. Ho perso molto tempo per la complessità della materia.
Può spiegare la posizione di Raffa? E perché Naccari e Romeo secondo lei non sono testimoni credibili e attendibili?
Nella mia discussione ho sostenuto che non ho mai capito perché la medesima attività compiuta da Raffa rispetto a Scopelliti, sia stata valutata diversamente. Hanno compiuto gli stessi atti. Raffa ha firmato uno dei bilanci incriminati, anche se lui in dibattimento ha detto di no si è poi accertato il contrario, e non risponde di falso. Lo stesso ha conferito analoghi decreti di incarico alla Fallara e non risponde di abuso. Giustamente Raffa non deve rispondere di nulla perché non ci sono gli estremi, ma allora perché questi estremi ci sono per Scopelliti sulla scorta di identiche condotte? Torno sul diritto alla controprova. Le dichiarazioni di Naccari sul falso in bilancio sono riassumibili con "non si poteva non sapere e non conoscere" la condizione disastrata del Comune di Reggio perché c'erano una serie di difficoltà. Sebbene noi come difesa non siamo stati ammessi a provare che le cose non stavano così, gli stessi testi indicati da Naccari, cioè Lo Cicero, Paonni e Cuzzocrea lo hanno smentito. Cuzzocrea, inoltre, ha detto cose non perfettamente combacianti con quanto riferito da Naccari. In un'intervista del 2009 rilasciata a due giornali locali, elemento anche questo non ammesso al dibattimento, Cuzzocrea ha affermato che il Comune pagava e che i problemi li avesse con la Regione. Io ho parlato di inattendibilità processuale delle dichiarazioni di Naccari e Romeo, che sono le stesse, proprio perché non sono state circostanziate. I testi non hanno non hanno riscontrato gli assunti di Naccari e Romeo. Inoltre mi è dispiaciuto che Naccari sia uscito con quelle dichiarazioni perché non mi era mai capitato che un testimone commentasse quanto successo.
Sul caso in questione c'è stato davvero un accanimento della stampa, cosi come sottolineato più volte da Scopelliti? Secondo lei il processo è stato raccontato in maniera oggettiva e onesta?
Il "Caso fallara" ha fatto clamore, però c'è stata una super attenzione della stampa su questo processo. Non posso mai dimenticare che all'indomani della chiusura delle indagini preliminari, c'è stato un commento giornaliero di alcune testate giornalistiche rispetto agli atti dell'indagine. E' stata secondo me un'esagerazione.
Ma Scopelliti è un personaggio in vista ed ha governato per 8 anni. In ogni caso secondo lei i giornalisti sono stati onesti, hanno raccontato il processo in maniera oggettiva?
Lo so, ma lei mi ha chiesto un giudizio. E'sempre difficile capire le sfumature tecniche di un'udienza. Quando le cose fanno molto clamore si finisce per riportare le cose più importanti. Mentre nel processo bisogna invece valutare i dettagli di una testimonianza, di un dato tecnico, di quello che emerge al dibattimento.
E sull'abuso di ufficio?
Scopelliti assegnava alla Fallara degli incarichi, poi lei si autoliquidava somme diverse da quelle che lui le erogava nei decreti. Si sarebbe dovuta analizzare la condotta della Fallara. Io mi sono battuto per la proiezione in aula della conferenza stampa che ha fatto prima della sua morte. L'ultimo atto pubblico di un soggetto che si suicida ha una certa rilevanza. Anche se la Fallara non c'è più bisogna verificarne quella che è stata la condotta. In quella conferenza stampa ha detto di voler chiedere scusa alla propria famiglia e a Giuseppe Scopelliti. Se un soggetto è d'accordo con un altro non può dire queste parole. Bisognerebbe indagare su questo.
Non si è indagato in maniera approfondita?
Lo hanno ritenuto superfluo. Hanno acquisito il cd che era nel fascicolo del pm. Ma io ho chiesto che la conferenza stampa si vedesse in maniera collegiale. Ho chiesto che venisse proiettata in dibattimento. Questi elementi devono essere vagliati. Poi, per carità, possono essere interpretati. Anche il pubblico ha diritto di avere questa chiave di lettura. Di un soggetto che non ha la possibilità di difendersi e al quale non si ha la possibilità di chiedere, bisogna quanto più possibile verificarne la condotta.
All'indomani della sentenza si è parlato di sentenza ingiusta, di sconfitta della democrazia. A questo punto l'Anm è insorta.
Lì c'è stato solo uno scambio di opinioni diverse. Ognuno ha le proprie ragioni.
Come pensa andrà a finire il Caso Fallara? Si è parlato di dolo intenzionale da parte di Scopelliti, di disegno strategico, del fatto che la Fallara fosse il braccio operativo del volere di Scopelliti. Come può essere smontato questo?
Per costruire una buona linea difensiva si deve conoscere la motivazione della sentenza. Nell'ambito di un processo si può sostenere di tutto, bisogna però dimostrarlo. Si può sostenere, per carità, che la Fallara fosse il braccio operativo di Scopelliti, ma bisogna dimostralo processualmente. Questo da che cosa l'abbiamo dedotto? Dal fatto che ci fosse un legame di amicizia? Non è un elemento soddisfacente.
Nelle fasi successive del processo quindi, secondo lei, non si potrà dimostrare niente?
Secondo me fino ad ora non lo hanno dimostrato. Non ci sono elementi probatori che dimostrino che la Fallara fosse il braccio operativo del volere di Scopelliti. Qual è l'elemento di prova, l'amicizia? E' un salto logico dire che da un rapporto di amicizia ci fosse l'accordo a commettere un reato. Il rapporto nessuno lo mai negato, quella della Fallara è stata una nomina fiduciaria. Ma questo non equivale, in termini di dimostrazione processuale, all'accordo a commettere un reato.
Allora questo vuol dire che è fiducioso...
Io sono molto fiducioso e convinto dell'assenza di ogni elemento di responsabilità di Scopelliti. Sono convinto, da quelli che sono gli elementi probatori che sono sul tavolo processuale, che non c'è nessun elemento a carico di Scopelliti.