di Claudio Cordova - Accecato dall'odio, ma allo stesso tempo lucido nell'eseguire gli efferati delitti e, ancor di più, a raccontarli all'amico Matteo. Il 24enne Simone Pepe (nella foto) è ritenuto responsabile dell'omicidio di tutti gli appartenenti alla cosca Ferraro-Raccosta, avvenuti a Oppido Mamertina e dintorni in tutto il 2012. E' agghiacciante il materiale indiziario dell'indagine "Erinni", raccolto dai pm antimafia di Reggio Calabria Giovanni Musarò e Giulia Pantano e dal pm di Palmi, Sandro Dolce. E' il giovane Pepe che avrebbe trucidato tutte le persone ritenute responsabili dell'omicidio del patrigno, Domenico Bonarrigo, ritenuto una figura di grande spessore della cosca Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo. Avrebbe così lavato con il sangue l'affronto subito. Li avrebbe uccisi e, in un caso, avrebbe gettato il corpo di una delle sue vittime, ancora viva, in pasto ai maiali. Da Roma, ove si era trasferito dopo la morte del patrigno, effettuerà due trasferte in Calabria con questo fine (un primo viaggio nel marzo 2012 per perpetrare gli omicidi di Vincenzo Ferraro, Francesco Raccosta e Carmine Putrino; un secondo nel maggio 2012, quando a cadere sarà Vincenzo Raccosta).
Bonarrigo, quale figura di spessore della cosca Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo, si era opposto fermamente al compimento di atti estorsivi e danneggiamenti da parte della cosca avversa Ferraro-Raccosta. Motivazioni e dinamiche dei delitti vengono raccolti dagli inquirenti grazie ai discorsi captati proprio a carico del giovane Pepe: "...ma meno male, se loro quello che hanno fatto l'anno scorso... lo avrebbero fatto due anni fa... l'avrebbero fatto minimo due anni fa... non avremmo saputo dove mettere le mani, noi ci siamo accorti subito che erano stati loro perché era da un anno che stavano facendo un macello... andavano a rompere il cazzo a tutti, ad Oppido chi ha mai chiesto il pizz, non lo chiedevamo noi che lo potevamo fare... Arrivi tu a chiederlo?... e lì ci siamo arrivati subito che erano loro!". Dopo l'uccisione di Bonarrigo, infatti, verrà effettuata una vera e propria istruttoria, per identificare i responsabili del delitto, ancheper impedire che venissero alterati gli equilibri nella distribuzione del potere mafioso tra le cosche ad Oppido: "Mio padre era morto Mattè, loro volevano prendere il posto suo, pensavano che ci riuscivano invece non ci sono riusciti perché fortunatamente Mimmo ha cresciuto posso dire un figlio, che sono io, penso con due palle così... no io già l'ho fatta... già l'ho fatta, già l'ho fatta la strage, i quattro che mi interessavano".
La cosca Mazzagatti-Polimeni- Bonarrigo sarà quindi "costretta" alla vendetta non già e non solo perché Bonarrigo era una figura direttiva, appartenente a famiglia mafiosa con cui esisteva una storica alleanza criminale (risalente già agli anni della faida registratasi circa vent'anni fa ad Oppido Mamertina), ma anche perché Bonarrigo, detto "Mimmazzo", che aveva preso posizione frontale contro la cosca Ferraro-Raccosta, si era esposto anche nella sua qualità di uno dei capi della cosca contrapposta, che non poteva tollerare l'alterazione della distribuzione del potere mafioso nel centro ove operava. Bonarrigo aveva parlato, in altri termini, a nome di tutta la cosca. Ed è per questo che figure del calibro di Rocco Mazzagatti e dell'allora latitante Domenico Polimeni (rispettivamente al vertice delle loro famiglie mafiose e della stessa cosca) "appoggiarono" gli omicidi dei responsabili della morte violenta di Bonarrigo Domenico, e Mazzagatti Rocco finanche eseguendone materialmente due (il duplice omicidio di Raccosta Francesco e del cognato Putrino Carmine).
A eseguirli, però, sarà il figliastro di "Mimmazzo", il giovane Simone Pepe, assetato del sangue degli assassini del padre: "Calcola che chi ha ammazzato mio padre è venuto al funerale" dice in una conversazione intercettata, tra una bestemmia e l'altra. Ed il concetto dell'aver ucciso verrà peraltro ribadito più volte: "Tu sei diverso da me, ma tu sei diverso da me, sai perché? Mò ti rispondo subito a quello.. no di principi diversi, mò ti rispondo subito..no aspetta, no di principi, no di principi aspetta no i principi! Lo sai perché..no è la situazione Matteo perché domani mattina domani mattina tu ti alzi e te ne vai a giocare al picchetto, a me può essere che domani mattina vengono a bussare le guardie a casa e mi accollano cinque omicidi, Matteo io dal carcere non esco più!". A parlare è proprio lui, il giovane Matteo, che racconta all'amico Matteo Scarponi delle proprie "gesta", lui che, già da tempo era entrato a far parte della 'ndrangheta: "Già l'ho fatta la strage, i quattro che mi interessavano...no io quegli altri non li posso toccare perché quelli sono quelli che mi hanno aiutato ad ammazzare chi ha ammazzato mio padre".
Il primo a cadere sarà Vincenzo Ferraro, ritenuto il mandante dell'omicidio Bonarrigo. E' ancora una volta Pepe a raccontarlo: "Dopo neanche due giorni da questo fatto, io non lo ho detto a nessuno, dopo due giorni da questo fatto io parto vado giù in Calabria e vado ad ammazzare il mandante dell'omicidio di Mimmo, il primo che è morto... Matteo: quanti ne hai ammazzati? Aoh...; Pepe: quattro... si, due spariti e due li hanno trovati perché il primo che ho ammazzato è stato quello che ha fa...che è stato proprio il mandante, quello che gli ha detto agli altri due "andate e sparate", calcola che gli ho sparato...quattro o cinque fucilate le ho sparate solo io e altre dieci quindici botte di pistola sono partiti da un altro, io calcola ho sparato con il fucile, io sparavo altezza collo, sparavo altezza collo perché sapevo...arrivando io a pallettoni lo prendevo sia in faccia che sul petto... non...io non volevo farlo riconoscere, ho detto non lo deve neanche... io ho detto...io ho detto non voglio farlo piangere da nessuno, ho detto io non ho potuto fare vedere mio padre... l'ho proprio sfracellato Mattè, ma sfracellato nel vero senso della parola, e tu ci credi che io per i primi...dopo di quello sono passati...sono ritornato a Roma, a lui, lui è quello li, il mandante dell'omicidio di mio padre è morto alle sette e mezza di mattina, sette e trentacinque mentre andava in campagna a lavorare".
Un vendicatore spietato, che nel giro di due mesi concluderà la propria opera. L'ultimo a cadere, il 10 maggio, sarà Vincenzo Raccosta.
In mezzo, però, c'è il duplice omicidio di Francesco Raccosta e Carmine Putrino, ai quali verrà riservata la fine più orrenda. Dei due si perderanno le tracce pochi giorni dopo l'uccisione di Bonarrigo. Ma dalla complessiva attività di indagine si scoprirà che quello fu un caso di duplice omicidio e non di scomparsa da allontanamento. Secondo la Dda di Reggio Calabria, l'uccisione di Raccosta e Putrino fu un omicidio commesso, in concorso morale e materiale tra loro, dal giovane Simone Pepe, in concorso con Rocco Mazzagatti, Domenico Scarfone, Pasquale Rustico ed altri soggetti allo stato non identificati, con l'autorizzazione e l'ausilio fattivo, e pertanto con il concorso morale e materiale del capo della cosca Ferraro-Raccosta, Giuseppe Ferraro che consegnerà i suoi uomini, fornendo evidentemente preziose indicazioni per farli trovare dagli avversari, quale "condizione" per la cessazione delle ostilità con la 'ndrina dei Mazzagatti-Polimeni-Bonarrigo, scaturite dall'uccisione di Bonarrigo Domenico. Per addivenire all'attuale "pax mafiosa" si rese infatti "necessaria" l'eliminazione fisica di tutti i soggetti (mandanti ed esecutori materiali) coinvolti nell'omicidio del Bonarrigo.
Raccosta e Putrino verranno sorpresi nei campi, incappucciati e caricati su un furgone. Quei momenti vengono ricordati, con inquietante lucidità dal giovane Simone: "Li ho visti proprio in faccia che gli ho visto la paura Mattè te lo giuro, gli ho visto la paura [...] io gli ho detto, io avevo il passamontagna quando gli stavo per sparare, prendo e gli faccio io: "gli posso levare almeno il cappuccio?"....lo voglio vedere in faccia mentre soffre" piglia e fa: "e levagli sto cazzo di cappuccio", gli levo il cappuccio, come gli levo il cappuccio a lui, questo si chiama Francesco proprio, quello che ha amm...sparato a Mimmo".
Doveva essere un'esecuzione, ma secondo il racconto di Simone Pepe, l'agonia per Raccosta sarebbe stata molto più lunga:
SIMONE: tutti, tutti hanno fatto così: "Simone è matto" perché mi sono alzato pure il passamontagna, gli ho detto: "io mi nascondo, ma chi si è mai nascosto pezzo di merda" Mattè lo sai come l'ho preso al... proprio come sono partito per ammazzarlo, con la pala, ho preso la pala che ci caricavo la merda
MATTEO: dai ...inc...
SIMONE: la merda di ...dei maiali
MATTEO: di taglio o di (bestemmia) di piatto?
SIMONE: di tutto, di tutto, calcola che lui era legato era legato e stava in ginocchio perché io gli dovevo sparare in testa, tipo esecuzione io gli dovevo sparare una botta in testa
MATTEO: tu sei ubriaco fratè lo sai?
SIMONE: no no, l'ho preso
MATTEO: per me tu sei ubriaco fratè
SIMONE: la prima botta Mattè gliel'ho data qua, la prima
MATTEO: di taglio?
SIMONE: no dritta così...bom...
MATTEO: di palata?
SIMONE: appena gli ho dato la botta...
MATTEO: (bestemmia) di piatto?
SIMONE: ...la botta di pala è cascato e faceva così...così, gli ho detto: "e questo"
MATTEO: boccheggiava già?
SIMONE: porco dinci
MATTEO: però sai che ti
SIMONE: ha preso una tranva...ci impressionante
MATTEO: o Dio guarda hai fatto bene...perché la...hai il veleno
SIMONE: io gli faccio: "forse non hai capito questo ancora è niente, anzi per quanto sei merda adesso ti faccio vedere come ti faccio vedere come ti faccio morire, se prima ti volevo sparare"...
MATTEO: porco giuda
SIMONE: adesso neanche ti sparo, ti faccio morire da vivo gli ho detto, e adesso ti faccio vedere come
MATTEO: lo hai fatto soffrire?
SIMONE: l'ho fatto soffrire? Avevamo i maiali Mattè
Proprio a questo punto arriva la parte più raccapricciante del racconto, in cui Pepe racconterà, minuto per minuto, secondo per secondo, le modalità con cui Raccosta verrà dato in pasto ai maiali:
SIMONE: senti Mattè, gli ho fatto: "adesso ti faccio morire da vivo e ti faccio vedere come soffri pezzo di merda", lo prendiamo, Mattè te lo giuro l'ho attaccato come i prosciutti, lo sai come si attaccano i salami? Con i piedi dal...
MATTEO: ...inc...appesi
SIMONE: ...parancolo
MATTEO: ...inc...
SIMONE: il parancolo lo sai che è? Lo sai che è il parancolo?
MATTEO: no non ...inc...
SIMONE: tipo una carrucola
MATTEO: eh!
SIMONE: che tu tiri su però la carrucola
MATTEO: ...inc...i maiali stanno così a braccia aperte ...inc...
SIMONE: eh!, io però lo ho attaccato dai piedi
MATTEO: lo sai che devi fare
SIMONE: lo ho attaccato dai piedi Mattè
MATTEO: il cervello porco dinci dopo po' il sangue ti fa male
SIMONE: no, Mattè io lo ho attaccato dai piedi e ho incominciato a prenderlo a botte di pala, l'ho preso a botte di pala dappertutto, e la lui...lui era già mezzo morto
MATTEO: porco dinci
SIMONE: perché io lo vedo, calcola era diventato nero in faccia, in faccia già era nero, appena ha preso le prime tre quattro botte di pala...
MATTEO: quello il sangue è, fratè quello è il sangue però
SIMONE: ...è diventato subito nero capito? Tipo livido
MATTEO: e certo perché è il coso...
SIMONE: ma subito
MATTEO: ...come cazzo si chiamano i cosi... i vasi sanguigni
SIMONE: a non lo so
MATTEO: (bestemmia), sentimi a me
SIMONE: senti
MATTEO: posso dire una cosa
SIMONE: da là era tutto legato, ci credi? Era legato così e dietro tutte le braccia, oltre che le mani legate così di dietro era legato pure con le braccia di dietro così, perciò non poteva...non si poteva proprio muo...e le gambe ce le aveva legate proprio uguale, lo prendiamo Mattè te lo giuro...
MATTEO: così ...inc...
SIMONE: ...è stata una sensazione no bella, di più
Macabra la soddisfazione con cui il giovane racconta all'amico tutte le fasi, condite da tutti i particolari:
SIMONE: Che rosicata! Prendo, che faccio Mattè apro l'altra gabbia ho preso una femmina, ti giuro Mattè quella femmina avrà avuto due quintali due quintali e mezzo, te lo giuro di peso fissi due quintali due quintali e mezzo di peso c'aveva, duecento duecento cinquanta chili c'aveva
MATTEO: ...inc...
SIMONE: era gigante così...
MATTEO: ...inc...
SIMONE: ...prendo e gli faccio io: "vuoi vedere che sta puttana non se lo mangia perché non sta dentro la mangiatura?"
MATTEO: dopo?
SIMONE: tutti quanti facevano: "che cazzo stai a dire? Che cazzo stai a dire? proviamo ormai stiamo qua, proviamo". Mattè come l'ho messo dentro la mangiatura
MATTEO: lo hai buttato dentro?
SIMONE: aaaa...è stata una soddisfazione sentirlo strillare
MATTEO: li hai presi i denti?
SIMONE: mamma mia come strillava, io non ho preso un cazzo l'a... loro dicono che rimane qualche cosa
MATTEO: i denti
SIMONE: io non ho visto niente
MATTEO: i denti ...inc...
SIMONE: per me non è rimasto niente vedevo le ossa...
MATTEO: i denti i denti ...inc... i denti
SIMONE: oh! A ci... io gli ho visto scrocchiare la tibia, questa qua, a ci... lo sai come l'ha scrocchiata il maiale...
MATTEO: con un morso
SIMONE: lo sai come l'ha scrocchiata, l'ha presa così ... bam... ho detto "(bestemmia) no!" Gli ha dato due tre ciancicate capito come? "(bestemmia) ho detto no, come mangia sto maiale!"