di Claudio Cordova - Mario Giglio è un personaggio che emerge già in numerose indagini della Dda di Reggio Calabria. E' fratello del medico Vincenzo Giglio e cugino del giudice Vincenzo Giglio, entrambi coinvolti nelle indagini sulla famiglia Lampada di Milano. Di recente è finito nelle indagini "Assenzio" e "Sistema", condotte dalla Dda contro l'area della cosca Tegano. Ora l'avvocato Mario Giglio entra anche nell'indagine "Araba Fenice", per l'ambiguo rapporto con Giuseppe Stefano Tito Liuzzo, un personaggio centrale nell'indagine.
Contatti che sarebbero andati oltre il mero rapporto tra legale e assistito. Giglio avrebbe sempre fornito abile sponda a Liuzzo, a cominciare da quando rappresenterà la possibilità di poter intervenire, sia dal punto di vista legale, che in virtù di sue non meglio precisate "conoscenze" presso l'E.T.R. di Reggio Calabria. Un soggetto dalle mille conoscenze, Mario Giglio. Sarà lui a mettere in guardia sul cambio di marcia che la Procura adotterà negli anni di Giuseppe Pignatone: "Oggi c'è il meglio della magistratura e dei dirigenti della Questura, ti fanno il culo così, onestamente... cioè tutto il gruppo che è arrivato qua a Reggio [omissis] Pignatone, altri quattro, Renato Cortese, era il gruppo di Riina e Provenzano". Ragionamenti, che inducono il Gip Domenico Santoro alla riflessione: "Gli indagati sono consapevoli di un pregresso modo di operare che aveva poggiato, in base allo loro stesse parole, su compiacenze e connivenze in seno alle stesse forze dell'ordine, cancellato da un nuovo modo di investigare".
Un vero e proprio consigliere, per Pino Liuzzo. Come quando gli proporrà un affare a Milano, facendo riferimento proprio ai Lampada: "Ci sarà l'Expo, ci sarà il boom [omissis] allora avere le capacità in virtù delle amicizie che uno si ritrova, e nella serietà, creare anche una cordata".
Una fonte inesauribile di notizie e di informazioni di contesto, Mario Giglio. Dal nuovo corso della Procura, all'epurazione di diversi membri delle forze dell'ordine, fino agli aneddoti. In uno di questi, l'avvocato Giglio racconterà di una "tavolata" a cui sarebbe stato presente anche il boss Paolo De Stefano, al cui fianco sarebbe stato seduto addirittura il maresciallo dei Carabinieri, competente per la zona. Amicizie istituzionali, come quelle con appartenenti alle forze dell'ordine, che il Gip definisce "infedeli". Ma anche amicizie losche. Come Franco Audino, fratello del defunto boss Mario Audino, ma anche Gregorio Fotia, ritenuto vicino alla cosca Tegano.
Parole in libertà, quelle di Giglio: "Vi faccio nomi e cognomi, non mi preoccupo" afferma facendo chiaro riferimento alla possibilità di essere intercettato". Racconta anche di pregresse attività investigative, allorquando avrebbe appreso dalle forze dell'ordine: "Mario hai un mandato di cattura, l'ho visto io firmato da parte di Boemi, per te, per De Angelis, perché riciclate i soldi degli Alvaro, un mandato di cattura, se vuoi possiamo intervenire".
Insomma, a detta degli inquirenti, Mario Giglio sarebbe stato un vero e proprio "consigliori" per Pino Liuzzo, anche in ordine alla gestione della confiscata Euroedil, ovvero alla gestione dei rapporti con l'assente amministratore giudiziario, Francesca Marcello (tra le persone coinvolte nell'indagine). Ma, in virtù dei suoi agganci e delle sue amicizie, avrebbe fornito a Liuzzo anche informazioni circa l'attività investigativa della Procura di Reggio Calabria: "Con me siamo come fratelli" dice Liuzzo in una conversazione intercettata, riferendosi a Giglio.
Una potenza, Mario Giglio. Anche in considerazione della famiglia di appartenenza, tra le più note della città: "Loro hanno un sacco di parenti, voglio dire, se gli fai una cortesia te la ripagano in favori... capito come? Hai capito che ti ho voluto dire?" afferma Liuzzo ad Antonino Calabrò.
"Emerge, senza alcun dubbio, come Mario Giglio sia persona intimamente legata a Pino Liuzzo" scrivono infine i giudici.