GDM: autorizzata la vendita a Frascati e Bonina

reggio quiipervialecaldi Claudio Cordova e Benedetta Malara - Sono dieci su sedici, i punti vendita della Gdm di cui è stata approvata la vendita dal Ministero dello Sviluppo Economico con un decreto dello scorso 2 agosto. Il complesso aziendale specializzato nella grande distribuzione, in Amministrazione Straordinaria dopo l'allegra gestione del Gruppo Montesano, era stato messo ufficialmente in vendita a fine novembre 2012. E' stato lo stesso commissario straordinario, Marcello Parrinello, a comunicare, tramite un fax ai sindacati nei giorni successivi al Ferragosto, l'avvio della procedura di trasferimento d'azienda, rendendo nota l'autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico  per la vendita della GDM a due società, la Parma Reggio Distribuzione che fa capo alla famiglia Frascati e la Vi.Bon Srl dell'imprenditore di Barcellona Pozzo di Gotto, Immacolato Bonina.

Si avvierebbe così alla conclusione l'epopea della GDM, messa in vendita sul finire del 2012 con un bando in cui però mancava una clausola essenziale: la garanzia del riassorbimento dell'intera forza lavoro. Uno dei punti principali su cui si sono sempre battuti con varie forme di protesta i quasi 500 dipendenti era proprio questo: aver garantita la restituzione del proprio posto di lavoro e dire addio alla cassa integrazione e alla sempre più imminente mobilità. Allora, la patata bollente era passata ai sindacati, e il tutto era stato rimandato al 21 dicembre, data in cui scadeva il termine per presentare la manifestazione di interesse. Tra le clausole del bando, agli eventuali acquirenti veniva chiesto di non essere implicati in procedure fallimentari o in vicende penali, e di possedere un capitale economico solido, ovviamente in attivo. Il tutto, come ricordarono i dipendenti, per scongiurare il ripetersi dell'esperienza con Eurologistik.

Da inizio anno, l'evolversi della vicenda Gdm è stato quanto mai inaspettato e complesso: un bando di vendita andato deserto, e l'avvio di una serie di trattative private. All'inizio, i nomi erano due: la Vi Bon Srl dell'imprenditore siciliano Immacolato Bonina, che aveva ricevuto anche il parere favorevole del Comitato di Sorveglianza di Milano, e i fratelli Noto, con il Gruppo Az Spa. Ma sul placet concesso a Bonina insorsero tutti, lavoratori e sindacati: il gruppo imprenditoriale – si diceva – versava in cattive acque, e non erano stati garantiti i livelli occupazionali ed economici minimi.

Tutti avrebbero preferito i fratelli Noto, ma il 30 maggio un nuovo ingresso nel panorama delle trattative farà slittare ancora la decisione: alcuni imprenditori reggini – si diceva – erano interessati all'acquisto di alcuni punti vendita, ma solo quelli di piccola superficie. Il gruppo dei fratelli Noto, invece, avrebbe dovuto acquistare i due Quiiper più grandi, quelli di Santa Caterina e del Viale Calabria, con l'assunzione di circa 100 dipendenti della ex Gdm, mentre Bonina – una volta riformulata la proposta rifiutata da dipendenti e lavoratori – avrebbe dovuto aggiudicarsi quasi tutti i punti vendita: sarebbero rimasti fuori soltanto i tre con il canone di affitto più costoso: Santa Caterina, Piazza Garibaldi e Viale Europa, con il riassorbimento di  150 dipendenti con contratto full time e altri 30 part time.

Queste erano le ultime indiscrezioni sulla vicenda, mentre oggi, ad arrivare, sono notizie certe. E a sorpresa spunta il nome della Parma Reggio, della famiglia Frascati e, nello specifico, di Angelo Frascati: dei dieci punti vendita, i tre supermercati reggini di Via De Nava, Via Melacrino e Via Don Orione andranno alla Parma Reggio Distribuzione srl, e la società avrà l'obbligo di assumere 28 unità lavorative complessive a tempo pieno.  Gli altri sette, invece, sono stati acquisiti dalla società VI.Bon. srl dell'imprenditore messinese Immacolato Bonina: al gruppo andranno i punti vendita di Via Giovanni Paolo II a Crotone, e della SS113 a Milazzo, mentre i punti vendita di Reggio Calabria sono: Le Ninfee, Arghillà, Zona Industriale 8/A, Campo Calabro Centro Distribuzione e Via Stadio. La società assumerà complessivamente 140 unità lavorative a tempo pieno.

Ma chi sono Angelo Frascati e Immacolato Bonina?

I nomi dei due imprenditori emergono – senza alcun tipo di rilievo penale nei loro confronti – nelle carte d'indagine reggine e messinesi. La Parma Reggio SGS, infatti, è tra quelle ditte – tutte ritenute vicine alle 'ndrine – fornitrici dei supermercati dell'imprenditore-politico Dominique Suraci, alla sbarra per vari reati tra cui il concorso esterno in associazione mafiosa. Proprio l'indagine "Assenzio-Sistema" definirà la Parma Reggio una società di riferimento della 'ndrangheta e, nello specifico, della potente cosca Libri. Sebbene formalmente la Parma Reggio sia intestata e alla moglie Lucrezia Maria Iannò e al padre Demetrio Frascati, secondo gli inquirenti, sarebbe nella diretta disponibilità di Angelo Frascati, imprenditore reggino attivo nel campo del commercio di automobili e distribuzioni di generi alimentari. Dalle carte d'indagine dell'inchiesta "Assenzio-Sistema: "Dalla visura camerale non si rileva alcun incarico svolto in seno a detta società da parte di Angelo Emilio Frascati, noto imprenditore reggino attivo nel campo del commercio di automobili e distribuzioni di generi alimentari, figlio di Demetrio cl. '33 e nipote di Antonino, entrambi tratti a giudizio nell'ambito dell'operazione denominata "Olimpia" in quanto ritenuti organici alla cosca Libri, il primo assolto il secondo condannato in via definitiva. Nel corso delle presenti indagini si è avuto modo di rilevare che, al di là di quanto formalmente contenuto nella visura camerale, l'anzidetta Parma Reggio srl è direttamente riconducibile ad Angelo Frascati". Secondo le indagini, infatti, Frascati avrebbe trattato in prima persona l'acquisizione da parte della Parma Reggio srl delle quote sociali della SGS detenute dai presunti prestanome di Dominique Suraci. Le intercettazioni telefoniche, peraltro, testimonierebbero i rapporti diretti tra lo stesso Dominique Suraci e Frascati. L'imprenditore avrebbe peraltro sostenuto dal punto di vista elettorale Suraci, che nel 2007 diverrà consigliere comunale di maggioranza nella lista "Alleanza per Scopelliti".

Anche il nome di Immacolato Bonina finirà nelle indagini, questa volta siciliane: quelle che analizzeranno il presunto sistema d'affari di Barcellona Pozzo Gotto, paese al centro di intrighi che coinvolgeranno mafiosi, politici, imprenditori e magistrati. Il ras dei supermercati della provincia di Messina, infatti, verrà talvolta inserito in fatti e dinamiche mafiose, ma le voci non arriveranno mai in un'aula di tribunale. Bonina sarà citato anche nelle carte redatte nel 2006 dalla Commissione Prefettizia per l'accertamento di eventuali infiltrazioni mafiose nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto e sarà al centro di un gran chiacchiericcio sia per la velocità con cui riuscirà ad aprire nuovi supermercati (sarà proprietario della "Supermercati Bonina Srl"e membro del consiglio d'amministrazione del Gruppo Sigma), ma anche a causa dei rapporti con l'imprenditore Pietrò Arnò (deceduto), ritenuto un soggetto vicino alle famiglie barcellonesi e soprattutto al boss mafioso Pietro Gullotti, condannato per l'omicidio del giornalista Beppe Alfano. Niente di concreto, comunque a parte una comune militanza sportiva: Bonina, uomo con il pallino dello sport (è presidente della squadra di basket), sarà vicepresidente dell'Igea Virtus, nel periodo in cui Arnò ne sarà presidente.

Ma né Frascati, né Bonina risultano implicati in procedure fallimentari o in vicende penali. Motivo per cui, evidentemente, per il Ministero dello Sviluppo Economico possiedono i requisiti per essere autorizzati all'acquisizione della GDM.

Adesso, si dovrà dare il via alla fase di consultazione sindacale, il cui esito positivo determinerà una delle condizioni necessarie per l'eventuale definizione del contratto di cessione. Le manifestazioni di interesse, infatti, secondo gli specifici vincoli posti dalle società, verrebbero a determinare alcune conseguenze di tipo giuridico, economico e sociale per i lavoratori già impiegati nei diversi punti vendita: l'occupazione, per singolo punto vendita, soltanto di parte dell'attuale forza lavoro in essere – nel numero complessivo delle unità sopra riportate, ovvero 140 e 28, e la costituzione di un nuovo rapporto di lavoro. Dovranno poi essere individuate le unità da occupare, in base ai criteri di pertinenza delle società offerenti. Il tutto, diverrebbe operativo dopo la conclusione del contratto di cessione, che avverrà non prima del prossimo 13 settembre. Intanto, è stata convocata una riunione a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per il prossimo 3 settembre.