“Castorina infiltrato nel silenzio di tutti”. Falcomatà, Delfino, Puglia: smentite reciproche e insipienza della Pubblica Amministrazione

falcomataantifadi Claudio Cordova - Tutti si smentiscono a vicenda, ma, soprattutto, nessuno sa qualcosa di Pubblica Amministrazione

Esempio emblematico è il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Non ricorda nulla. Né della nota di Castorina, né della problematica relativa al suo ingresso nella Commissione Elettorale: "Nessuno mi ha mai segnalato la sua presenza" dice ai magistrati che lo interrogano. Niente di niente. Anche sulla delega per la nomina dei presidenti di seggio, firmata in strada, a margine di una manifestazione pubblica, nessuno si accerta che sia stata effettivamente protocollata.

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"Non ho verificato" è una delle risposte più ricorrenti da parte di Falcomatà e dei suoi.

Dopo le dimissioni del consigliere del Pd, Enzo Marra, arbitrariamente, Nino Castorina avrebbe comunicato un po' a tutti – al presidente del consiglio comunale dell'epoca, Demetrio Delfino, e al capo di gabinetto del sindaco Giuseppe Falcomatà, Puglia – il suo ingresso nella Commissione Elettorale di Reggio Calabria.

Arrivando addirittura a presiederla.

Ha del tragicomico quanto avviene nel 2018. Per gli inquirenti, quella "mossa" di Castorina sarebbe il prologo necessario per mettere in atto, poi, nelle elezioni del 20 e 21 settembre 2020, i presunti brogli elettorali, che stanno comprendo la città di vergogna. Da quel momento, tutti prenderanno atto e Castorina inizierà, senza trovare alcun ostacolo, a partecipare a riunioni a cui non aveva diritto di partecipare, agitando, peraltro, una "delega del sindaco", mai rintracciata tra gli atti ufficiali.

Il sindaco di Reggio Calabria non ricorda della nota. Salvo poi essere smentito dal suo capo di gabinetto, Giampaolo Puglia: "Ho sicuramente ricevuto la nota di cui sopra, che ho portato a conoscenza del sindaco" dice agli inquirenti.

Dall'interrogatorio dei protagonisti, emerge una spaventosa insipienza delle norme. L'allora presidente del Consiglio Comunale, oggi assessore, Demetrio Delfino, in primis, che dimostra di non conoscere le regole delle commissioni comunali. Delfino, nelle sue dichiarazioni davanti all'autorità giudiziaria, tenterà di sminuire la propria condotta, evidenziando come la nota a sua firma, con la quale si consentiva a Castorina di entrare a far parte della Commissione Elettorale "fosse stata predisposta dall'Ufficio Consiglio, sicuramente dalla dottoressa Libero, responsabile dello stesso". Circostanza smentita in una successiva audizione dalla stessa interessata.

Ma, soprattutto, Delfino passerà in un attimo da testimone a indagato. A domanda del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni, infatti, l'assessore Delfino risponderà di non ricordare in base a quale disposizione di legge fosse possibile consentire a Castorina, che non era nemmeno assessore comunale, di entrare a far parte della Commissione elettorale. Non ricordando nulla circa le pezze legislative su cui si sarebbe poggiata tale decisione, la Procura sarà costretta a interrompere il verbale di interrogatorio, potendo emergere condotte a carico dell'interessato.

Non ricordano nulla.

Anche rispetto al responsabile dell'Ufficio Elettorale, Antonino Covani, oggi colpito da misura interdittiva, Falcomatà risponde: "Credo che nei confronti di Covani Antonino siano state mosse contestazioni disciplinari di cui non conosco specificamente il tenore, attualmente vi è un nuovo responsabile dell'Ufficio Elettorale".

Nessuno ricorda nulla. Nessuno dice di aver saputo nulla. Così Castorina sarebbe riuscito a "infiltrarsi" (è questo il termine utilizzato nelle carte d'indagine) nella Commissione elettorale "nel silenzio generale dei componenti del Consiglio Comunale, del sindaco e del suo staff istituzionale, fin dal 2018".