Indagine Lega Nord: ecco le triangolazioni finanziarie

belsitolegadi Claudio Cordova - La sede dell'associazione (criminale) sarebbe stato l'ufficio milanese di via Durini, quello della società MGIM. Lì molti dei personaggi finiti nell'indagine "Breakfast" si sarebbero incontrati per parlare di affari e di soldi, tanti soldi. Una parte delle risultanze investigative raccolte in questi mesi dalla DIA è compendiata in un'informativa in cui gli uomini del Colonnello Gianfranco Ardizzone hanno rassegnato al pubblico ministero Giuseppe Lombardo le acquisizioni ottenute dalle perquisizioni e dagli interrogatori degli ultimi mesi.

L'argomento è quello ormai noto, ma altrettanto delicato: i soldi della Lega Nord che, tramite una serie di triangolazioni finanziarie, si sarebbero mossi con flussi a dir poco sospetti, con il possibile coinvolgimento della 'ndrangheta e nella fattispecie della potente cosca De Stefano.

L'ultima tappa dell'intricata vicenda era arrivata a fine giugno, quando la DIA eseguirà diverse perquisizioni, notificando l'avviso di garanzia a personaggi del calibro di Pasquale Guaglianone, il sedicente avvocato B. M. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], ma anche noti imprenditori come Michelangelo Tibaldi e soggetti come Giuseppe Sergi, ex consigliere comunale di Reggio Calabria e fedelissimo dell'attuale Governatore, Giuseppe Scopelliti.

Una vicenda iniziata molto tempo fa, che nella primavera 2012 vedrà le prime attività note.

In quell'occasione emergerà la figura del tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito, che sarebbe uno degli artefici principali delle manovre finanziarie del Carroccio, che costeranno la leadership a Umberto Bossi: "Belsito – è scritto nelle carte della DIA - utilizzava la propria influenza politica per procurare commesse in tutto o in parte fittizie e comunque in grado di ricevere pagamenti da suddividere tra i membri dell'associazione o, imprese a partecipazione pubblica quali FINCANTIERI spa o comunque imprese in rapporti contrattuali  con la PA, a loro volta interessate ad avere un "appoggio" politico, quali ad esempio SIRAM spa, Grandi Navi Veloci spa ed altre".

Sono questi i flussi anomali che gli investigatori inseguono da mesi, attraverso accessi bancari, ma anche con l'ausilio delle dichiarazioni che i soggetti nel frattempo colpiti dalle indagini faranno all'autorità giudiziaria. Su tutti l'ex tesoriere Belsito, che dopo essere stato arrestato dalla Procura di Milano deciderà di "cantare", svelando alcuni dei segreti del Carroccio. Ma a fornire alcune indicazioni assai significative sarà anche Paolo Scala, ritenuto un personaggio assai esperto nel mercato estero e uomo di fiducia di un altro soggetto coinvolto nell'indagine, l'imprenditore Stefano Bonet, le cui società – su tutte la Polare - avrebbero creato il credito d'imposta cui poi avrebbe beneficiato su tutte la ormai celeberrima SIRAM: "Bonet riteneva di poter denunciare Belsito alla Procura della Repubblica, si rifiutava di rispondere alle sue telefonate, mentre da lui riceveva ulteriori richieste economiche per valori importanti. lnoltre Belsito aveva richiesto a Bonet una somma di oltre 900.000 euro perché a suo dire doveva o restituire o pagare detta somma ad imprenditori. Ho sentito direttamente solo questo frammento della conversazione avvenuta a Milano in via Durini presso lo studio di cui ho parlato. In seguito con me separatamente Bonet si lamentò di Belsito per il fatto che questi chiedeva denaro, riferendomi che Belsito gli aveva detto che avrebbe potuto recuperare la sommo dai ricavi della commessa FINCANTIERI, ed ha aggiunto testualmente: "ma quante volte devo pagargli l'affare di FINCANTIERI senza aver portato a casa il contratto?". Mi riferì inoltre il Bonet di avere come amico il capo della fondazione Andromeda, al quale aveva consegnato del denaro; amico che sempre secondo ciò che Bonet mi riferiva, gli assicurava la copertura sulle indagini giudiziarie, attraverso la rete delle forze dell'ordine da lui controllate ... Queste affermazioni non erano casuali, ma erano propiziate da mie obiezioni su certe sue modalità spregiudicate di operare (ad esempio la totale disinvoltura con la quale comunicava al telefono), obiezioni alle quali replicava appunto facendo riferimento a queste sue coperture. Non sono in grado di dire se queste affermazioni rappresentassero millanterie o meno. So che Bonet vantava progetti di sviluppo su attività progettate presso l'Università di Napoli e Ferrara. Aveva progetti con Grandi Navi Veloci. Aveva progetti anche riguardanti il Vaticano".

Anche il Vaticano, dunque, tra gli affari che avrebbero riguardato, a vario titolo, l'universo che ruota attorno allo studio di via Durini: "Con il Vaticano – dice ancora Scala -  Bonet voleva ottenere la gestione del sistema di ottimizzazione sotto il profilo della organizzazione ed efficienza, dell'intero settore sanitario facente capo al Vaticano stesso; il quale, per quanto Bonet riferiva, era esteso a livello internazionale con migliaia di strutture. Bonet aveva individuato un soggetto che avrebbe dovuto consentire l'accesso ad un alto prelato in quel settore ... So inoltre che Bonet ha intrattenuto relazioni con una persona della Agenzia delle Entrate. Questa persona l'ho vista anche personalmente in due occasioni ... Bonet mi riferì che questa persona dell'Agenzia delle Entrate veniva da lui pagata, anche se non si sarebbe trattato, sempre a suo dire, di persona affidabile ... Il cliente principale di Bonet, per quanto a me noto, era comunque la SIRAM di Milano".

Ecco che, come peraltro svelato dalle indagini della DIA e del pm Lombardo, spunta la SIRAM: "So che si incontrava di frequente in SIRAM con persone di alto livello o della direzione commerciale o dello direzione generale. So che i rapporti tra Bonet e la SIRAM avevano incontrato un momento di stallo per via del cambiamento dei vertici di quell'impresa a cavallo tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011; rapporti che tuttavia erano poi ripresi in modo significativo; tanto che egli poteva vantare un incremento importante del suo complessivo fatturato proprio per merito della ripresa di tali rapporti. Bonet mi riferiva che i volumi di fatturato delle sue imprese erano elevatissimi, nell'ordine di 27-28 milioni di euro per il 2011, con un piano triennale che prevedeva di superare la soglia dei 100 milioni di euro. Bonet non mi aveva detto che il rapporto con SIRAM era stato recuperato per merito di Belsito. Fu piuttosto quest'ultimo a raccontarmela in tal modo. Belsito si era anche vantato che per il suo intervento era stato sbloccata la linea di credito che MPS aveva accordato a Polare. In favore di SIRAM, Bonet mi riferiva di aver posto in essere tutta l'attività necessaria a formare un credito di imposta ... ln altra circostanza che ricordo bene, il 12 gennaio2012, presso lo studio in via Durini 14, sentii parlare Belsito e Bonet in modo esplicito di come funzionava il finanziamento della politica. Diceva Belsito che gli imprenditori che effettuavano i finanziamenti ai partiti ufficialmente, esigevano di ottenere la restituzione in nero di parte della somma pagata. Questo discorso si collocava a margine di un discorso più generale, nell'ambito del quale Belsito aveva effettuato una richiesta di pagamento a Bonet, dicendo appunto che la politica funzionava in questo modo e che lui doveva restituire parte del denaro ricevuto agli imprenditori, seconda la logica che ho prima descritto".

I rapporti tra Bonet e Belsito vengono descritti dettagliatamente dall'informativa della DIA, che testimonierebbe come il contributo di Belsito sia stato determinante anche nella conclusione dell'affare SIRAM: "È stato anzi grazie all'influenza politica di quest'ultimo che il rapporto si è perfezionato. Lo si desume da vari elementi: documenti e intercettazioni telefoniche" scrive la DIA. Belsito avrebbe ricevuto da Bonet diversi pagamenti, uno dei quali inequivocabilmente riferito all'affare SIRAM. Si tratta del pagamento fatturato da Belsito alla Polare: negli atti sulla scrivania del pm Lombardo vi sono poi diverse conversazioni dalle quali potrebbe desumersi con certezza che si tratta di pagamenti non dovuti, che rappresentano una controprestazione per l'influenza esercitata dal "politico" sulla SIRAM. Forse la più significativa tra queste è quella tra Bonet e la sua segretaria in POLARE, la sig.ra Trevisan, dalla quale, secondo la DIA, si evincono: la dipendenza del contratto con SIRAM dall'attività di Belsito; la necessità perciò, di remunerare quest'ultimo con la somma di 150.000 euro; la circostanza che tale somma sarebbe stata recuperata da Bonet con i margini derivanti dallo stesso contratto; e, infine, la circostanza che questo pagamento di 150.000 euro seguiva altro pagamento, già effettuato, di 100.000 euro. BONET dice anche alla segretaria che nei 150 di Belsito è compreso anche Paladino per l'affare SIRAM, la lobby di Giovanni Pontrelli. Da ciò si desume che probabilmente solo una parte dei 150.000 euro erano destinati a remunerare Belsito per il suo interessamento nella conclusione dell'affare SlRAM. La DIA accerterà che sul conto corrente intestato a Belsito, l' 11.08.2011 era pervenuto un bonifico da POLARE dell'importo di 120.000 euro (iva inclusa) con causale "Vs. competenze"; il  10.11.2011 risulteranno bonificati ulteriori 11.303 euro, mentre il 3.1.2012 verrà bonificata da POLARE la somma di 181.710 con causale "saldo fattura nr.3".

Nel contesto dei rapporti tra Belsito, Bonet e SIRAM si collocano pure i pagamenti che POLARE avrebbe effettuato in favore di B. M. [OMISSIS] per ricorsi amministrativi per conto di SIRAM. Questi pagamenti sarebbero il portato dell'attività dell'associazione a delinquere, posto che il pagamento lo ha effettuato Bonet anziché SIRAM, apparente beneficiario dei ricorsi amministrativi, e che esso è stato preteso da Belsito. In una conversazione, parlando con la sua contabile, Bonet riferisce che occorre pagare una fattura (probabilmente quella inviata loro dal sedicente avvocato B. M. [OMISSIS], specificando che si tratta di un "costo politico". Tra i documenti sequestrati presso POLARE, inoltre, è stato rinvenuto il documento denominato "scheda 0 Progetto Lobby", nel quale, a proposito di Belsito, si dice che avrebbe agito come facilitatore. .. che opera all'interno della lobbying di SIRAM. ln alcuni appunti manoscritti sequestrati a BONET sono inoltre registrati incontri tra Belsito, Bonet e personale SIRAM nel periodo 2010-2011.

Come detto, dunque, gli accertamenti del pm Lombardo si giocano sul doppio binario: acquisizioni documentali e dichiarazioni. Ed è qui che si incastrano le frasi di Scala: Bonet mi riferiva che i volumi di fatturato delle sue imprese erano elevatissimi, nell'ordine di 27-28 milioni di euro per il 2011, con un piano triennale che prevedeva di superare la soglia dei 100 milioni di euro. Bonet non mi aveva detto che il rapporto con SIRAM era stato recuperato per merito di Belsito. Fu piuttosto quest'ultimo a raccontarmelo in tal modo. Belsito si era anche vantato che per il suo intervento era stato sbloccata la linea di credito che MPS aveva accordato a POLARE. In favore di SIRAM, Bonet mi riferiva di aver posto in essere tutta l'attività necessaria a formare un credito di imposta.

Movimenti non facili da ricostruire, ma su cui anche il GIP di Milano con il suo provvedimento certificherà l'esistenza del reato di riciclaggio poiché una volta che si creava fittiziamente il credito d'imposta ed Bonet acquisiva il denaro della commessa, i soldi venivano inviati all'estero con l'ausilio di Paolo Scala e rientravano in Italia per essere distribuiti ai consociati come compensi a prestazioni inesistenti: a Girardelli sotto forma di stipendio da parte di Polare, a M. [OMISSIS] quale corrispettivo per prestazioni di natura legale, malgrado lo stesso M. [OMISSIS] non avesse alcun titolo accademico, a Belsito sempre quale compenso per consulenze.