Un amico a Palazzo Campanella: a Consiglio Regionale “chiuso”, Billari nomina in struttura la cognata del suo dante causa Nino De Gaetano

billaridegaetanobuonadi Claudio Cordova - Antonio Billari è consigliere regionale da nemmeno tre mesi. E' entrato il 15 settembre scorso a Palazzo Campanella dopo le dimissioni di Pippo Callipo, già candidato Governatore della coalizione di centrosinistra e consigliere del movimento "Io Resto in Calabria" che lui stesso aveva fondato.

Ma, nonostante la giovane età e la recentissima esperienza politica, Billari sembra conoscere già come fare un determinato tipo di politica in terra di Calabria.

Come gli hanno insegnato, probabilmente.

Billari, infatti, è notoriamente una creatura politica dell'ex assessore regionale Nino De Gaetano: un legame nato non di certo ieri e assolutamente alla luce del sole, dato che da sempre è possibile notare i due bivaccare in diverse zone della città.

A discutere di politica, sicuramente.

Il neo consigliere Billari, infatti, è stato eletto nella lista dei Democratici Progressisti, ispirata proprio da De Gaetano, risultando il primo dei non eletti nel computo dei voti tra le liste della coalizione a sostegno del candidato presidente Callipo. Così, grazie alle insolite (per la classe politica calabrese) dimissioni di Callipo, De Gaetano è riuscito a piazzare un suo uomo in Consiglio Regionale.

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E questo nonostante il fatto che il recente passato gli abbia di fatto impedito di correre in prima persona: il coinvolgimento nell'inchiesta "Rimborsopoli", che gli farà vivere anche gli arresti domiciliari, e il sospetto di essere stato sostenuto elettoralmente, in passato, dalla potente cosca Tegano di Reggio Calabria, hanno tarpato le ali dell'ex Rifondazione Comunista.

Ma non bisogna mai perdersi d'animo.

E così, Billari entra in Consiglio Regionale. Ma, purtroppo, solo un mese dopo, viene a mancare la presidente della Giunta Regionale, Jole Santelli. Una prematura dipartita che, di fatto, chiude la Consiliatura, con il presidente facente funzioni, Nino Spirlì, che proprio in questi giorni ha firmato il decreto che dovrebbe portare la Calabria nuovamente al voto il prossimo 14 febbraio.

Ma, a Consiglio Regionale di fatto già congedato, succede qualcosa.

Porta la data del 13 novembre, infatti, la delibera con cui, con decorrenza nei tre giorni antecedenti, viene conferito l'incarico di segretario particolare al 100% del consigliere Billari.

A chi?

Alla cognata di Nino De Gaetano, maestro, mentore e, di fatto, mandante dello stesso Billari in Consiglio Regionale.

Alcuni giorni prima, il 5 novembre, "il Consigliere Antonio Andrea Billari comunica di volersi avvalere della collaborazione della dott.ssa Giuseppa Suraci nata il 28 dicembre 1979, estranea alla P.A, in qualità di segretario particolare al 100%". Giuseppa Suraci, infatti, è la sorella di Grazia Suraci, moglie del compagno Nino. Anche Grazia Suraci lavora in Consiglio regionale, essendo stata assunta a Palazzo Campanella nel 2005, stesso anno in cui, a sostegno di Agazio Loiero, De Gaetano entrerà per la prima volta in Consiglio Regionale. Oggi è impiegata presso la struttura consiliare di Flora Sculco: un incarico che le permetterebbe di arrotondare lo stipendio già dovuto, con una indennità ulteriore di qualche centinaio di euro mensili. 

Un'inchiesta di alcuni anni fa pubblicata dal Dispaccio dimostrerà come i due coniugi nella loro vita riusciranno a dichiarare introiti solo "grazie" alla politica (LEGGI QUI).

Ma chi sono le sorelle Suraci?

Sono figlie del dottor Giuseppe Suraci, oggi deceduto. Secondo l'indagine "Il Padrino", curata dalla Dda di Reggio Calabria, nel 2010 De Gaetano sarebbe stato appoggiato sotto il profilo elettorale dal clan Tegano, storico casato di 'ndrangheta del quartiere Archi. I voti nei confronti di De Gaetano sarebbero stati procacciati proprio dal dottor Suraci, che ad Archi operava. Giuseppa Suraci, peraltro, è anche la moglie di uno degli avvocati di De Gaetano, che lo assiste nella vicenda giudiziaria del processo "Erga Omnes", quello sullo scandalo dei rimborsi elettorali, appunto.

A Consiglio Regionale già di fatto congedato, con una pandemia in corso e una vasta fetta di popolazione che soffre di difficoltà economiche, arriva quindi il contratto da oltre 40 mila euro annui. Ovviamente, la dottoressa Suraci dovrebbe rimanere in carica fino al mese di febbraio 2021, quando la Calabria dovrebbe già essere tornata al voto.

Nel frattempo, però, circa 12 mila e 500 euro sono entrati a bilancio 2020-2022 del Consiglio Regionale: sono i due stipendi della cognata del compagno Nino.