Nel corso della notte, a Gioia Tauro, il Commissariato di P.S. di Gioia Tauro e la Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno rintracciato ed arrestato presso la sua abitazione, al culmine di un'intensa ed articolata attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica di Palmi, coordinata dal Procuratore della Repubblica, Giuseppe Creazzo e supportata da presidi tecnologici, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Palmi, Giovanni Priolo, nato a Gioia Tauro (RC) il 2.06.1956, pregiudicato, ritenuto responsabile del delitto di tentato omicidio e violazione della legge sulle armi in concorso, in concorso con altri soggetti, uccisi nel contesto della faida di Gioia Tauro tra le famiglie Brandimarte-Perri e la famiglia Priolo.
Nello specifico, a Giovanni Priolo, viene contestato, in concorso con il fratello Giuseppe Priolo cl. 1960 (assassinato a Gioia Tauro il 26 febbraio 2012) e con Francesco Bagalà cl. 1990 (assassinato a Gioia Tauro il 26.12.2012), collocati entrambi in esito alle risultanze investigative, confluite nella misura restrittiva, sul luogo del delitto, il tentato omicidio commesso il 14.12.2011 di Giuseppe Brandimarte, avvenuto nelle prime ore della mattina all'interno del piazzale attiguo alla struttura CEFRIS, ex Euromotel sito sulla SS111, ad opera di un commando che gli esplodeva contro mentre si trovava a bordo della sua autovettura numerosi colpi di pistola calibro 9x21 e di fucile caricato a pallettoni. In tale contesto, Brandimarte, sebbene gravemente ferito, riusciva miracolosamente a salvarsi.
Le indagini, immediatamente avviate, inquadravano l'evento in una vendetta posta in essere dalla famiglia Priolo nei confronti di quella dei Brandimarte, per vendicare la morte di Vincenzo Priolo, figlio di Giovanni.
Infatti, Giuseppe Brandimarte è il fratello del più noto Michele cl. 1961, zio, quest'ultimo, dell'allora latitante Vincenzo Perri cl. 1983, autore materiale dell'omicidio di Vincenzo Priolo cl. 1982, assassinato in Gioia Tauro l'8.07.2011, raggiunto dall'Ordinanza di Applicazione di Misura Cautelare personale, emessa il 28 luglio 2011 dal Giudice per le Indagini Preliminai, già condannato con sentenza emessa il 27.11.2012 a 18 anni di reclusione in sede di Giudizio Abbreviato. Perri è stato localizzato e tratto in arresto il 17.03.2013.
Tale delitto segnerà l'inizio di una vera e propria faida tra le famiglie Perri-Brandimarte e quella dei Priolo. Successivamente al tentato omicidio del Brandimarte infatti si registreranno una serie di gravi delitti nei confronti della famiglia Priolo e/o soggetti ritenuti fedelissimi:.
1. Il 26.02.2012, veniva assassinato a Gioia Tauro, in Largo Trieste, Giuseppe Priolo, nato a Taurianova il 01.09.1960, in oggetto, zio di Vincenzo Priolo, attinto da diversi colpi di arma da fuoco, fucile calibro 12 caricato a pallettoni e pistola tipo revolver, esplosigli contro da ignoti mentre, sceso dalla propria autovettura Audi A/3 targata DE 730 ZK, si accingeva a fare ingresso all'interno della tabaccheria.
2. Il 7.09.2012, ignoti danneggiavano il distributore di carburante "IP" presente in piazza IV novembre di questo centro, mediante la deflagrazione di un ordigno esplosivo (tritolo), che fino alla data del 31 Dicembre 2011, era gestito dal Vincenzo Priolo ucciso in un agguato in data 08.07.2011. Inoltre, nell'abitazione adiacente il distributore risulta essere residente Maria Rita Priolo, nata il 26.05.1986 sorella di Vincenzo, coniugata con Girolamo Piromalli, nato a Gioia Tauro il 16.01.1980, inteso "Mommo", considerato boss dell'omonima cosca mafiosa, in atto detenuto.
3. Il 26.12.2012, era un altro sodale della famiglia Priolo ed in particolare di Vincenzo Francesco Bagalà, nato a Gioia Tauro il 23.09.1990, a cadere sotto i colpi dei killer su questa via Sarino Pugliese.
4. L'11.01.2013, ignoti collocavano un ordigno esplosivo costituito da circa 400 gr. di tritolo su cui erano innestati due detonatori del tipo usato per le cave, collegati ad un apparato ricevente che poteva attivare l'esplosivo tramite radiocomando, presso l'abitazione di Giovanni Priolo, padre di Vincenzo e fratello di Giuseppe entrambi assassinati.
L'arresto del Giovanni Priolo (padre di Vincenzo), da ritenersi soggetto dalla qualificata personalità delinquenziale, da sempre ritenuto facente parte della criminalità organizzata locale e segnatamente alla cosca Piromalli, suocero di Girolamo Piromalli cl. 1980, in atto detenuto è da ritenersi l'atto conclusivo della faida in atto tra le famiglie Brandimarte-Perri e quella dei Priolo.
Sul punto, il 29.04.2013, sono stati tratti in arresto gli esponenti della fazione avversa cioè quella dei Brandimarte ed in particolare:
1. BRANDIMARTE Giuseppe, 21.05.1971;
2. BRANDIMARTE Antonio, 27.05.1963;
3. BRANDIMARTE Vincenzo 01.10.1984;
4. GENTILE Davide 14.05.1989;
5. ROTTURA Antonino 30.09.1975;
6. ROTTURA Santo Vincenzo, 01.10.1969.
Tutti ritenuti responsabili del delitto di omicidio in concorso in pregiudizio di Giuseppe Priolo, 01.09.1960, (zio di Vincenzo Priolo), attinto da diversi colpi di arma da fuoco, fucile calibro 12 caricato a pallettoni e pistola tipo revolver, esplosigli contro, mentre, sceso dalla propria autovettura Audi A/3 targata DE 730 ZK, si accingeva ad entrare all'interno della tabaccheria, avvenuto in largo Trieste, alle ore 07.30 circa di domenica 26 febbraio 2012.
Giuseppe Priolo era da considerarsi elemento di qualificata pericolosità sociale, coniugato con Soccorsa Copelli, figlia di Domenico e di Concetta Piromalli, nonché nipote di Giovanni Copelli cl. 34, pregiudicato di notevole spessore, nonché dei fratelli Gioacchino Piromalli, Giuseppe, Antonino, elementi apicali dell'omonima cosca, dominante in nel comprensorio. Inoltre, Giuseppe Priolo era fratello di Giovanni Priolo classe 1956, (padre di Vincenzo Priolo), anch'esso soggetto dalla qualificata personalità delinquenziale, da sempre ritenuto facente parte della criminalità organizzata locale, suocero di Girolamo Piromalli cl. 1980, in atto detenuto.
Le delicate e particolareggiate indagini, anche di carattere tecnico con l'ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno accertato le responsabilità degli arrestati in ordine al movente del delitto, ora confermate anche dal TDL di Reggio Calabria, individuando il mandante e tutti i componenti del commando, concorrenti ed esecutori materiali del citato omicidio. L'Ordinanza oggi eseguita, in base a quanto emerso dalle indagini, in relazione al tentato omicidio in esame, oggetto di specifica informativa, le cui risultanze sono state in toto condivise dalla Procura della Repubblica di Palmi nella persona della dott.ssa Giulia Pantano e successivamente dal GIP che ha emesso la misura restrittiva, si inquadra nel contesto della cruenta faida tra due gruppi familiari contrapposti e precisamente quello dei Priolo e quello dei Perri-Brandimarte, nel corso della quale sono state consumate reciproche vendette, provocando diversi ed eclatanti omicidi e tentati omicidi, con l'utilizzo anche di ordigni artigianali, azionati da telecomandi a distanza.
Infatti, degno di evidenza è il dato che l'11.01.2013, ignoti collocavano un ordigno esplosivo costituito da circa 400 gr. di tritolo su cui erano innestati due detonatori del tipo usato per le cave, collegati ad un apparato ricevente che poteva attivare l'esplosivo tramite radiocomando, presso l'abitazione di Giovanni Priolo, oggi arrestato. Al momento, l'odierno arresto è l'ultimo atto dell'Op. Lowland Fear, che ha portato complessivamente all'arresto di 7 persone, tesa a porre fine alla sanguinosa faida di Gioia Tauro.