Quei soldi della 'ndrangheta finiti in Vaticano

vaticano600di Claudio Cordova - "I miei rapporti che ho avuto io ve l'ho detto, io li ho avuti sempre con Vincenzo Mazzaferro e con Peppe. Non conoscevo.. non perché io..ehm..a me non mi ha affiliato alla ndrangheta, io praticamente ero un uomo riservato di Vincenzo Mazzaferro, a me quello che ho saputo l'ho saputo tramite lui, ci incontravamo sempre con lui, praticamente dopo lui verso l'89 ha intrapreso un rapporto di droga [...] e io praticamente gli portavo i soldi dopo il periodo per un poco di tempo che mi hanno liberato glieli portavo io, al di fuori di me li portava Capogrosso Michele un altro ragazzo che stava con me, un ragazzo mio di fiducia di Santa Maria del Cedro e praticamente portavamo 5-6 miliardi, 7 miliardi di lire che mi dava Mazzaferro e li portavo..."

L'ulteriore conferma dell'esistenza dei "riservati" – soggetti a disposizione della 'ndrangheta, di fatto sganciati dall'organigramma della singola cosca o 'ndrina per essere la loro persona posta a disposizione dell'esponente di vertice dell'associazione – è costituita dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Femia Nicola, detto Rocco. Nel verbale di interrogatorio del 15-16 giugno 2017, entrato nel maxiprocedimento "Gotha", il collaboratore Femia ha riferito in merito al ruolo rivestito in seno alla 'ndrangheta per conto del capo bastone Vincenzo Mazzaferro. Per l'autorità giudiziaria, il contributo del collaboratore Femia appare del massimo rilievo, trattandosi di soggetto che si autodefinisce un "riservato" di Vincenzo Mazzaferro, soggetto posto al vertice della 'ndrangheta della fascia jonica reggina: "'78 estate esco, esco faccio qualche poco di tempo fuori, in quel periodo dopo che ho saputo che praticamente è stato Vincenzo Mazzaferro che gli aveva detto a mio zio di questo omicidio, questo e quest'altro, io ho avuto sempre rapporti all'epoca c'era Vincenzo Mazzaferro, con Vincenzo Mazzaferro sono stato pure in quei periodi, sono stato pure a Reggio Calabria da De Stefano Paolo, però di cosa parlavano.. questo quando ero ragazzo..."

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Ecco uno stralcio dell'interrogatorio condotto dal procuratore aggiunto Gaetano Paci e dai pm antimafia Stefano Musolino e Simona Ferraiuolo:

DOTT. PACI (PROC. AGG.): lei lo accompagnava..

FEMIA NICOLA: si si qualche volta era pure latitante, mi ricordo in un bar che ci fermavamo ad Archi.. ehm che era nipoti di Tegano, ora non mi ricordo di chi era questo bar all'epoca e Paolo De Stefano ricordo Giovanni Tegano che aveva buoni rapporti.. ehm no Giovanni.. Domenico Tegano, uno che è morto..

DOTT. PACI (PROC. AGG.): Giovanni era ancora vivo

FEMIA NICOLA: ah? Domenico.. Domenico Tegano.. ehm.. vi dico i rapporti che c'erano. Praticamente quando c'era Mazzaferro andavo pure ad accompagnarlo ma io di cosa parlavano e cosa facevano non lo so...ehm un'altra volta siamo andati a Tori.. ehm a Milano che siamo andati io, Vincenzo Mazzaferro e Paolo Martino sempre in quel periodo, che mi ricordo che dopo di Milano siamo andati a finire a Torino..

DOTT. PACI (PROC. AGG.): Paolo Martino?

FEMIA NICOLA: si, Paolo Martino si che dopo da Milano siamo andati a finire a Torino perché c'era un film.. ehm lui e c'era anche Vincenzo Mazzaferro avevano da fare a Torino e praticamente siamo andati in un.. lui ha voluto vedere un film che facevano Il Padrino in anteprima al cinema Roma a Torino, siamo andati a mangiare la sera e dopo l'ho saputo dopo molti anni che con noi c'era Buscetta che era in semilibertà..

[...]

DOTT.SSA SIMONA FERRAIUOLO (PM): ma lei era sempre con Mazzaferro in quell'occasione?

FEMIA NICOLA: si si con Vincenzo Mazzaferro e Paolo Gattuso, un altro personaggio che era di Reggio nativo che era sposato a Gioiosa che è stato ucciso a Torino in quel periodo che c'è stata.. lui era un grosso imprenditore del settore orafo.. ehm e praticamente sono stato.. vi dico ho conosciuto Domenico Libri pure qualche volta a Milano sempre con Peppe Mazzaferro. In quel periodo là ero ragazzo sono stato 7-8 mesi fuori, poi mi hanno arrestato di nuovo, dopo mi arrestano che in quel periodo avevo fatto un paio di rapine.

L'attività criminale di quegli anni permette a Mazzaferro e quindi a Femia di avere una cospicua disponibilità di denaro, provento di attività illecita e, in particolare, del traffico di droga. Soldi, che, a detta del collaboratore, sarebbero finiti anche in Vaticano. Ancora dall'interrogatorio:

DOTT. PACI (PROC. AGG.): tutti in contanti?

FEMIA NICOLA: tutti in contanti, era un sistema..

DOTT. PACI (PROC. AGG.): e li portavate dove?

FEMIA NICOLA: ah? Nella macchina.. nella macchina

DOTT. PACI (PROC. AGG.): si ma per portarli dove..

FEMIA NICOLA: per portarli.. io li portavo a Milano, li portavo a questo amico

DOTT. PACI (PROC. AGG.): si ma dove andavano a finire questi soldi?

FEMIA NICOLA: ve l'ho detto, ad Antonio li portavo, a questa persona qua, il cognome non me lo ricordo, se me lo dite voi..

DOTT. PACI (PROC. AGG.): e cosa ne faceva lui, questi soldi dove andavano poi?

FEMIA NICOLA: questi soldi andavano, tramite lui, li portava Colombia, io qualche volta li ho portati pure a Roma, sempre tramite lui, in Vaticano mi aspettava lui e glieli consegnavo a lui e andavano e praticamente andavano a finire in Colombia, lui calcolate...

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): perché in Vaticano?

FEMIA NICOLA: ah?

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): perché in Vaticano?

FEMIA NICOLA: e non lo so..

DOTT. PACI (PROC. AGG.): c'era lo IOR, l'istituto per le opere di religione(le voci si sovrappongono)

FEMIA NICOLA: si si ne ho sentito parlare, però sono tanti anni io non sono andato in banca, io li ho consegnati a lui, se no ve lo dicevo..

DOTT. PACI (PROC. AGG.): però lei è entrato dentro in Vaticano..

FEMIA NICOLA: si si io sono andato dentro le mura praticamente che portavo i soldi a lui e c'era un garage, in una specie di albergo.. alberghetto insomma non so che era, portavo la macchina là e se la vedeva tutto lui...

Per via della propria posizione occulta, di "riservato", Femia avrebbe quindi preso parte a una serie di attività criminali, sebbene spesso le logiche sovrastanti sfuggissero anche a lui, essendo a conoscenza solo dei vertici dell'organizzazione mafiosa. Il collaboratore spiega alcuni passaggi del meccanismo di ingresso nella 'ndrangheta come "riservato":

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): senta una cosa.. lei prima ha detto che era uno "riservato" di Vincenzo Mazzaferro..

FEMIA NICOLA: si si non stato mai affiliato alla ndrangheta

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): dico era una cosa eccezionale, straordinaria..

FEMIA NICOLA: era una cosa.. dice perché nessuno sapeva del fatto dell'omicidio che avevo fatto io, se avevo bisogno di qualcosa dice almeno sei una persona..

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): no no ho capito, quello che voglio dire, era abitudine della ndrangheta..

FEMIA NICOLA: si si si si si c'erano tante persone..

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): c'erano tante persone "riservate"

FEMIA NICOLA: si si si si si, c'è un altro del mio paese che si chiama Ieraci Mario di Gioiosa che era un'altra persona "riservata" di coso..

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): ci spieghi come funziona questo discorso di questi "riservati"

FEMIA NICOLA: il "riservato" non ha affiliazione, però tu vai " mi manda Vincenzo Mazzaferro da Pepè Cataldo" e gli porta questa imbasciata, però oltre Pepè Cataldo non mi interessa delle persone che ci sono vicino a lui (levoci si sovrappongono)

DOTT. PACI (PROC. AGG.): ha un rapporto personale con chi lo ha..(le voci si sovrappongono)

FEMIA NICOLA: si si con chi..con la persona diretta

DOTT. PACI (PROC. AGG.): però .. se appunto ehm per capire meglio, la persona che la tiene a lei deve essere una persona che ha un ruolo importante dentro l'organizzazione, cioè Vincenzo Mazzaferro in quel momento che cos'era?

FEMIA NICOLA: Vincenzo Mazzaferro..Vincenzo Mazzaferro era..la Calabria la

comandava Vincenzo Mazzaferro, Peppe Cataldo ehm e Paolo De Stefano in quegli anni là..

DOTT.SSA SIMONA FERRAIUOLO (PM): quindi Mazzaferro..(le voci si sovrappongono)

FEMIA NICOLA: ..e Peppe "Tiradritto" nella ionica, però senza Mazzaferro non si muovevano

DOTT. PACI (PROC. AGG.):..e nella tirrenica? C'era Piromalli..

FEMIA NICOLA: nella tirrenica, vi dico la verità, non ho avuto rapporti però Piromalli per sentito dire, però io non ho avuto rapporti, non vi posso dire..

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): mentre, diciamo, sulla fascia tirrenica Reggio il quel periodo lei riconosce queste persone..

FEMIA NICOLA: quelle persone.. loro dirigevano tutto..

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): e i "riservati" ce li avevano solo queste persone? O erano anche a livello diverso? Che lei sappia..

FEMIA NICOLA: io vi sto dicendo solo da parte mia che ero "riservato", io e Mario Ieraci nel mio paese

DOTT. PACI (PROC. AGG.): ma esattamente Vincenzo Mazzaferro cos'era? A parte che comandava, come dice lei, la Calabria, che cos'era, cioè che ruolo.. che grado era?

FEMIA NICOLA: non lo so.. ma superiore a lui non c'era nessuno

DOTT. PACI (PROC. AGG.): va bene

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): e questa.. questo gruppo di persone comandavano la Calabria ognuno per conto loro o la comandavano insieme?

FEMIA NICOLA: la comandavano insieme, ognuno la zona sua..

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): certo è chiaro

FEMIA NICOLA: però se c'era, per esempio, tipo un grosso appalto se lo dividevano

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): o un grosso affare di stupefacenti lo gestivano assieme

FEMIA NICOLA: si si si, no allora di quando vi parlo io gli stupefacenti ancora non c'erano..

DOTT.STEFANO MUSOLINO (PM): ah ancora non c'erano

FEMIA NICOLA: ancora non c'erano, (le voci si sovrappongono) gli stupefacenti Mazzaferro è subentrato verso l'88...".

Le dichiarazioni di Femia sono entrate a far parte del processo "Gotha" e vengono valorizzate dalla Dda di Reggio Calabria per dimostrare la sussistenza della componente riservata ed apicale della 'ndrangheta, già dalla fine degli anni '70, quando veniva ritenuto "legittimo" il ricorso, da parte di esponenti apicali della 'ndrangheta, a soggetti posti "a disposizione" non della cosca di riferimento, ma del singolo elemento di vertice, per la salvaguardia di interessi criminali superindividuali (il mantenimento in vita ed il rafforzamento dell'associazione tutta).