"Don Rocco" e le Istituzioni. Contatti con presidente ordine commercialisti

DIAdi Claudio Cordova - E quello con Montera, dunque, sarebbe solo il più eclatante tra i rapporti intessuti da "don Rocco" con il mondo delle Istituzioni. Collegato alla conoscenza-amicizia con l'ex avvocato generale dello Stato, sarebbero i rapporti anche con il geometra Francesco Iatì, responsabile dell'area tecnica presso il Comune di S. Stefano in Aspromonte. Rapporti dai quali, secondo gli inquirenti, si evincerebbe che Iatì sarebbe a conoscenza delle attività economiche di "don Rocco" e anzi, si servirebbe della sua carica pubblica per gestire alcuni presunti affari. Musolino si rivolgerebbe sia personalmente sia tramite lo stesso Iatì, a Giuseppe Cannizzaro, in quel periodo direttore facente funzioni dell' Ente Parco Nazionale dell'Aspromonte.

Secondo le indagini della Dia, "don Rocco" contatterebbe Pietro Patafi, in quel periodo vicesindaco del Comune di Campo Calabro (RC), ex presidente del Consiglio provinciale, per quanto riguarda le vicende inerenti l'AFOR. In particolare Musolino, tramite  Patafi, si informerebbe in merito alla sua "pratica AFOR", ovvero vorrebbe sapere quando verrà liquidato. Da sempre, infatti, le ditte di Musolino lavoreranno molto con l'Ente Regionale, arrivando a fatturare, in un triennio, quasi tre miliardi delle vecchie lire. Per quanto concerne la questione Afor, la Dia rimarcherà i presunti rapporti con con il capo squadra forestale AFOR, Antonino Sgrò, detto "Nino" alias "Crisci populo". Stando agli accertamenti, si registrerebbero diversi incontri tra Musolino e Sgrò e conversazioni dal tenore familiare.

Tra i rapporti degni di interesse nell'universo di "don Rocco" Musolino (tutti comunque giudicati privi di rilevanza penale per le persone interessate) spiccherebbe, però, anche il nome di Bernardo Femia, da qualche mese presidente dell'Ordine dei Commercialisti di Reggio Calabria. Per la Dia i contatti esistono e le frequentazioni tra i due sono "assidue". Femia, peraltro, rivestirà il ruolo di amministratore giudiziario dei beni di Musolino all'epoca in cui gli verranno sequestrati preventivamente. In questo periodo, peraltro, secondo le ricostruzioni della Dia, Femia (revisore dei conti del Comune di Santo Stefano d'Aspromonte) si sarebbe avvalso della collaborazione del collega Demetrio Turiano, già commercialista di Musolino

Ma sono soprattutto le dinamiche che ruotano attorno alle tensioni politiche (ma non solo) del Comune di Santo Stefano d'Aspromonte ad allarmare la Dia nell'informativa redatta per la Dda di Reggio Calabria. Gli investigatori, infatti, scrivono apertamente di "preoccupanti retroscena" con riferimento alle elezioni del marzo 2010, ma anche a quelle precedenti. Esplicativa, in tal senso, sarebbe una conversazione ambientale tra "don Rocco" e il nipote Francesco Malara, cugino del sindaco Michele Zoccali. Malara, infatti, non usa mezzi termini nel commentare la prima candidatura di Zoccali: "[...]...Quando lo abbiamo candidato...quando pagammo...facemmo la lista, quello non sapeva neanche cosa voleva dire fare una lista di gente, prendere le firme, andare alla prefettura...non le sapeva nemmeno queste cose...omissis....un anno dopo, coso lordo che non sei altro, un anno dopo, mi giri le spalle e nemmeno mi conosci? ----omissis---- sono sempre stato tranquillo e zitto ..inc..ma tu non puoi venire e tagliarmi le gambe a me! Ti ho fatto il carico pesante per farti passare!...[...]". Zoccali, infatti, sarebbe stato appoggiato sia da Musolino che da Malara, ma una volta eletto si sarebbe rifiutato di inserire in Giunta i soggetti indicati dai due: "Pertanto nel corso della legislatura, i rapporti col Musolino si deteriorarono tanto che, a distanza di un paio d'anni dalle elezioni, le nostre relazioni si sono interrotte del tutto...". Un comportamento, quello di Zoccali, che avrebbe urtato la suscettibilità di Musolino e Malara che, infatti, saranno i promotori della lista "avversaria" alle elezioni del 2010, in cui, comunque, Zoccali riuscirà a prevalere. Poi, però, come riferirà lo stesso sindaco, sarebbero iniziate tutta una serie di pressioni finalizzate alle dimissioni del sindaco stesso: "[...] io ero stato invitato a non presentarmi minimamente, una volta vinte le elezioni sono stato invitato a... togliere il disturbo insomma..." dirà Zoccali agli inquirenti, ricordando anche le diverse minacce ricevute in quei mesi. "Ci sono stati tutta una serie di episodi che ... che possono essere interpretati in vario modo dal ... io ho subito due... non so come chiamarli, nella mia casa a Gambarie ci sono state due volte .... una volta hanno asportato il barbecue, la scala, insomma una cosa dimostrativa insomma, assolutamente, (...inc...) entriamo quando vogliamo, facciamo quello che vogliamo, in ultimo ho trovato la tavola apparecchiata dentro casa...". Insomma, secondo gli inquirenti, in quei mesi si profila un vero e proprio "disegno finalizzato all'estromissione dell'attuale amministrazione mediante atti intimidatori, scritti anonimi ecc.".