di Claudio Cordova - Il capo d'imputazione per le persone indagate parla di "concorso materiale e morale". Già alcuni mesi fa la Procura della Repubblica di Reggio Calabria aveva ficcato il naso negli affari societari della "Doc Market S.r.l.", attiva nel settore della distribuzione alimentare, in concordato preventivo per arrivare infine alla dichiarazione di fallimento. E già alcuni mesi fa, nelle carte che portarono al sequestro anche del celebre locale "Cordon Bleu" si parlava espressamente di "disegno criminoso".
I protagonisti sono quasi tutti gli stessi di alcuni mesi fa: l'imprenditrice Brunella Latella e il marito Gaetano Tomasello (ex consigliere comunale), tratti in arresto oggi dalla Guardia di Finanza. In quell'occasione verrà contestato alle persone coinvolte di aver attribuito attività inesistenti all'azienda, distraendo, occultando dissimulando e dissipando i beni sociali, anche falsificando i libri e le scritture contabili. E anche le aziende citate nell'ordinanza del Gip Tommasina Cotroneo sono sostanzialmente le medesime di alcuni mesi fa: oltre alla Doc Market S.r.l., la Gabrem Immobiliare S.r.l., la BEGG, la GESI Group S.r.l. e la GSC Group S.r.l..
Anche in questo caso, dunque, i reati vanno dalla bancarotta fraudolenta (in concorso) all'estorsione (per i coniugi Tomasello e Latella).
Le novità più significative dell'indagine del pubblico ministero Stefano Musolino arriva dal coinvolgimento degli avvocati Carlo e Giuseppe Grillo, assai noti in città, nonché dei commercialisti Francesco Creaco, Demetrio Serra e Vincenzo Scarcella, tutti posti agli arresti domiciliari dal Gip Cotroneo.
Nel dettaglio, gli avvocati Carlo e Giuseppe Grillo come consulenti della "Doc Market" nella fase di decozione prodromica all'avvio delle procedure concorsuali, nel ricorso per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo, avrebbero coordinato e diretto anche le attività degli altri consulenti coinvolti "fornendo indicazioni sulle modalità di redazione degli atti prodotti nella procedura e i suoi fittizi valori contabili di stima dei beni e degli elementi costitutivi dei contratti di locazione al fine di ammettere fraudolentemente la S.r.l. in decozione alla procedura concordataria".
Insomma, tramite l'azione – posta a vario titolo dai professionisti coinvolti – i beni dell'impresa sarebbero stati distratti, occultati e dissipati "al fine di recare pregiudizio ai creditori", ma anche – secondo le carte d'indagine – al fine di "procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto". In tal senso, dunque, avrebbero falsificato del tutto o in parte i libri e le scritture contabili e inoltre li avrebbero tenuti "in maniera da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari".
Secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza (nelle carte d'indagine è possibile leggere anche la corrispondenza via mail tra molti dei soggetti coinvolti), nel bilancio 2010 ci sarebbero stati anche degli "aggiustamenti" e anche le buste paga dei dipendenti precedenti all'accordo sindacale confluito nel piano di concordato avrebbero avuto dei problemi: in particolare si sarebbe omesso di indicare l'entità e il valore economico dei permessi retribuiti, delle ferie non godute e dell'indennità per il mancato preavviso, in relazione, in particolare, ai dipendenti licenziati nel mese di settembre 2011. Ma tra i dati raccolti ci sarebbero anche fatture per operazioni inesistenti relative alla merce acquisita fittiziamente dalla BEGG S.r.l., sicché gli importi complessivi dei debiti sociali dei libri sociali sarebbero risultati alterati e quindi inattendibili.
Per dirla in breve (e con le parole delle carte d'indagine) con queste e altre operazioni le persone indagate avrebbero cagionato "con dolo il fallimento della "Doc Market S.r.l." aggravando il dissesto sociale, astenendosi dal richiedere la dichiarazione di fallimento benchè la situazione aziendale fosse di drammatica decozione e si fossero rivelati vani i tentativi di trovare validi interlocutori per avviare efficacemente la procedura di concordato preventivo e ponendo in essere tutta una serie di operazioni funzionali all'ammissione illecita al concordato preventivo all'esito del quale e proprio a cagione di ciò derivava il fallimento della citata S.r.l.".
Peraltro, Giuseppe Grillo, avrebbe falsamente accusato – con una denuncia per diffamazione e calunnia – la compagna di Dominique Suraci, Saloua Senia, che in un interrogatorio in Procura, con riferimento alle vicende della "Doc Market" aveva adombrato il coinvolgimento dello stesso Grillo nei fatti al vaglio degli inquirenti. Un coinvolgimento che - secondo la Procura - sarebbe reale e concreto. Nella vicenda entra quindi – anche se con un ruolo marginale – l'ex consigliere comunale Dominique Suraci, attualmente in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo il pm Musolino, Suraci "quale effettivo titolare delle quote sociali intestate alla Fast Group S.r.l. avrebbe partecipato alla gestione della GESI S.r.l.
Quanto a Brunella Latella e a Tomasello, infine, i due rispondono anche di alcuni casi di estorsione in danno dei dipendenti del bar: i lavoratori sarebbero stati costretti a rinunciare a una parte dello stipendio risultante sulla busta paga.