La Dda di Reggio Calabria ha i documenti che legano Paolo Romeo alla P2

romeopaolo10mag 500di Claudio Cordova - Il "colpo di scena" arriva quasi alla fine della prima, lunghissima, udienza preliminare del maxiprocesso "Gotha", con cui la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, retta da Federico Cafiero De Raho, vuole portare alla sbarra la masso-'ndrangheta della provincia di Reggio Calabria. Procedimento che nasce dall'unione di vari tronconi d'indagine in cui sono coinvolti, tra gli altri, gli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, ma anche i politici Antonio Caridi e Alberto Sarra, nonché altri soggetti istituzionali o magistrati in pensione come Giuseppe Tuccio e, ovviamente, importanti esponenti della 'ndrangheta, come Dimitri De Stefano, figlio di don Paolino e fratello del "Crimine", Giuseppe De Stefano e, ancora, l'ex presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, il sacerdote Giuseppe Strangio e la giornalista Teresa Munari.

La produzione documentale presentata dai pm antimafia cristallizza ulteriormente gli scenari già noti e ne apre di nuovi. I pubblici ministeri hanno annunciato la deposizione di ulteriori prove di indagine fornite dalle testimonianze dei collaboratori di giustizia Ivan Belvedere, Antonio Russo, Marcello Fondacaro, Pietro Mesiani Mazzacuva, Vincenzo Cristiano e Cosimo Virgiglio. Gli atti nuovi che l'accusa vuole fare entrare nel procedimento riguardano diversi imputati e diverse circostanze. Ma, soprattutto, le vicende che ruotano attorno all'esistenza di un'associazione segreta che, per diversi anni, avrebbe deciso tutto a Reggio Calabria e provincia. Le persone comparse davanti al Gup Pasquale Laganà sono accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno, favoreggiamento e violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Nel processo, allora, potrebbero entrare documenti importantissimi che riguardano livelli altissimi della massoneria deviata. Per la Dda di Reggio Calabria è la chiusura del cerchio sull'esistenza della cupola massonica della 'ndrangheta, retta, in particolare dall'avvocato Paolo Romeo.

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In particolare, è stata chiesta l'acquisizione di alcuni documenti sequestrati nel 2013 nel corso di una perquisizione ai danni di Luigi Emilio Sorridente, membro rampante della 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro e, in particolare, della cosca Piromalli, lo storico casato che, insieme ai De Stefano, avrebbe contribuito alla modernizzazione della 'ndrangheta, attraverso legami con mondi occulti come la massoneria.

E proprio di cappucci e grembiulini si parla. Nella disponibilità di Sorridente sarebbero stati rinvenuti diversi documenti che si riferiscono alla Loggia Propaganda 2 (la celeberrima P2 di Licio Gelli) e all'avvocato Paolo Romeo. Nome, quello della P2, che evoca alcune delle vicende più torbide della storia d'Italia: loggia del Grande Oriente d'Italia, verrà deviata verso l'eversione dal "Venerabile" Licio Gelli fino allo scioglimento, decretato nel 1982, che la indicherà come vera e propria associazione criminale. Al nome della P2 sono legate alcune inquietanti vicende italiane, non ultime quelle degli anni '70 e della strategia della tensione. Proprio anni in cui sarebbe emersa la figura dell'avvocato Paolo Romeo, che avrebbe avuto un ruolo importante nella rivolta del "Boia chi molla" a Reggio Calabria, ospitando successivamente il terrorista Franco Freda, sospettato di alcuni degli storici crimini perpetrati dall'eversione nera in quegli anni.

Gli anni, appunto, in cui la 'ndrangheta si modernizza, attraverso la creazione della "Santa", la struttura elitaria interna ai clan che permetteva di portare avanti rapporti con mondi occulti e con pezzi deviati dello Stato. Una modernizzazione da ascrivere, appunto ai De Stefano e ai Piromalli. E allora non è un caso che la documentazione che legherebbe Paolo Romeo alla P2 sia stata trovata proprio a Luigi Emilio Sorridente.

Questi, infatti, è sposato con Teresa Anna Molè, figlia di Domenico (fratello del più noto boss defunto Antonino Molè classe '28) e Concetta Piromalli (figlia di Giuseppe, defunto boss dell'omonimo casato di 'ndrangheta). Luigi Emilio Sorridente, già sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, nel passato è rimasto coinvolto in varie operazioni di polizia giudiziaria, quali "Porto" e "Conchiglia". Dagli atti giudiziari è considerato un elemento molto importante della cosca Piromalli, e, in particolare, con il ruolo di raccordarsi con gli alleati di un tempo, i Molè, ma anche di portare avanti i rapporti con la politica e le istituzioni.

Quasi scontato, allora, che ulteriori dirompenti scenari possano essere aperti proprio dalla documentazione in suo possesso, ora nella disponibilità degli inquirenti. Il processo "Gotha" è solo agli albori, ma già promette di riscrivere la storia di Reggio Calabria e, forse, anche di qualche altro pezzo d'Italia.